Pendolari, arriva la stangata di Natale
Aumenti fino al 25 per cento per treni e bus, Torino esclusa. Il Pd attacca - da La Repubblica del 05.11.2013
05 novembre, 2013
Mariachiara Giacosa
Giusto in tempo per Natale arriva la stangata per i pendolari piemontesi. Ieri la Regione ha approvato le nuove tariffe per treni e autobus che entreranno in vigore il 15 dicembre, in concomitanza con l’entrata in vigore dell’orario invernale.
L’aumento medio, per biglietti e abbonamenti, si aggira intorno al 13 per cento, ma in alcuni casi arriva al 25 per cento, per le tratte tra i 20 e 40 chilometri. L’unica notizia positiva è che l’aumento non riguarderà Torino, gran parte dei servizi suburbani e il neo-nato biglietto integrato per viaggiare in città su autobus, metro e passante ferroviario.
I torinesi, dunque, sono salvi. Per tutti gli altri, invece, le tariffe saliranno. Ecco qualche esempio. Per andare da Torino a Chivasso, o Carmagnola, ad esempio, adesso si pagano 2 euro e 85 centesimi, con le nuove tariffe saranno
3 e 55, con un aumento del 24,6 per cento. Stessa percentuale di incremento per treni e autobus tra Torino e Condove che passano da 3 euro e 5 centesimi a 3 e 80. Mentre un biglietto di sola andata fino ad Alessandria costa ora 6 euro e 40 e ne costerà 7 e 80 da metà dicembre. Più contenuti gli aumenti sulle tratte lunghe, come ad esempio tra Novara e Torino (101 chilometri) dove lo scatto è dell’11,5 per cento.
Sarà più leggera la batosta per gli abbonati: i settimanali salgono in media del 9 per cento, con punte del 15. I mensili crescono dell’8,7 e gli annuali del 9. Anche in questi casi, gli abbonati più colpiti dagli aumenti sono quelli che viaggiano su una tratta tra i 20 e i 40 chilometri, ovvero la maggior parte.
La stangata di dicembre fa parte della dieta a cui è stata sottoposto il trasporto pubblico piemontese negli ultimi due anni: la chiusura di 12 linee ferroviarie minori, la sforbiciata sugli autobus e gli aumenti di tariffe (+18 per cento) scattati a gennaio del 2012.
Questa nuova manovra sulle tariffe è «necessaria», si difende la Regione, perché fa parte del piano di rientro del debito concordato con il governo che consente agli uffici di piazza Castello di saldare i propri debiti, 350 milioni, con le aziende del trasporto pubblico e con le Ferrovie. «La Regione — spiega l’assessore al Bilancio Gilberto Pichetto che ha presentato la delibera insieme alla collega Barbara Bonino — in questi anni ha mantenuto una rete di trasporti che tra servizi in più e tariffe troppo base era sovradimensionata del 30-40 per cento rispetto ai soldi disponibili».
«Non bastavano i tagli e le condizioni di viaggio sempre più insopportabili, ora è arrivato anche l’aumento dei biglietti» attacca dal Pd Davide Gariglio «con la promessa di rivederlo in primavera per i ceti meno abbienti». In effetti di una promessa si tratta, ma per la quale dall’assessorato ai Trasporti fanno sapere che c’è già un piano di lavoro con gli enti locali. E’ allo studio un sistema di esenzioni per le fasce deboli e categorie speciali per mitigare, a partire dalla prossima primavera, l’impatto degli aumenti tariffari. Di quanto e a favore di chi si saprà solo nei prossimi mesi. La Regione sta poi lavorando a una revisione della tessera gratuita per i disabili. «Le associazioni dei disabili ci hanno segnalato abusi e usi impropri di queste agevolazioni — spiegano i tecnici di via Belfiore — stiamo studiando un nuovo metodo di assegnazione, che tenga conto anche del reddito e favorisca chi ne ha effettivamente
bisogno».