Si è svolto a Torino, presso l’Auditorium della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, il primo congresso nazionale di Slow Fiber, la rete fondata nel novembre 2022 su iniziativa di Slow Food e di un gruppo di aziende italiane del tessile accomunate dall’obiettivo di applicare al settore i principi del “buono, pulito e giusto”, arricchiti dal valore della durabilità.
A tre anni dalla sua nascita, Slow Fiber riunisce oggi 29 imprese italiane della moda e dell’arredamento, per un totale di 6.800 addetti e un giro d’affari complessivo di 1,2 miliardi di euro. Le aziende aderenti coprono l’intera filiera, dalla fibra alla confezione, dalla filatura alla stampa, dalla tintura al ricamo, custodendo un patrimonio unico di saper fare artigianale e innovazione tecnologica.
L’obiettivo della rete è diffondere consapevolezza sull’impatto ambientale e sociale del tessile, promuovendo filiere locali trasparenti e responsabili e costruendo alleanze con realtà che condividono gli stessi valori di sostenibilità e giustizia.
Un congresso per riflettere sul futuro del tessile sostenibile
Il primo Congresso del Tessile Sostenibile di Slow Fiber ha rappresentato un momento di confronto tra esperti, imprenditori e studenti. Un incontro pensato per ridefinire il ruolo della moda e dell’arredamento nel contesto della transizione ecologica e per indicare una nuova direzione al settore: quella di una produzione capace di generare valore reale, durevole nel tempo e rispettosa delle persone e dell’ambiente.
“Solo un tessile che dura, che crea valore per chi lo produce e per chi lo usa, può dirsi davvero bello,” ha dichiarato Dario Casalini, fondatore di Slow Fiber, aprendo i lavori della giornata.
Accanto a lui, Carlo Petrini, fondatore di Slow Food, ha ricordato come “trasferire i valori del buono, pulito e giusto dal cibo al tessile sia un atto naturale, se si ha a cuore il futuro del Pianeta che abitiamo”. Un approccio, quello di Slow Fiber, che mira a ripensare l’intero ciclo produttivo, dalla materia prima al consumo, ispirandosi ai principi dell’economia circolare e della sobrietà.
L’intervento delle istituzioni
Tra gli interventi istituzionali, la vicepresidente della Regione Piemonte, Elena Chiorino, ha definito Slow Fiber “la manifattura visionaria di domani”. “Il pensiero critico, quindi costruttivo, che caratterizza questa rete – ha affermato – deve essere tradotto in azioni concrete. La Regione è pronta a sostenere il progetto con gli investimenti necessari. A dispetto del nome, Slow Fiber deve lavorare velocemente per rendere concreti i suoi ideali.”
La giornata ha ospitato numerosi contributi sul tema dell’impatto ambientale e sociale del comparto tessile, con particolare attenzione alle criticità legate all’overproduction, agli sprechi e alla necessità di un quadro normativo equo che consenta a tutte le imprese di operare con regole condivise e trasparenti.
Verso un appuntamento annuale
Il congresso segna un momento di svolta per la rete, che a tre anni dalla fondazione si pone l’obiettivo di trasformare l’incontro in un appuntamento ricorrente di dialogo e progettazione condivisa.
“Abbiamo gettato le basi di un percorso comune,” ha concluso Casalini, sottolineando la necessità di coinvolgere nei prossimi appuntamenti anche l’industria di marca, le istituzioni nazionali e le nuove generazioni.
Slow Fiber si conferma così come un laboratorio collettivo per il futuro del tessile italiano, in cui tradizione e innovazione si intrecciano per dare vita a un modello produttivo più etico, durevole e consapevole.











