Comuni Ricicloni 2025, calano a 663 i Rifiuti Free, Veneto leader con 161 Comuni

La XII edizione dell’Ecoforum Legambiente fotografa un calo del 5% dei Comuni Rifiuti Free, che scendono all’8,4% del totale nazionale, mentre il Nord guida con 424 Comuni e il Centro resta fermo a 30; per la prima volta premiate le migliori esperienze di Green Public Procurement con Cesena e Bareggio ai vertici

Comuni Ricicloni 2025

Il quadro sulla gestione dei rifiuti urbani in Italia si presenta in chiaroscuro. Lo rivela l’analisi emersa dalla presentazione di “Comuni Ricicloni 2025”, all’interno della XII edizione dell’Ecoforum nazionale sull’economia circolare promosso da Legambiente, in collaborazione con Kyoto Club, La Nuova Ecologia, Conai e CONOU, con il patrocinio del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica e della Regione Lazio.

Su un totale di 7896 Comuni italiani, quelli che mantengono la produzione di rifiuto indifferenziato al di sotto dei 75 kg per abitante all’anno – e che quindi rientrano nella categoria dei Comuni Rifiuti Freescendono a 663. Il dato segna un calo del 5% rispetto al 2024, quando se ne contavano 698. In termini percentuali, questi Comuni rappresentano appena l’8,4% del totale nazionale.

Disparità territoriali e dinamiche regionali

Il Nord Italia si conferma in testa con 424 Comuni Rifiuti Free, pur registrando un calo rispetto ai 434 dell’anno precedente. Il Sud si attesta a 209, in flessione rispetto ai 231 del 2024, con segnali di rallentamento dopo i progressi registrati in alcune aree. Il Centro continua a mostrare livelli di partecipazione bassi, con solo 30 Comuni Rifiuti Free contro i 33 dello scorso anno.

A livello regionale, il Veneto mantiene il primato con 161 Comuni Rifiuti Free, pari al 28,8% del totale regionale, seguito dalla Lombardia con 107 e dalla Campania, che con 84 Comuni si conferma la prima regione del Mezzogiorno.

I Comuni premiati per le migliori performance

Tra i capoluoghi di provincia, si segnala l’ingresso di Nuoro tra i Comuni Rifiuti Free, affiancando realtà già consolidate come Treviso, Pordenone e Trento.

Per i Comuni sotto i 5.000 abitanti, vengono premiati Liscia, Ripacandida, Lattarico, Felitto, Mordano, Moimacco, Sant’Ambrogio sul Garigliano, Riccò del Golfo di Spezia, Foresto Sparso, Monteleone di Fermo, Montefalcone nel Sannio, Pietra Marazzi, Leporano, Tonara, Castel di Lucio, Terre d’Adige, Calvi dell’Umbria, Chambave e Possagno.

Nella categoria tra 5.000 e 15.000 abitanti, si distinguono San Vito Chietino, Casali del Manco, Cimitile, San Prospero, Chions, Sacrofano, Luni, Villongo, Sennori, San Giuseppe Jato, Capraia e Limite, Altopiano della Vigolana e Mareno di Piave.

Per i Comuni oltre i 15.000 abitanti, si evidenziano Ottaviano, Nonantola, Azzano Decimo, Genzano di Roma, Carugate, Monserrato, Misilmeri, Monsummano Terme, Pergine Valsugana e Vedelago.

Focus su Green Public Procurement e CAM: la nuova frontiera della sostenibilità amministrativa

Per la prima volta, Legambiente e l’Osservatorio Appalti Verdi premiano le amministrazioni che si sono distinte per l’adozione del Green Public Procurement (GPP) e dei Criteri Ambientali Minimi (CAM) nelle procedure di acquisto.

Il Comune di Cesena riceve il riconoscimento come miglior capoluogo 100% GPP, avendo applicato tutti i sei criteri previsti e rispettato i CAM su 14 prodotti e servizi acquistati nel 2024.

Il Comune di Bareggio (MI) ottiene la menzione tra i non capoluogo con una performance del 95% GPP, applicando i CAM su tutti i 18 prodotti e servizi acquisiti e rispettando cinque dei sei criteri previsti.

A livello nazionale, l’indice medio di performance sull’applicazione del GPP si attesta al 56%, su un campione di 585 amministrazioni tra capoluoghi e non capoluoghi.

Altri dati rilevanti dall’Osservatorio Appalti Verdi

Tra i capoluoghi 100% GPP oltre Cesena figurano anche Padova e Milano, mentre Roma, Cremona e Ravenna raggiungono il 95%. Tutti hanno istituito la figura del referente GPP.

Tra i Comuni non capoluogo, Bareggio si distingue nella fascia tra 10.000 e 25.000 abitanti. Ottime performance si registrano anche a Celle Ligure (100%, fascia 5.000-10.000), Arcidosso (90%, sotto i 5.000) e Merano (85%, oltre i 25.000).

Tuttavia, permangono ampie criticità. Solo il 5% dei Comuni monitorano i propri acquisti verdi, percentuale che sale al 21% tra i capoluoghi. Inoltre, appena il 4% ha istituito un referente GPP, valore che cresce leggermente al 9% tra i capoluoghi.

Le dichiarazioni di Legambiente e le prospettive future

Il direttore generale di Legambiente, Giorgio Zampetti, sottolinea che il calo dei Comuni Rifiuti Free deve rappresentare un campanello d’allarme, soprattutto per l’assenza dei grandi centri urbani dalle classifiche. Serve una svolta concreta nelle città, oggi ancora marginali nei processi di miglioramento ambientale.

In aggiunta, viene ribadita l’urgenza di prestare attenzione a filiere strategiche come quella tessile e dei RAEE, per un approccio alla sostenibilità che comprenda anche impatti industriali, occupazionali ed economici.

Andrea Minutolo, responsabile scientifico dell’associazione, afferma che una gestione efficace dei rifiuti deve estendersi anche alla gestione degli acquisti pubblici. Il GPP viene definito una leva strategica per consolidare la transizione ecologica nei territori e rafforzare l’autonomia produttiva nazionale.

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