L’associazione KlimaSeniorinnen o Donne anziane svizzere per la protezione del clima ha ottenuto dalla Corte europea per i diritti dell’uomo (Cedu) la condanna della Confederazione elvetica per non aver preso misure adeguate per il clima. Secondo la Corte, la Svizzera “non ha adempiuto ai suoi obblighi in materia di cambiamenti climatici” e “ci sono state deficienze critiche nel processo che doveva permettere di creare un quadro normativo, compresa l’incapacità delle autorità di quantificare attraverso un bilancio del carbonio o in altro modo i limiti delle emissioni nazionali di gas a effetto serra”. Per i giudici di Strasburgo “un’azione inadeguata dello Stato per combattere i cambiamenti climatici aggrava i rischi di conseguenze dannose e minaccia il godimento dei diritti umani”, violando l’articolo 8 della Convenzione dei Diritti dell’Uomo.
L’associazione KlimaSeniorinnen spiega l’importanza della sentenza per l’accesso alla giustizia in tutta Europa e non solo, in un comunicato che riportiamo integralmente:
Il 9 aprile, la Grande Camera della Corte ha stabilito che, la Svizzera, nel caso “Verein KlimaSeniorinnen Schweiz e altri v. Svizzera” (domanda n. 53600/20), sta violando i diritti umani delle donne anziane perché lo stato non sta agendo per combattere il riscaldamento globale. Nel dettaglio, il tribunale, come abbiamo anticipato, ha constatato una violazione dell’articolo 8, che garantisce il diritto alla vita privata e familiare. Inoltre, ha stabilito che l’iniziativa intrapresa dall’associazione, che al momento rappresenta oltre 2.500 donne di età superiore ai 64 anni, ha altresì lo status di vittima. È una grande vittoria non solo per tutte le donne anziane, ma anche per l’accesso alla giustizia in tutta Europa. Tuttavia, ha ritenuto inammissibile il ricorso delle singole ricorrenti. La Svizzera deve ora rettificare i suoi attuali obiettivi climatici e definirli sulla base delle conoscenze scientifiche. La Corte ha constatato che il Paese “non ha rispettato i suoi obblighi ai sensi della Convenzione europea dei diritti dell’uomo in materia di riscaldamento globale. Le autorità svizzere non hanno agito in tempo e in modo appropriato per mitigare gli effetti del riscaldamento globale. Inoltre, la Svizzera non ha raggiunto i suoi stessi obiettivi, già insufficienti, di riduzione delle emissioni di gas serra”.
Per la prima volta, un tribunale internazionale specializzato nei diritti umani ha validato una richiesta riguardante la protezione del clima e legata alle libertà fondamentali. Con questa sentenza, la Corte ha confermato che, l’aumento della frequenza e dell’intensità delle ondate di calore legate al riscaldamento globale, rappresenta un pericolo reale e serio per la salute e la vita privata delle donne anziane (Articolo 8 della Cedu), e che esiste un collegamento tra questi effetti dannosi e le misure implementate dalla Svizzera nella sua politica climatica.
La Corte ha specificato che la Svizzera deve proteggere le donne anziane dalle conseguenze del riscaldamento globale. Ha sottolineato che, “con l’attuale politica climatica, il Paese non adempie a questo obbligo. Pertanto, la Svizzera deve migliorare i suoi attuali obiettivi climatici per proteggere adeguatamente i diritti umani“. Nella sua sentenza, la Cedu si esprime sulle esigenze che devono essere soddisfatte per colmare le lacune riscontrate nella protezione del clima.
La Cedu ha inoltre stabilito che la Svizzera ha violato il diritto di accesso a un tribunale all’associazione associazione KlimaSeniorinnen. Le autorità e i tribunali svizzeri avrebbero dovuto esaminare il contenuto delle violazioni dei diritti umani invocate nell’azione legale. Esiste quindi un obbligo di verificare le violazioni dei diritti umani commesse nel contesto della crisi climatica.
Questa decisione ha implicazioni importanti. È un precedente per i 46 Stati membri del Consiglio d’Europa. Tutti questi Stati, basandosi su questa sentenza della Cedu, possono ora essere sollecitati dai loro cittadini per esaminare la loro politica climatica al fine di garantire il rispetto dei diritti umani. La sentenza ha inoltre una risonanza mondiale.
“Questa sentenza non è solo una vittoria per noi, le Senior, e le quattro ricorrenti individuali”, afferma Rosmarie Wydler-Wälti, co-presidente delle Donne anziane svizzere per la protezione del clima. “È una vittoria per tutte le generazioni. In particolare per i giovani che beneficeranno di una migliore protezione climatica a lungo termine. La presenza dei giovani nell’aula ha mostrato ai giudici il volto futuro dei diritti umani”.
“Questo verdetto è un passo importante nella lotta per un clima vivibile per tutti, ed è una grande soddisfazione”, ha affermato Anne Mahrer, co-presidente delle Anziane per il clima. “Da nove anni ci battiamo per la giustizia climatica con il sostegno di Greenpeace Svizzera. Anche se non siamo stati ascoltati dai tribunali svizzeri, la Cedu conferma che la protezione del clima è un diritto umano”.
“Sono commossa ed estremamente orgogliosa che le donne anziane abbiano finalmente ottenuto giustizia dopo nove anni di lavoro intensivo”, ha dichiarato Cordelia Bähr, avvocato delle Donne anziane svizzere per la protezione del clima. “È un momento indescrivibile, l’importanza di questa decisione è inestimabile. Avrà un’importanza fondamentale a livello internazionale per altre azioni legali legate al clima contro Stati o aziende. Aumenterà le loro possibilità di successo. Il verdetto mostra ai cittadini, ai giudici e ai governi di tutta Europa ciò che deve essere raggiunto in materia di protezione del clima per rispettare i diritti umani.”
Greenpeace Svizzera ha sostenuto fin dall’inizio il lavoro dell’associazione Anziane per il clima Svizzera.
“Questo verdetto per la protezione dei diritti umani e del nostro benessere è un chiaro appello al Consiglio federale e al Parlamento federale”, ha affermato Georg Klingler, promotore e coordinatore del progetto di Greenpeace Svizzera. “È ora imperativo rafforzare rapidamente la protezione del clima in Svizzera. La decisione della Corte è vincolante per le autorità federali. I diritti umani sono la base della democrazia. Ci aspettiamo che i responsabili politici di tutti gli schieramenti rispettino la sentenza”.
“La lotta per la giustizia climatica non si ferma a Strasburgo”, spiega Louise Fournier, avvocato di Greenpeace International, che ha sostenuto il team legale delle KlimaSeniorinnen. “Stiamo portando la storia delle Anziane anche alla Corte internazionale di giustizia, dove all’inizio del prossimo anno si terranno delle udienze sulle responsabilità di tutti i governi – compresa la Svizzera – in termini di giustizia climatica”.