Industria della plastica in Italia: riciclo e competitività al centro del nuovo studio Teha

Il rapporto commissionato da Federchimica e altri partner del settore analizza le prospettive dell’industria italiana della plastica, evidenziando il ruolo strategico della filiera, il potenziale del riciclo chimico e meccanico e l’impatto sul tessuto occupazionale e industriale nazionale. Lo studio, tra gli altri, è stato commissionato da Federchimica – PlasticsEurope Italia, Unionplast, Amaplast, PVC Forum Italia, COREPLA, Biorepack

Industria plastica in Italia

Un nuovo studio pubblicato da Teha Group, su incarico di diverse realtà associative e industriali tra cui Federchimica – PlasticsEurope Italia, Unionplast, Amaplast, PVC Forum Italia, COREPLA e Biorepack, fotografa il ruolo economico e le prospettive di sviluppo dell’industria della plastica in Italia. Il documento, dal titolo “L’industria della plastica in Italia: strategia e piano d’azione per sostenere la competitività e la circolarità”, aggiorna i dati raccolti nel precedente rapporto del 2022.

Un comparto da 57 miliardi di euro e oltre 160.000 addetti

Secondo l’analisi, la catena del valore della plastica rappresenta un pilastro industriale nazionale, con 57 miliardi di euro di ricavi, 15,3 miliardi di valore aggiunto e 164.000 posti di lavoro diretti. L’Italia risulta il secondo Paese europeo per fatturato nel settore, dietro solo alla Germania, a conferma della centralità di questa filiera per l’economia nazionale.

Lo studio sottolinea come l’intero sistema sia attualmente esposto a mutamenti normativi europei sempre più orientati alla sostenibilità ambientale e a dinamiche di mercato in rapido cambiamento, che impongono strategie di adattamento e innovazione.

Riciclo chimico e meccanico: un’alleanza possibile

Tra gli elementi centrali evidenziati dallo studio, vi è il potenziale integrativo del riciclo meccanico e chimico. Insieme, queste due modalità di trattamento dei rifiuti plastici potrebbero costituire la base di un sistema industriale più circolare e competitivo.

Nel dettaglio, il documento stima che 2,6 miliardi di euro di investimenti nel riciclo chimico consentirebbero il trattamento del 13,6% dei rifiuti plastici generati annualmente in Italia. Combinando questa tecnologia con il riciclo meccanico, si potrebbe coprire fino al 70% del fabbisogno nazionale di materia prima entro il 2040.

Verso un piano d’azione condiviso

L’obiettivo dello studio è definire strategie e azioni operative per sostenere la transizione circolare del settore, senza compromettere la sua capacità produttiva e il contributo all’occupazione. In questo scenario, si evidenzia la necessità di:

  • potenziare la ricerca e sviluppo nelle tecnologie di riciclo;
  • facilitare investimenti industriali e infrastrutturali;
  • assicurare un quadro normativo chiaro e stabile a livello europeo e nazionale;
  • promuovere la collaborazione tra pubblico e privato, anche attraverso partenariati tecnologici.

Il ruolo delle aziende promotrici dello studio, come BASF Italia, SABIC Italia, COIM, Arkema, Versalis e altri attori della chimica industriale, è stato centrale per fornire una visione integrata delle sfide e delle opportunità che attendono il comparto.

Un nodo chiave per la competitività nazionale

Il rapporto di Teha Group si inserisce in un più ampio dibattito su come coniugare sostenibilità ambientale e sviluppo industriale, evidenziando che l’industria della plastica può essere parte della soluzione se supportata da strategie coerenti, investimenti adeguati e politiche industriali coordinate.

Nel panorama della transizione ecologica, la filiera plastica si propone così non solo come oggetto di riconversione, ma anche come motore per l’innovazione industriale e tecnologica dell’intero sistema produttivo italiano.

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