Il 14 novembre il movimento Fridays for Future e numerose organizzazioni universitarie hanno riportato in piazza il tema della crisi climatica assieme alla protesta contro l’economia di guerra. Decine di migliaia di persone, tra studenti associazioni ambientaliste, comitati e sindacati di base, si sono ritrovate in corteo in diverse città italiane, anche in aperta opposizione al governo Meloni e alle sue politiche. A Torino, dove hanno sfilato in corteo oltre duemila persone, abbiamo intervistato Livio di Resistenza Verde, la rete dei comitati per la difesa del verde cittadino, che ha partecipato alla mobilitazione.
Perché siete in piazza oggi?
Siamo in piazza perché la difesa del verde va a braccetto con il ripudio della guerra e perché l’economia del riarmo va a detrimento di un’economia che difenderebbe davvero il verde. Non vogliamo un’economia che spende i nostri soldi per riarmarci, per la difesa, per la sicurezza, ma vogliamo un’economia che sia al servizio delle cittadine e dei cittadini, delle scuole, della sanità e del verde pubblico. La difesa del verde passa anche attraverso la difesa del nostro ripudio della guerra.
In una città come Torino quali sono secondo te le criticità principali e su cosa si dovrebbe agire?
A Torino bisognerebbe innanzitutto cercare di riconvertire per quanto possibile l’impianto urbano per una mobilità diversa. Poi bisognerebbe evitare di utilizzare i parchi e le riserve naturali urbane come dei parchi giochi per i cittadini. Ci sono molti progetti che devastano il verde pubblico torinese per fare attività piuttosto fantasiose di educazione ambientale e sportiva, come ad esempio sta succedendo al Meisino. Oppure per la costruzione di nuovi supermercati di cui non abbiamo affatto bisogno. Al contrario bisognerebbe rilanciare il commercio di prossimità, invece che adeguarsi alla sola economia della grande distribuzione organizzata che non fa altro che impoverire le nostre strade, i nostri quartieri e renderci ancora più individualizzati.
Avete qualche appuntamento in programma prossimamente?
Il 30 novembre abbiamo un incontro sulle connessioni tra la riconversione della nostra economia all’economia di guerra e la devastazione del territorio e dell’ambiente. Si terrà presso la bocciofila Rami Secchi, dove a partire dalle 10 del mattino ci saranno Linda Maggiori, attivista e giornalista che si occupa di verde e di Palestina, e Vittorio Martone, sociologo dell’Università di Torino. Parteciperanno anche l’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università e altri comitati, con cui cercheremo di fare il punto su quanto sta avvenendo e su cosa si può fare per contrastare questa deriva.











