Aperto a Roma il Congresso Nazionale Isde: salute e ambiente sono inseparabili

Al via il 23 novembre il congresso dei Medici per l'Ambiente. Una giornata intensa, che ha riunito non solo medici, ma anche ricercatori, istituzioni e rappresentanti internazionali per affrontare i temi cruciali della salute ambientale in un contesto caratterizzato dalla tripla crisi planetaria: cambiamento climatico, inquinamento e perdita di biodiversità. I fondatori hanno ripercorso la storia di Isde, nata nel '90 con un’idea ancora oggi cardine: la salute umana è inseparabile dalla salute dell’ambiente.

Si è aperto domenica 23 novembre a Roma, presso l’Auditorium Aboca, il Congresso Nazionale 2025 di Isde Italia, dedicato al 35° anniversario della fondazione dell’associazione dei medici per l’ambiente. Una giornata intensa, che ha riunito non solo medici, ma anche ricercatori, istituzioni e rappresentanti internazionali per affrontare i temi cruciali della salute ambientale in un contesto caratterizzato dalla tripla crisi planetaria: cambiamento climatico, inquinamento e perdita di biodiversità.

Nella sessione inaugurale, i fondatori Roberto RomiziWerner NussbaumerHanns Moshammer e Peter Van den Hazel hanno ripercorso la storia di Isde, nata nel 1990 con un’idea che oggi è alla base delle strategie globali dell’Oms: la salute umana è inseparabile dalla salute dell’ambiente.

Nel suo intervento dedicato ai 35 anni dell’associazione, Romizi ha sottolineato come Isde abbia anticipato temi oggi centrali: eliminazione del piombo, pesticidi tossici, contaminanti emergenti (PFAS, plastiche, microinquinanti), inquinamento atmosferico, acqua, e l’impatto ambientale delle attività militari. “Non c’è medicina che curi ciò che non cura l’ambiente, la giustizia e la pace”, ha affermato, ricordando anche l’eredità scientifica di Lorenzo Tomatis, pioniere della prevenzione primaria.

L’inquinamento atmosferico è il nuovo tabacco: l’allarme dell’Oms

Momento centrale della giornata è stato l’intervento di Maria Neira dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, che ha lanciato un messaggio forte e inequivocabile: “L’inquinamento atmosferico è il nuovo tabacco. Ogni giorno di ritardo costa vite umane.” Neira ha ricordato che l’aria inquinata causa più di 8 milioni di morti premature all’anno nel mondo e rappresenta oggi uno dei più potenti determinanti di disuguaglianza sanitaria. “Le persone non scelgono l’aria che respirano. È un’esposizione involontaria, come il fumo passivo”.

L’Italia, ha sottolineato, è tra i Paesi europei più colpiti: inquinamento cronico, alta densità urbana, aumento degli eventi estremi legati alla crisi climatica. “Il miglioramento della qualità dell’aria è una delle azioni più efficaci per salvare vite subito”, ha aggiunto.

Attività militari e salute, infertilità giovanile

Tra gli interventi più attesi, quello di Antonella Litta, che ha evidenziato l’impatto ecologico delle attività militari. Secondo l’osservatorio Ceobs (Conflict and Environment Observatory), se considerate come “settore”, le forze armate mondiali rappresentano la quarta fonte globale di emissioni climalteranti. “Ogni guerra lascia un’eredità tossica che dura decenni”, ha affermato. Isde chiede che il peso ecologico delle attività militari entri nei negoziati climatici e nelle politiche di salute pubblica.

Un contributo rilevante è arrivato anche da Luigi Montano (EcoFoodFertility), che ha illustrato il drastico declino della fertilità maschile come indicatore precoce della crisi ambientale. Secondo Oms e metanalisi recenti, la conta spermatica totale è diminuita del 62% negli ultimi 45 anni. “La fertilità è un organo-sentinella: racconta l’impatto dell’inquinamento prima che emergano malattie croniche”, ha spiegato Montano, evidenziando la vulnerabilità della fascia 18–25 anni e la necessità di nuovi modelli di prevenzione primaria centrati sui giovani.

Per un’ecologia della cura

Nel suo intervento, il professor Giuseppe Buffon ha richiamato l’urgenza di una “ecologia della cura”, sottolineando come la crisi ambientale sia innanzitutto una crisi di relazione tra esseri umani e natura. Ripercorrendo l’evoluzione culturale che ha portato al dominio dell’uomo sulla Terra, Buffon ha evidenziato la necessità di superare la falsa dicotomia tra economia ed ecologia e di adottare la prospettiva dell’ecologia integrale, in cui ambiente, giustizia sociale, salute e pace sono dimensioni inseparabili. Un richiamo forte a “riconciliare l’essere umano con la Terra”, recuperando stupore, responsabilità e senso del limite.  

La giornata si è chiusa con tre interventi. Rodolfo Saracci ha ricordato l’eredità scientifica di Tomatis e il ruolo della medicina preventiva. Agostino Di Ciaula ha evidenziato la difficoltà nel tradurre la scienza in politiche efficaci: “La prevenzione non è un costo: è la forma più avanzata di cura”. Vyvyan Howard ha presentato dati sulle interferenze cellulari legate a sostanze tossiche e sulla perdita di QI nei bambini esposti.

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