Clima, Italia terza in Europa per pericolosità eventi estremi nelle città

Le città sono uno snodo chiave per comprendere e affrontare il cambiamento climatico. Non solo sono tra le principali responsabili della crisi climatica, ma ne subiscono anche gli effetti più gravi: ondate di calore, siccità prolungate, alluvioni improvvise. A sottolineare tutto questo è il Wwf che lancia un report dal titolo “ADATTAMENTO ALLA CRISI CLIMATICA IN AMBITO URBANO: RIPENSARE LE CITTÀ COME SISTEMI VIVENTI DI NATURA E PERSONE”, grazie alla collaborazione di esperte ed esperti di impatto della crisi climatica e gestione urbanistica, sanitaria, ambientale, sociale e di governance dell’adattamento

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Le città sono uno snodo chiave per comprendere e affrontare il cambiamento climatico. Non solo sono tra le principali responsabili della crisi climatica, ma ne subiscono anche gli effetti più gravi: ondate di calore, siccità prolungate, alluvioni improvvise. E, per le città costiere, anche l’innalzamento del livello del mare. Tra città metropolitane e comuni, le aree urbane sono responsabili in Italia del 75% delle emissioni globali di carbonio, a fronte di una occupazione della superficie terrestre pari al 3% (ANCI).

Dai dati statistici europei rappresentati dall’ISPRA su danni economici e perdite umane, nel periodo che va dal 1980 al 2022, l’Italia si posiziona al terzo posto della classifica europea in termini di pericolosità degli eventi climatici estremi che hanno colpito le nostre città e le persone che ci vivono. La crisi climatica provoca anche notevoli pericoli dal punto di vista della salute, dagli effetti diretti delle ondate di calore a un aumento delle zoonosi e delle malattie trasmesse dai diversi vettori. Nelle 4 città più popolose d’Italia (Roma, Milano, Napoli e Torino) le tabelle grafiche del CMCC (Centro Euromediterraneo cambiamenti climatici) mostrano “chiaramente l’intensificarsi del riscaldamento globale nel corso del tempo”.

A sottolineare tutto questo è il Wwf che lancia un report dal titolo “ADATTAMENTO ALLA CRISI CLIMATICA IN AMBITO URBANO: RIPENSARE LE CITTÀ COME SISTEMI VIVENTI DI NATURA E PERSONE”, grazie alla collaborazione di esperte ed esperti di impatto della crisi climatica e gestione urbanistica, sanitaria, ambientale, sociale e di governance dell’adattamento. Nel report si ribadisce come il benessere, ma anche la salute e la sicurezza delle persone nei prossimi anni dipendano da come si deciderà di gestire negli spazi urbani la convivenza con la natura.

Si tratta di una raccolta di contributi di professionisti del mondo scientifico e accademico, che hanno costruito un’analisi su come favorire anche nelle città italiane una transizione verde urbana. “Adattare le città al rischio climatico – si legge nel report WWF – non è più un’opzione, ma una necessità. Dobbiamo ammorbidire gli impatti, creare zone cuscinetto, rendere i nostri insediamenti più resilienti, capaci di rispondere con una ‘logica vegetale’. È il principio delle nature-based solutions: alla forza della natura si risponde con la natura stessa”.

Tra le proposte* emerse dal report spicca la creazione, anche in Italia, di Città Parco Nazionali, aree urbane dove gli spazi verdi e le aree naturali fanno parte di scelte consolidate e si favorisce la diffusione di azioni sostenibili anche in funzione di una crescita della biodiversità. La prima città del mondo ad istituirsi come National Park City è stata Londra nel luglio 2019, seguita da Adelaide nel 2021, Breda nel 2022 e Chattanooga nel 2023. Attualmente sono decine le realtà urbane che intendono seguire il loro percorso, tra le quali Southampton, Glasgow e Rotterdam.

Un altro obiettivo è la creazione di un Housing sociale climaticamente adattivo. Si propone cioè di integrare criteri di adattamento climatico e coesione sociale nelle politiche abitative, progettando alloggi e quartieri che favoriscano resilienza e relazioni sociali, attraverso standard obbligatori per l’efficienza energetica, con una attenzione particolare ad un percorso partecipativo dal basso.

“Viviamo in una grande contraddizione: – afferma Mariagrazia Midulla, Responsabile Clima ed Energia WWF Italia – mentre di clima si parla sempre meno nel dibattito pubblico, la crisi climatica desta sempre maggiori preoccupazioni sia tra gli scienziati, sia tra i cittadini. Gli impatti colpiscono i territori sempre più frequentemente e intensamente ma non sono uguali per tutti: purtroppo chi ha meno ed è più vulnerabile, di solito vive in aree già svantaggiate e ha anche meno mezzi per affrontare situazioni che possono cambiare radicalmente in poco tempo. Gli studiosi concordano sulla centralità della salute degli ecosistemi e della natura per affrontare l’adattamento, a cominciare dalle soluzioni innovative come quella delle città parco. Ma oggi il Piano nazionale di Adattamento al Cambiamento Climatico, approvato alla fine del 2023, è chiuso in un cassetto. Da quel cassetto deve uscire al più presto perché il lavoro da fare è tanto e non è certo ‘limitato’ al dissesto idrogeologico”.

Il report del WWF indica anche un tema raramente affrontato, quello che l’IPCC, il Panel scientifico delle Nazioni Unite sul Cambiamento Climatico, definisce “Maladaptation” (cattivo adattamento): la situazione che si verifica quando le azioni intraprese per aiutare le comunità ad adattarsi al cambiamento climatico, determinano, al contrario, un aumento della vulnerabilità stessa. Da tutti i contributi del report emergono almeno due indicazioni: 1) l’adattamento non può essere un ghetto, ma deve pervadere tutte le politiche pubbliche e private, fino ad arrivare a un nuovo modello di città, adeguando risorse, organizzazione e strumenti; 2) i meccanismi partecipativi, il coinvolgimento di popolazione e stakeholders sono essenziali per questo processo. 

URBAN NATURE 2025, APPUNTAMENTO IL 4 E 5 OTTOBRE

La salute degli ecosistemi naturali è la nostra migliore garanzia per il futuro. Di questo parla il WWF in occasione di Urban Nature, il festival annuale dedicato alla natura in città che per questa nona edizione torna sabato 4 e domenica 5 ottobre in tutta Italia con circa 100 iniziative fra passeggiate naturalistiche, laboratori didattici, attività nei musei scientifici e molto altro. Il WWF sarà presente in particolare in tanti orti botanici italiani, ma anche giardini storici, parchi e oasi urbani, fino all’evento centrale che si terrà il 5 ottobre all’Orto Botanico di Roma. 

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