Con l’approvazione del Building Energy Act la Germania torna indietro sullo stop alle caldaie a gas

Il parlamento tedesco ha approvato il Building Energy Act, provvedimento che mira ad aumentare gradualmente la quantità di fonti energetiche rinnovabili utilizzate per il riscaldamento di case ed edifici. Inizialmente la norma avrebbe imposto un taglio netto alle caldaie a combustibili fossili a partire dal 2024, consentendo solo nuovi impianti di riscaldamento alimentati per almeno il 65% da fonti rinnovabili. Il Bundestag però ha approvato una versione profondamente modificata della legge

Germania riscaldamento
epa09645903 Germany's Chancellor Olaf Scholz speaks during a joint press conference with France's President Emmanuel Macron (out of frame) after an European Union (EU) summit at the European Council Building at the EU headquarters in Brussels, Belgium, 17 December 2021. EPA/JOHN THYS / POOL

Venerdì 8 settembre il parlamento tedesco ha approvato il Building Energy Act, provvedimento che mira ad aumentare gradualmente la quantità di fonti energetiche rinnovabili utilizzate per il riscaldamento di case ed edifici. Inizialmente la norma avrebbe imposto un taglio netto alle caldaie a combustibili fossili a partire dal 2024, consentendo solo nuovi impianti di riscaldamento alimentati per almeno il 65% da fonti rinnovabili, limitando la scelta dei consumatori a pompe di calore, biomassa o teleriscaldamento.

Ma il Bundestag ha approvato una versione profondamente modificata della legge, rispetto a quanto proposto in precedenza, in cui i divieti relativi alle caldaie saranno legati ai piani comunali di riscaldamento che dovrebbero essere adottati entro il 2028. In questo modo l’impatto sul clima della norma è chiaramente molto ridotto, lamentano gli ambientalisti.

“Il Building Energy Act approvato è sintomatico della politica climatica in Germania e in Europa”, ha affermato ad Euractiv Elisabeth Staudt, della ong Environmental Action Germany. Non solo. I partiti conservatori, attualmente in testa ai sondaggi, in vista delle prossime elezioni dichiarano addirittura che se dovessero tornare al governo revocheranno il provvedimento.

Secondo i calcoli effettuati dall’attuale coalizione di governo, nella migliore delle ipotesi la legge ridurrà le emissioni di CO2 di complessivamente 39,2 milioni di tonnellate entro il 2030. Nela peggiore, la riduzione totale delle emissioni potrebbe ammontare a un magro 10,8 milioni di tonnellate risparmiate.

Lo scenario peggiore presuppone inoltre che il 90% dei proprietari di casa opti per stufe a combustibili fossili prima della data di divieto del 2026 nelle grandi città e del 2028 nelle città più piccole.

Gli attuali dati di mercato indicano che il caso peggiore si sta già verificando. Il mercato tedesco di apparecchi per il riscaldamento è nel pieno di un boom, con 667.500 prodotti venduti nella prima metà dell’anno, un massiccio aumento del 44% rispetto allo scorso anno.

La maggior parte sono stufe a a gas – 385.000, ovvero in aumento del 29% rispetto alla prima metà del 2022 – mentre le vendite di stufe a olio sono aumentate a 48.500 unità, in crescita del 102% rispetto allo scorso anno. Le pompe di calore stanno rapidamente aumentando, totalizzando 196.500 vendite, in aumento del 105%.