Il 9 agosto 2025 è entrato in vigore il Decreto-Legge 8 agosto 2025, n. 116, che rafforza le misure contro l’abbandono di rifiuti in Italia. Il provvedimento prevede multe più alte e un inasprimento delle pene per i reati ambientali, con particolare attenzione a gesti diffusi come gettare rifiuti dall’auto o mozziconi a terra. Per queste violazioni sono previsti importi sanzionatori più pesanti, in linea con l’obiettivo di ridurre comportamenti che danneggiano in modo reiterato l’ambiente urbano e naturale.
Secondo Retake, il provvedimento segna un passo avanti importante, ma la sola repressione non è sufficiente a risolvere il problema. L’associazione sottolinea che una vera trasformazione culturale richiede un parallelo investimento nella dimensione sociale, attraverso programmi di educazione civica, campagne di sensibilizzazione e iniziative di cura condivisa degli spazi pubblici.
Il decreto apre inoltre all’uso della videosorveglianza per individuare le infrazioni, anche in differita. Retake ne riconosce l’efficacia deterrente e vede con favore un’eventuale integrazione con sistemi di intelligenza artificiale, già sperimentati in alcune città, a condizione che siano garantiti il rispetto della privacy e la correttezza dei procedimenti.
Il presidente di Retake, Fabrizio Milone, ribadisce che i reati contro l’ambiente non sono solo atti contro la città, ma colpiscono direttamente la qualità della vita di tutti. Pur condividendo la necessità di una linea dura, sottolinea che la prevenzione richiede un coinvolgimento diretto dei cittadini, affinché si sviluppi una responsabilità collettiva nel tutelare il decoro e la vivibilità dei luoghi.
L’associazione, che conta migliaia di volontari in tutta Italia, continuerà a promuovere progetti di rigenerazione urbana e ambientale in cui l’intervento fisico sui luoghi si accompagna a percorsi di educazione e partecipazione. Per Retake, il cambiamento duraturo nasce dall’incontro tra regole chiare e comunità coese, capaci di agire insieme per preservare e valorizzare gli spazi comuni.
Milone conclude ricordando che il decreto rappresenta un passo verso città più ordinate e rispettose dell’ambiente, ma ammonisce che senza un salto di qualità nella cultura della cura il rischio è di ottenere risultati solo temporanei. La vera sfida, afferma, è costruire contesti urbani in cui la sostenibilità e la responsabilità condivisa diventino parte integrante della vita quotidiana.