Con un discorso dai toni forti e un invito all’unità globale, il presidente brasiliano Luiz Inácio Lula da Silva ha aperto la Cop30, la conferenza delle Nazioni Unite sul clima.
“Controllano gli algoritmi, seminano odio, diffondono paura, attaccano la scienza e le istituzioni. È il momento di infliggere una nuova sconfitta ai negazionisti”, ha dichiarato Lula, inaugurando i lavori nel cuore dell’Amazzonia.
Il presidente ha richiamato l’urgenza di agire di fronte alle emergenze climatiche, citando gli uragani nei Caraibi, gli incendi in Africa e in Europa e le inondazioni in Sud America, e ha affermato che “il clima non è una minaccia futura, ma una tragedia presente”.
Un appello all’azione in tre punti
Nel suo intervento, Lula ha illustrato il nuovo Appello all’Azione, articolato in tre parti: il rispetto degli impegni assunti dai Paesi, l’accelerazione delle misure di riduzione della dipendenza dai combustibili fossili e il coinvolgimento delle popolazioni più vulnerabili nei processi di adattamento.
“Dobbiamo porre le persone al centro dell’agenda climatica – ha spiegato –. Il riscaldamento globale può spingere milioni di persone verso la fame e la povertà, aggravando le disuguaglianze già esistenti. È fondamentale riconoscere il ruolo dei territori indigeni e delle comunità tradizionali negli sforzi di mitigazione.”
Il presidente ha poi proposto la creazione di un Consiglio per il Clima collegato all’Assemblea generale delle Nazioni Unite, “un passo necessario per trasformare le parole in azioni”.
Belém capitale mondiale del clima
“Organizzare la Cop nel cuore dell’Amazzonia è stato un compito arduo, ma necessario”, ha dichiarato Lula. “La foresta non è un’entità astratta: è la casa di oltre 50 milioni di persone. Portare qui la conferenza significa affermare che quando c’è volontà politica, nulla è impossibile”.
Lula ha definito la Cop30 “la Cop della verità”, invitando i Paesi a non rinviare ulteriormente gli impegni climatici e a “ridurre le asimmetrie tra Nord e Sud del mondo, forgiate da secoli di emissioni”.
L’Italia annuncia 3,4 miliardi per la finanza climatica
Alla conferenza di Belém partecipa anche la delegazione italiana guidata dal ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, che ha presentato i nuovi impegni del Paese nel campo della finanza per il clima.
“L’Italia partecipa alla Cop30 con ambizione e fiducia. A dieci anni dall’Accordo di Parigi non sono ammessi passi indietro”, ha dichiarato Pichetto in una conferenza stampa presso la sede dell’Associazione della Stampa Estera.
Il ministro ha annunciato che il contributo italiano alla finanza climatica è cresciuto a 3,44 miliardi di euro, rispetto agli 838 milioni del 2023. Le risorse comprendono 1,67 miliardi di fondi pubblici e 1,77 miliardi di capitali privati mobilitati attraverso strumenti pubblici, come il Fondo Italiano per il Clima, il Piano Mattei per l’Africa, e i programmi di SACE e Simest a sostegno della transizione energetica globale.
Innovazione e cooperazione internazionale
Pichetto ha inoltre sottolineato il ruolo dell’innovazione tecnologica e della cooperazione multilaterale per raggiungere la neutralità climatica, citando l’iniziativa 3DEN (sviluppata con UNEP e IEA) e il programma Youth4Climate, che ha già finanziato 150 progetti promossi da giovani di diversi Paesi.
Ha poi riconosciuto i progressi di Stati Uniti e Cina nel campo della mitigazione climatica, pur in un contesto geopolitico complesso: “È già successo che gli Stati Uniti si siano ritirati dall’Accordo di Parigi, ma oggi entrambi i Paesi stanno compiendo passi importanti verso l’energia pulita.











