Rinnovabili, Coordinamento Free: “Decreto Transizione 5.0 blocca gli investimenti”

In Senato il Coordinamento delle aziende delle rinnovabili ha segnalato criticità nella gestione degli incentivi per la Transizione 5.0 e nella nuova disciplina sulle aree idonee per gli impianti rinnovabili, evidenziando la riduzione dei fondi, la mancanza di trasparenza, le difficoltà operative e l’assenza di un regime transitorio che rischiano di bloccare investimenti, rallentare autorizzazioni e minare la fiducia delle imprese

Rapporto Energia 2025 di Iea Transizione 5.0 aree idonee FREE Senato

Continua a suscitare critiche e richieste di revisione il decreto Transizione 5.0 del governo Meloni. Dopo le proteste degli ambientalisti arrivano le rimostranze del Coordinamento Free che sottolinea le numerose criticità della norma. Nel corso dell’audizione presso l’8ª Commissione del Senato, il Coordinamento delle aziende delle rinnovabili ha sottolineato soprattutto che il Decreto mina le capacità di investire nella Transizione 5.0 e nello sviluppo degli impianti da fonti green.

Il Coordinamento ha denunciato la riduzione delle risorse disponibili per la misura Transizione 5.0 e la successiva comunicazione dell’esaurimento dei fondi con contestuale blocco del caricamento delle pratiche sul portale GSE, avvenuti senza una preventiva informazione sulla reale disponibilità finanziaria. Una dinamica che, secondo FREE, ha prodotto effetti retroattivi su progetti già avviati o in fase di avvio, compromettendo la fiducia delle imprese.

A questo si è aggiunta una gestione definita “caotica” delle scadenze: riaperture dei termini molto ravvicinate, obblighi comunicati con poco preavviso, PEC difficili da interpretare, guida operativa pubblicata il giorno stesso della scadenza iniziale e ulteriore proroga comunicata dal GSE nelle ultime ore. Condizioni che, per FREE, hanno costretto aziende e professionisti a operare in tempi ridottissimi, con conseguente aumento del rischio di errori.

Il Coordinamento chiede che i controlli del GSE siano improntati al buon senso e non penalizzino per mere irregolarità formali, che durante l’istruttoria sia garantito un confronto tecnico, come già avviene per altri strumenti, e che le associazioni siano coinvolte nella definizione della nuova versione della Transizione 5.0 prevista nella bozza della legge di bilancio.

FREE ha inoltre posto l’accento sul tema delle aree idonee per la realizzazione di impianti rinnovabili, definendo la nuova disciplina troppo restrittiva. L’associazione ha ricordato come le FER siano fondamentali per ridurre dipendenze energetiche e costi, citando i risultati dell’asta FERX transitoria, dove il fotovoltaico ha registrato un prezzo medio di 56,8 €/MWh, inferiore di oltre il 50% rispetto al PUN medio dei primi undici mesi del 2025.

Secondo FREE, il quadro normativo attuale presenta però vari elementi di incertezza: assenza di un regime transitorio per i procedimenti avviati prima dell’entrata in vigore delle nuove norme, riduzione delle superfici qualificabili come idonee, indebolimento della solar belt, che permetteva l’installazione di impianti vicino ai consumi industriali, e permanenza di divieti generalizzati per il fotovoltaico a terra su suolo agricolo, senza distinzione tra aree produttive e terreni marginali.

Tra le richieste avanzate figurano l’introduzione immediata di un transitorio tramite decreto correttivo o nota di chiarimento, il ripristino della solar belt, criteri più mirati per distinguere i terreni agricoli in funzione dell’effettiva coltivabilità, la revisione delle fasce di rispetto che rischiano di rendere impossibile individuare aree idonee, e la semplificazione per i cavidotti di connessione, evitando l’obbligo di idoneità anche per le opere interrate.

In conclusione, FREE auspica che la conversione delle norme in discussione rappresenti un’occasione per ristabilire certezza del diritto, regole coerenti e tempi amministrativi compatibili con gli obiettivi di sviluppo delle energie rinnovabili, ritenute indispensabili per sostenere imprese, investitori e territori nella transizione energetica.

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