La discussione aperta in Senato sul decreto legge “Transizione 5.0” prosegue con nuove osservazioni da parte delle Regioni. Il 2 dicembre 2025, la Sardegna ha illustrato davanti all’8ª Commissione permanente le proprie proposte di modifica al disegno di legge n. 1718, collegato al decreto-legge 175/2025 sulle misure urgenti per la produzione di energia da fonti rinnovabili e sull’individuazione delle aree idonee.
L’assessore regionale dell’Industria Emanuele Cani ha depositato una memoria e un pacchetto di emendamenti elaborati congiuntamente dagli assessorati dell’Industria, dell’Ambiente e dell’Urbanistica, sotto la supervisione della Presidenza della Regione. Nel suo intervento ha evidenziato le criticità legate all’utilizzo della decretazione d’urgenza e alla mancata acquisizione dell’intesa in Conferenza Unificata, osservando che questa impostazione limita il coinvolgimento delle Regioni e delle Province autonome in una materia – energia e governo del territorio – che rientra nella competenza concorrente e, per la Sardegna, anche in quella primaria.
Secondo Cani, tale scelta rischia di compromettere il principio di leale collaborazione tra Stato e autonomie, richiamato più volte dalla Corte costituzionale. La memoria sottolinea inoltre che la definizione centralizzata delle aree idonee rappresenta una compressione delle prerogative regionali in materia di governo del territorio, in possibile contrasto con l’articolo 117 della Costituzione.
Gli emendamenti presentati dalla Regione mirano a ristabilire un equilibrio nella disciplina, attraverso proposte che prevedono un rafforzamento del ruolo programmatorio regionale, in particolare per gli enti a statuto speciale, e una maggiore tutela dei contesti agricoli e paesaggistici. Tra le richieste avanzate figurano la limitazione dell’idoneità ai soli suoli compromessi o degradati, la salvaguardia dei paesaggi rurali storici e delle aree agricole di pregio, la protezione effettiva dei siti UNESCO e delle relative fasce di rispetto, e una disciplina più equilibrata dell’agrivoltaico e dell’uso degli invasi idrici.
Un ulteriore elemento riguarda la possibilità, per le Regioni che hanno già raggiunto gli obiettivi di potenza installata, di modulare le proprie scelte territoriali, così da evitare un impatto eccessivo degli impianti FER nelle zone più sensibili dell’Isola. Cani ha chiarito che gli emendamenti “mirano a limitare la realizzazione di impianti nelle aree dove inciderebbero in modo significativo sulla tutela del patrimonio culturale e paesaggistico”, richiamando l’esigenza di criteri più stringenti per una transizione energetica realmente sostenibile.
La Regione ha infine annunciato che ulteriori proposte potranno essere presentate nel corso dei lavori tecnici e politici delle prossime settimane, con l’obiettivo di contribuire a una revisione del decreto che garantisca certezza normativa, tutela del territorio e strumenti coerenti con gli obiettivi nazionali ed europei sulle energie rinnovabili.











