Lo scorso 17 luglio, a Venezia si è tenuta l’inaugurazione del nuovo laboratorio di RARA Factory, “la prima realtà italiana – spiega una nota dell’Università Ca’ Foscari – interamente dedicata alla ricerca, sviluppo e prototipazione di materiale sostenibili alternativi alle terre rare e ai materiali critici”.
Nata come spin-off deep-tech dell’Università Ca’ Foscari Venezia, RARA Factory – continua l’ateneo – sviluppa tecnologie di frontiera per ridurre la dipendenza da terre rare e materiali critici, elementi indispensabili per la transizione energetica, la mobilità elettrica, l’aerospazio e i dispositivi medicali avanzati.
Il cuore della tecnologia RARA Factory -si legge – è un algoritmo brevettato che permette di identificare materiali alternativi alle terre rare, combinando elementi facilmente reperibili in natura e mantenendo proprietà equivalenti o superiori rispetto alle leghe tradizionali. Grazie a un mix di competenze, che va dalla fisica della materia alla fisica teorica e all’intelligenza artificiale generativa, finora l’algoritmo è stato testato con successo su oltre 45.000 materiali, dimostrando la capacità di rivoluzionare l’approvvigionamento di materie prime critiche in settori strategici.
“Andiamo a prendere l’abbondanza: grandi quantità di elementi facilmente reperibili come ad esempio silicio, alluminio, ferro, calcio.” ha dichiarato Stefano Bonetti, fondatore e direttore scientifico di RARA Factory, nonché professore ordinario di Fisica Sperimentale della Materia e Applicazioni a Ca’ Foscari: “Il primo obiettivo sarà di trovare dei magneti alternativi a quelli al neodimio per applicazioni nell’automotive e delle energie rinnovabili, ma il nostro metodo è molto più generale ed è valido per qualsiasi materiale critico che vuole essere sostituito; come ad esempio litio, coltan o cobalto”.
Secondo il Critical Raw Materials Act dell’Unione Europea, approvato nel 2023, l’Europa – contestualizza l’Università – importa oggi il 98% delle terre rare dalla Cina, evidenziando una vulnerabilità strategica che rischia di rallentare la transizione green e la competitività industriale. Le terre rare sono infatti indispensabili per batterie e motori elettrici, turbine eoliche, componenti elettronici avanzati, strumentazione biomedicale ad alta precisione, applicazioni aerospaziali. Nel solo campo di applicazione dei magneti – che oggi vale 54 miliardi a livello globale e si stima oltre 90 miliardi nel 2030 – le applicazioni della tecnologia RARA Factory si pongono l’obiettivo di generare un risparmio sui costi dei materiali del 30-40%.
Il nuovo laboratorio – prosegue l’Ateneo – è dotato di sistemi di calcolo avanzato per la progettazione di nuovi materiali mediante un modello AI proprietario, strumenti per la sintesi di nuove leghe, impianti di caratterizzazione per misurare proprietà magnetiche, termiche ed ottiche dei materiali generati in grado di produrre circa 150 campioni al giorno e oltre 10.000 entro fine anno.
Michele Bugliesi, fondatore e amministratore delegato di RARA Factory, professore ordinario di Informatica, già rettore di Ca’ Foscari, ha commentato: “Con RARA Factory vogliamo dimostrare che è possibile generare impatto non solo scientifico, ma anche industriale e sociale, partendo dall’eccellenza accademica italiana. Il nostro obiettivo è costruire una catena del valore completa, con partner industriali, istituzionali e investitori di primissimo piano contribuendo a creare un ecosistema competitivo che connetta ricerca, imprese e territorio. Il primo step è stato compiuto: oggi RARA Factory è pienamente operativa, con una decina di collaboratori e un valore di strumentazione installata di oltre 2 milioni di euro, un algoritmo brevettato e l’attenzione di diversi investitori che sin da subito hanno compreso il grande potenziale del nostro progetto. Ora l’auspicio è che si possa crescere grazie al sostegno crescente di stakeholder nazionali e territoriali”
“Siamo orgogliosi di supportare RARA Factory, una realtà che dimostra come l’innovazione scientifica possa trasformarsi in impatto industriale concreto. Il loro approccio, che combina scienza dei materiali e intelligenza artificiale, ha il potenziale per ridefinire intere filiere industriali e rappresenta una risposta strategica alla dipendenza dalle terre rare e alle sfide della transizione energetica. Come Motor Valley Accelerator e Plug and Play, crediamo fortemente nella loro visione e siamo entusiasti di accompagnarli nel loro percorso di crescita.” ha dichiarato Enrico Dente, direttore di Motor Valley Accelerator e Plug and Play.
Francesco Iannella, regional manager Nord Est di UniCredit ha aggiunto: “Il nostro intervento di sostegno al progetto Rara Factory ben esemplifica le direttrici secondo cui si muove l’azione di UniCredit in un territorio come quello del Nord Est. Da un lato è la prova concreta della nostra volontà di sostenere progetti imprenditoriali ambiziosi e sostenibili; in secondo luogo, è la naturale conseguenza del nostro storico e pionieristico supporto all’ecosistema dell’innovazione, maturato negli anni attraverso il progetto UniCredit StartLab; in ultimo è coerente con il nostro impegno, attraverso le cosiddette ‘borse di rientro’ promosse da UniCredit Foundation, per attrarre e trattenere i migliori talenti”.