“Il report 2025 della Lancet Commission su cambiamenti climatici e salute evidenzia quanto sia grave continuare a ignorare o sottovalutare il problema. In Italia il cambiamento climatico danneggia sempre più la salute, causando vittime, perdita di mezzi di sussistenza e impatti economici crescenti”. A dirlo è Isde Italia in una nota, anticipando il lancio del rapporto internazionale che avverrà mercoledì 29 ottobre.
L’associazione dei Medici per l’Ambiente sottolinea alcuni dati eloquenti: dal 2012 al 2021 nel nostro paese si sono registrati circa 7.400 decessi l’anno legati all’aumento delle temperature, oltre il doppio rispetto agli anni ’90. Se si considera anche l’inquinamento atmosferico – generato dalle stesse cause – l’impatto è ancora maggiore: tra il 2019 e il 2023 quasi il 99% della popolazione italiana è stato esposto a livelli di PM10 superiori ai limiti dell’Organizzazione mondiale della Sanità. Gli incendi boschivi hanno causato una media di 1.100 decessi l’anno e i giorni ad alto rischio sono saliti a 9,9 nel 2024, contro gli 8,8 del decennio 2003-2012. Il 60,9% del territorio ha subito almeno un mese di siccità estrema ogni anno (2020-2024), contro il 13,1% degli anni ’50.
“Questi costi, prodotti da pochi e da politiche inadeguate, ricadono su tutti i cittadini – dice Isde– L’Italia continua a sovvenzionare i combustibili fossili per un valore di 30,2 miliardi di dollari, pari al 15,5% della spesa sanitaria nazionale. Nel 2022 il nostro Paese ha avuto il più alto tasso europeo di mortalità per inquinamento da combustibili fossili: 63.700 decessi da PM2.5, di cui 27.800 legati ai fossili (soprattutto benzina per i trasporti) e 19.900 alla biomassa domestica. La dieta insostenibile contribuisce anch’essa in modo significativo: 71.000 decessi per scarso consumo di vegetali e oltre 42.000 per eccesso di carne e latticini”.
Grave anche la situazione del consumo di suolo: nel 2023 l’Italia ha perso oltre 44.000 ettari di copertura arborea e le grandi città restano quasi prive di verde urbano.
“Mentre cittadini e ricercatori chiedono interventi urgenti, le decisioni politiche ed economiche restano assenti o inefficaci.
Di fronte a queste evidenze, rallentare o ostacolare la transizione ecologica è ormai inaccettabile: ogni giorno di ritardo genera nuove vittime, nuovi costi e gravi responsabilità etiche, civili e penali”.











