Bari, riqualificazione San Cataldo: senza piani di mobilità sarà una morsa di traffico

L’intervento sul lungomare e la nuova spiaggia attrezzata potrebbero aumentare il caos automobilistico nel quartiere Marconi, l’esperto di mobilità sostenibile Lello Sforza: "Mancano piani concreti per gestire gli spostamenti". Il Comune sotto osservazione per il mancato adempimento delle linee guida ministeriali

Bari riqualificazione San Cataldo

Proseguono i lavori per la cosiddetta “rinascita” di San Cataldo, al quartiere Marconi di Bari, zona Fiera. Non solo “riqualificazione” del lungomare con pedonalizzazioni e realizzazione di nuove aree per le attività sportive, ludiche e ricreative (campi di pallavolo, pallacanestro, calcetto), ma ora anche una nuova spiaggia attrezzata del ristorante “Provolina”, con  tutti i servizi relativi. Tutti questi interventi aumenteranno il flusso di avventori, non solo di sera e nei mesi caldi, ma anche di giorno.

Tutti in auto? E dove le metteranno? Si rischia un nuovo delirio.

La cosiddetta riqualificazione non può essere considerata assolutamente, come affermato dal Sindaco Vito Leccese, verde e ambientalista, un modello da replicare in altri tratti della costa cittadina. Specie se si continuano ad ignorare i problemi di accessibilità del nuovo polo attrattore di traffico che farà scoppiare tutto il quartiere dove insiste anche la Fiera del Levante, il CUS e cantieri navali limitrofi.

Il modo in cui l’amministrazione comunale di Bari stia trattando/ignorando il tema mobilità del quartiere Marconi-San Cataldo, sia dei residenti che saranno letteralmente imprigionati a casa loro o non potranno più rientrare di sera, sia degli avventori che a migliaia saranno attratti, tutti in auto, dai nuovi servizi, fa presagire che quella zona sarà meglio evitarla completamente. Altro che buona pratica da replicare!

Peccato che nessuno chieda al sindaco e  all’assessore comunale alla mobilità in che maniera vengano messe in atto le misure previste dal PUMS della Città Metropolitana, in vigore da maggio dello scorso anno, per ridurre traffico, congestione e incidenti e riconvertire gli spostamenti dall’auto privata alla multimobilità e al riequilibrio modale, mediante infrastrutture e servizi: in ossequio al nuovo regolamento UE 2024/1679 sulle reti TEN T gli enti titolari, a partire dal 2027, sono obbligati non solo al monitoraggio dei risultati ma anche alla trasmissione dei dati a Bruxelles. Quindi che si  sta facendo in concreto?

E come viene data attuazione alla normativa sul mobility management che prevede la redazione e l’attuazione di piani degli spostamenti casa-scuola e casa-lavoro? Addirittura un decreto sul mobility management del 2000, obbligava anche i poli attrattori temporanei e stagionali che generano grandi flussi di pubblico come Fiere, eventi culturali e turistici, l’obbligo di attuare i piani degli spostamenti.  

La soluzione parcheggi (oltre a nuova viabilità) prevista dal Master Plan della Fiera del Levante, di cui alla delibera approvata a fine 2024, va contro gli obiettivi di PUMS e mobility management, ed è da bocciare perchè genera nuovo traffico, procura consumo di suolo e crea di nuove isole di calore.

Poicheé quanto non fatto a San Cataldo è un indicatore spia dell’approccio generale, cosa è stato scritto nel questionario del MIT indirizzato ai mobility manager di area che anche il Comune di Bari dovrebbe aver restituito compilato entro lunedì 14 aprile? 

Articolo precedenteEventi estremi, riscaldamento e poca decarbonizzazione: Italia sempre lontano da obiettivi climatici
Articolo successivoPapa Francesco a Torino nel 2015, così iniziò l’avventura con gli Ecomori