Agrivoltaico in Emilia-Romagna, accordo tra Regione e università per energia e agricoltura

Siglata una convenzione tra Regione Emilia-Romagna, Associazione italiana agrivoltaico sostenibile, Università di Bologna e Università Cattolica del Sacro Cuore per promuovere la ricerca e lo sviluppo di impianti agrivoltaici. L'obiettivo è coniugare produzione agricola ed energia rinnovabile attraverso tecnologie integrate con il paesaggio, in linea con la strategia di decarbonizzazione regionale al 2050

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La Regione Emilia-Romagna ha siglato una nuova convenzione per promuovere lo sviluppo del sistema agrivoltaico nel settore agricolo, in collaborazione con il mondo accademico e con l’Associazione italiana agrivoltaico sostenibile. L’accordo punta a integrare la produzione energetica da fonti rinnovabili con le esigenze delle aziende agricole, contribuendo al percorso regionale di transizione ecologica.

La convenzione coinvolge l’Università di Bologna, l’Università Cattolica del Sacro Cuore e una rete di soggetti pubblici e privati attivi nei settori agricolo, tecnologico e agroalimentare. L’obiettivo è sostenere la ricerca applicata, migliorare l’efficienza agronomica e raccogliere dati per guidare l’evoluzione dell’agricoltura di precisione.

Agrivoltaico: una tecnologia integrata per colture e fonti rinnovabili

Il sistema agrivoltaico consente l’installazione di pannelli fotovoltaici in aree agricole, permettendo di produrre energia pulita e allo stesso tempo preservare le colture. In Emilia-Romagna, la tecnologia è al centro di un modello sperimentale volto a integrare produzione agricola e sostenibilità energetica, anche attraverso benefici secondari come l’ombreggiamento delle piante, il risparmio idrico e la protezione dagli eventi climatici estremi.

Il Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agro-Alimentari dell’Università di Bologna ha avviato ricerche specifiche sull’effetto dell’ombreggiamento nei frutteti, mentre l’Università Cattolica del Sacro Cuore contribuisce con competenze nella decarbonizzazione delle filiere agroalimentari.

Innovazione, conoscenza e adattamento climatico al centro dell’intesa

Secondo la Regione, l’integrazione tra ricerca, impresa e istituzioni è condizione necessaria per realizzare un sistema agricolo compatibile con le sfide climatiche ed energetiche. La convenzione è stata sottoscritta dal vicepresidente Vincenzo Colla, con delega allo Sviluppo economico e Green Economy, che ha definito l’accordo uno strumento per costruire un patrimonio condiviso di conoscenze utili a orientare le politiche pubbliche.

L’intento è di raccogliere dati tecnici dalle sperimentazioni in corso per valutare l’effettiva compatibilità degli impianti agrivoltaici con le diverse tipologie di colture e individuare strategie di inserimento paesaggistico. In questo modo si promuove una transizione agricola capace di ottimizzare i consumi e aumentare la produzione di rinnovabili, mantenendo l’identità produttiva dei territori.

La strategia regionale tra Agenda 2030 e obiettivi di decarbonizzazione al 2050

L’iniziativa si inserisce all’interno del Piano energetico regionale dell’Emilia-Romagna, in coerenza con gli obiettivi dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite e con gli impegni dell’Accordo di Parigi. Il sistema agrivoltaico è stato individuato dalla Regione come uno degli strumenti per ridurre le emissioni e valorizzare le colture strategiche nell’economia locale.

Il percorso di decarbonizzazione al 2050 richiede soluzioni che combinino innovazione tecnologica e tutela del suolo agricolo. Il modello sperimentato mira a generare nuova ricchezza per il territorio senza compromettere le sue funzioni produttive.

Verso un modello integrato di sviluppo agricolo e produzione energetica

Con questo accordo, l’Emilia-Romagna punta a definire un modello di co-progettazione tra settore agricolo e settore energetico, in grado di offrire risposte concrete all’adattamento climatico e alla diversificazione delle fonti energetiche. L’agrivoltaico si configura come una tecnologia utile non solo alla produzione elettrica, ma anche al rafforzamento della resilienza delle aziende agricole.

La collaborazione tra enti pubblici, università e associazioni rappresenta un passo verso un sistema integrato di conoscenze, capace di indirizzare scelte future nel rispetto delle peculiarità territoriali.

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