Il 13 ottobre si celebra la Giornata internazionale per la riduzione del rischio di disastri naturali, un’occasione pensata dalle Nazioni Unite per riflettere sull’importanza di creare comunità più sicure e resilienti.
L’aumento del costo delle catastrofi riflette il crescente impatto del cambiamento climatico e le scarse scelte di sviluppo, dice l’Onu. A livello globale, i paesi affrontano eventi sempre più estremi, senza una pianificazione adeguata al rischio. Secondo il Global assessment report on disaster risk reduction 2025, tra il 1970 e il 2000 i costi diretti dei disastri naturali sono stati in media tra i 70-80 miliardi di dollari l’anno, mentre tra il 2001 e il 2020 sono aumentati fino a 180-200 miliardi di dollari. Ma il costo complessivo è in realtà molto più alto e ammonta a circa 2,3 trilioni di dollari, undici volte superiore alle sole perdite dirette.
L’Europa e soprattutto l’Italia, dove il surriscaldamento del clima corre a velocità doppia rispetto alla media globale, sono particolarmente esposti a danni da catastrofi naturali.
Nonostante ciò, gli investimenti globali nella riduzione del rischio di catastrofi rimangono minimi. “Con l’accelerare della crisi climatica, i disastri si moltiplicano e si amplificano devastando vite e mezzi di sussistenza, cancellando in un istante decenni di progressi nello sviluppo. – spiega il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres – Eppure, i finanziamenti per ridurne le conseguenze restano pericolosamente bassi. Solo il 2% degli aiuti allo sviluppo e spesso meno dell’1% dei bilanci governativi sono destinati alla riduzione del rischio di disastri. Non è solo una lacuna, è un errore di calcolo. Ogni dollaro investito in infrastrutture resilienti nei Paesi in via di sviluppo fa risparmiare 4 dollari quando si verificano disastri”.
Un problema fondamentale è che le strategie economiche sia pubbliche che private spesso ignorano i rischi di catastrofi. Il settore privato, che controlla il 75% degli investimenti, spesso trascura le minacce climatiche, aumentando la vulnerabilità e le potenziali perdite. Le Nazioni Unite spingono affinché le strategie nazionali integrino le strategie contro il rischio da disastri e l’adattamento climatico. “I governi dovrebbero potenziare il settore privato con regolamenti, dati di rischio e incentivi per promuovere investimenti resilienti”.