Al via lo “storico vertice Onu per trasformare i sistemi alimentari” ma non mancano le voci critiche

Tutto pronto per il Food Systems Summit 2021 delle Nazioni Unite, il vertice sui sistemi alimentari che si terrà il 23 settembre a New York nel quadro dell’Assemblea generale Onu e che viene presentato come "un incontro storico destinato a innescare la trasformazione dei sistemi alimentari in tutto il mondo" rendendoli "più inclusivi, resilienti e sostenibili". L'organizzazione umanitaria Azioni per la Fame: "Riflessone necessaria ma rimaniamo critici sull'agenda, sulle prioritaà e sul mancato coinvolgimento di chi soffre la fame"

Tutto pronto per il Food Systems Summit 2021 delle Nazioni Unite, il vertice sui sistemi alimentari che si terrà il 23 settembre a New York nel quadro dell’Assemblea generale Onu e che viene presentato come “un incontro storico destinato a innescare la trasformazione dei sistemi alimentari in tutto il mondo con una maratona di impegni da parte di governi, sostenitori, comunità e imprese”.

Il programma prevede la partecipazione di oltre 85 capi di stato e di governo e arriva a seguito di un processo di 18 mesi durante i quali 148 paesi hanno ospitato dialoghi nazionali con attori chiave in ogni fase, per sviluppare strategie nazionali che portino a sistemi più inclusivi, resilienti e sostenibili.

“Dopo 18 lunghi mesi, il mondo è alla vigilia di un vertice che mira a cambiare la traiettoria del progresso globale, unendo tutti in un impegno condiviso per raggiungere gli obiettivi di sviluppo sostenibile e i diritti umani fondamentali al loro centro”, ha affermato Agnes Kalibata, inviata speciale del Segretario generale delle Nazioni Unite per il summit.

A valle di circa 600 dialoghi con gli Stati membri delle Nazioni Unite che hanno coinvolto più di 45.000 persone, circa 80 paesi hanno già presentato i loro percorsi nazionali prima dell’evento, un numero che dovrebbe continuare a crescere fino alla fine della settimana.

“Nell’ultimo anno e mezzo gli Stati hanno lavorato instancabilmente per rendere i sistemi alimentari una priorità assoluta con un programma di dialoghi senza precedenti” – ha affermato David Nabarro, Senior Adviser on Food Systems Summit Dialogues – “Questi dialoghi sono diventati una base fondamentale per la trasformazione dei sistemi alimentari che è urgentemente necessaria per guidare una ripresa dal Covid e raggiungere i nostri obiettivi condivisi in questo cruciale decennio di azione fino al 2030”.

Il terzo rapporto sui dialoghi tra Stati membri, pubblicato questa settimana, riassume i risultati di quasi 450 eventi convocati in 105 paesi. Molti dialoghi tra Stati membri si sono concentrati su una combinazione delle cinque aree prioritarie del vertice, o percorsi d’azione, per garantire che i sistemi alimentari siano adatti al futuro delle persone, del pianeta e della prosperità, come stabilito nell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile.

Non mancano tuttavia le perplessità. L’organizzazione umanitaria Azione contro la Fame pur accogliendo “con favore l’avvio dei lavori del Food System Summit“, ritiene che la governance del vertice “non abbia garantito la giusta centralità e il dovuto coinvolgimento a coloro che soffrono maggiormente la fame e sono direttamente coinvolti nelle attività legate alla produzione di cibo”. Il direttore generale, Simone Garroni, dice: “Il principio della ‘sovranità alimentare’ e il diritto al cibo devono essere al centro della trasformazione dei sistemi alimentari. Per questa ragione, riteniamo che l’unica strada possibile per assumere decisioni che siano all’altezza delle sfide sia il protagonismo delle comunità interessate: piccoli agricoltori, lavoratori agricoli, allevatori, oltre che i rappresentanti dei territori che, oggi, più di altri patiscono la fame”.

“Pur riconoscendo la legittimità del coinvolgimento delle multinazionali dell’agribusiness – prosegue Garroni -, crediamo che non debbano essere loro a guidare la discussione o a plasmare l’agenda del vertice. Non si può infatti escludere dall’analisi del problema l’impatto dei sistemi alimentari agroindustriali sulla fame, sul clima, sulla biodiversità e sulla crisi sociale in atto”.

Azione contro la Fame rileva, poi, che il summit “non risulta conferire una adeguata priorità all’agroecologia contadina come perno della strategia di trasformazione dei sistemi alimentari. Le pratiche miste coltura-allevamento sono molto più efficienti dal punto di vista energetico rispetto alle monocolture industriali e agli allevamenti intensivi. Inoltre, mentre pesticidi e fertilizzanti chimici devastano il suolo e la biodiversità, l’agroecologia mira a trovare una simbiosi con l’ambiente”.

Azione contro la Fame si augura “che il Food System Summit sia solo un punto di partenza. Ci saranno nel prossimo futuro altri appuntamenti internazionali, dal prossimo G20, che si svolgerà in Italia nel mese di ottobre, alla COP26, fino a Nutrition for Growth. È necessario profondere maggiore coraggio e adottare un ‘approccio olistico’ al tema della nutrizione, capace di intervenire su più piani paralleli, consapevoli che per contrastare la fame occorra agire sulle sue cause strutturali”.