Alluvioni, Greenpeace: “I governi smettano di proteggere le aziende fossili”

Greenpeace Italia esprime vicinanza alle comunità del Friuli-Venezia Giulia e di altre regioni colpite dalle gravi alluvioni delle ultime ore, con particolare preoccupazione per le persone ancora disperse. L’organizzazione sottolinea come in alcune zone siano cadute in 12 ore le piogge di due mesi, segno dell’aumento di frequenza e intensità degli eventi estremi in un clima destabilizzato. Secondo i dati dell’Indice di Rischio Climatico, negli ultimi decenni gli eventi meteorologici estremi hanno provocato nel mondo. Riceviamo e condividiamo il comunicato stampa di Greenpeace

Alluvioni, Greenpeace: "I governi smettano di proteggere le aziende fossili"

Greenpeace Italia esprime profonda vicinanza alle comunità del Friuli-Venezia Giulia  e di altre Regioni d’Italia colpite dalle alluvioni delle ultime ore e manifesta particolare preoccupazione per le persone ancora disperse. 

“Le piogge eccezionali, gli allagamenti e le frane che stanno colpendo il centro-nord confermano quanto gli eventi estremi stiano diventando più frequenti e più intensi in un clima ormai destabilizzato”, dichiara Chiara Campione, direttora esecutiva di Greenpeace Italia. 

In alcune zone, in appena 12 ore, si sono registrate le precipitazioni che di solito si registrano in due mesiLa crisi climatica, ricorda l’organizzazione ambientalista, ha costi umani, sociali ed economici altissimi, che ricadono sulle persone e sulla spesa pubblica. Secondo i recenti dati dell’Indice di Rischio Climatico (CRI), tra il 1995 e il 2024 nel mondo si sono verificati oltre 9.700 eventi meteorologici estremi, con più di 830.000 vittime e oltre 4.500 miliardi di dollari di danni diretti, confermando che la crisi climatica non è un’ipotesi futura, ma una drammatica realtà che stiamo già vivendo.

In queste stesse ore, alla COP30 di Belém si discute dell’uscita globale dai combustibili fossili e della protezione degli ecosistemi, decisioni che incidono direttamente sulla sicurezza delle persone e sulla lotta alla crisi climatica – sottolinea Campione – Di fronte a quello che sta vivendo il nostro Paese, non possiamo più permetterci mezze misure. La transizione energetica e la protezione del territorio non sono scelte politiche, ma un dovere verso le persone che oggi rischiano la vita. I dati della comunità scientifica lo confermano senza possibilità di equivoci: i governi non possono più ignorare il problema, devono smettere di proteggere le aziende fossili, principali responsabili della crisi climatica, e farle finalmente pagare per i danni che stanno causando. È questo il passo concreto che serve adesso”.

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