Secondo la ricerca, le polveri sottili, il biossido di azoto e l’ozono restano tra i principali fattori di rischio per la salute urbana. La coordinatrice del progetto per ENEA, Alessandra De Marco, ha spiegato che aumentare la presenza di alberi in città produrrebbe effetti positivi multipli: miglioramento della qualità dell’aria, mitigazione delle ondate di calore, conservazione della biodiversità e incremento del benessere collettivo.
Lo studio ha preso in considerazione vent’anni di dati ambientali e sanitari a livello europeo, rilevando che dal 2000 al 2019 la copertura arborea media è aumentata solo di 0,76 punti percentuali, mentre la mortalità attribuibile all’inquinamento atmosferico è calata in media del 3,4%. Nel 2019, solo 130 delle 744 città analizzate hanno superato la soglia del 30% di copertura arborea. In Italia, il dato raggiunge il 32% a Napoli, il 24% a Roma e il 9% a Milano.
Secondo le stime, raggiungere il 30% di verde urbano ridurrebbe le morti premature del 9,4% legate al particolato fine PM2,5, del 7,2% da biossido di azoto e del 12,1% da ozono. Al contrario, una diminuzione drastica delle aree verdi porterebbe a un incremento della mortalità, stimato in oltre 25mila decessi aggiuntivi ogni anno nell’Unione europea.
Il rapporto richiama anche le linee guida delle Nazioni Unite (UNECE) con la strategia “3-30-300”: tre alberi visibili da ogni abitazione o luogo di lavoro, il 30% di copertura arborea per quartiere e una distanza massima di 300 metri tra la propria abitazione e un parco o spazio verde pubblico.
La Strategia Ue per la biodiversità 2030 prevede la piantumazione di almeno tre miliardi di alberi entro la fine del decennio. Per raggiungere questo traguardo, ENEA suggerisce che i programmi di piantumazione non si limitino agli spazi pubblici, ma coinvolgano anche aree private e periurbane. L’indicazione è di accompagnare tali interventi con politiche di riduzione delle emissioni e soluzioni complementari come corridoi di aria fredda e tetti verdi, così da massimizzare i benefici e rendere le città più resilienti ai cambiamenti climatici.