UE-Mercosur, cresce il dissenso sull’accordo: impatti su clima, foreste e agricoltura locale

La ratifica dell’accordo commerciale tra l’Unione Europea e il blocco Mercosur solleva interrogativi su sostenibilità ambientale, concorrenza agricola e standard sanitari. Greenpeace e altre organizzazioni criticano l’intesa per i suoi possibili effetti sull’aumento della deforestazione, sull’indebolimento delle normative UE contro il degrado ambientale e sulla mancata tutela dei piccoli produttori europei. Mentre l’azienda JBS potrebbe ottenere profitti miliardari, l’Europa rivede al ribasso i controlli sui prodotti importati

UE-Mercosur

Il percorso verso la ratifica dell’accordo commerciale tra l’Unione Europea e il blocco Mercosur – composto da Brasile, Argentina, Paraguay e Uruguay – continua a generare critiche da parte di organizzazioni ambientaliste, con particolare attenzione agli effetti che l’intesa potrebbe avere su foreste, clima e agricoltura sostenibile.

Secondo un’analisi diffusa da Greenpeace Paesi Bassi e realizzata dall’istituto di ricerca Profundo, l’azienda brasiliana JBS, leader mondiale nella produzione di carne, potrebbe ottenere fino a 1,7 miliardi di euro di profitti lordi aggiuntivi entro il 2040, pari a circa l’8% del suo valore di mercato attuale. I guadagni deriverebbero dalla riduzione dei dazi doganali e dall’aumento delle esportazioni verso il mercato europeo.

L’accordo, finalizzato nel dicembre 2024 dopo oltre vent’anni di trattative, prevede un’apertura dell’UE a importazioni di carne bovina, pollame, zucchero, miele e altri prodotti agricoli, in parte provenienti da filiere con standard ambientali e sanitari inferiori rispetto a quelli vigenti nell’Unione.

Secondo Greenpeace, ciò potrebbe causare concorrenza sleale per i piccoli e medi agricoltori europei, già penalizzati da costi in aumento e margini compressi dalla grande distribuzione. A beneficiarne sarebbero solo grandi gruppi agroindustriali, in particolare nel settore della carne.

L’organizzazione sottolinea inoltre che, nel blocco Mercosur, regole sanitarie meno restrittive consentono l’uso di pesticidi, antibiotici e ormoni vietati in Europa. Un recente audit ha evidenziato che il Brasile non è in grado di garantire l’assenza di ormoni vietati nelle carni destinate all’export.

A livello ambientale, l’accordo viene criticato per il possibile aumento della deforestazione in aree come l’Amazzonia o il Gran Chaco, dovuto all’espansione di pascoli e colture destinate alla filiera zootecnica.

In parallelo, l’UE ha deciso di posticipare di un anno l’entrata in vigore del Regolamento sulla deforestazione (EUDR) e, lo scorso 22 maggio, la Commissione Europea ha classificato Paesi come Brasile e Argentina come a “rischio standard” invece che “alto rischio”, riducendo di fatto i controlli sulle merci importate.

Secondo Greenpeace, queste scelte indeboliscono la capacità dell’UE di contrastare il commercio legato alla deforestazione. Un’inchiesta pubblicata da Politico ha rivelato che Italia, insieme ad altri nove Paesi europei, sostiene una proposta per rendere meno vincolante l’EUDR, riducendo gli obblighi di documentazione, rendicontazione e sorveglianza.

Martina Borghi, della campagna Foreste di Greenpeace Italia, afferma che “l’accordo UE-Mercosur rischia di favorire modelli di produzione legati alla distruzione degli ecosistemi e alla violazione dei diritti umani, a vantaggio di pochi attori globali”. Greenpeace invita i governi europei a respingerlo e a garantire l’applicazione piena dell’EUDR entro i tempi previsti.

La ratifica dell’accordo da parte dei governi europei è prevista per settembre 2025, seguita dal voto del Parlamento europeo. L’intesa dovrà inoltre essere approvata dai parlamenti dei Paesi sudamericani coinvolti.

QUI l’approfondimento di Greenpeace Italia sull’accordo UE-Mercosur

QUI la sintesi in italiano del report di Greenpeace Paesi Bassi su JBS

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