In occasione della seconda tappa a Napoli della nuova campagna nazionale “Che caldo che fa! Contro la cooling poverty: città + fresche, città + giuste”, Legambiente ha organizzato un flash mob in piazza Montesanto, installando un termometro gigante per lanciare un messaggio chiaro: “Siamo al limite. Ebollizione globale”.
“Anche Napoli – spiega l’associazione ambientalista – è nella morsa del caldo estremo, con valori superiori ai 40°C per più giorni consecutivi e impatti significativi sulla salute pubblica. A pagarne il prezzo più alto, però, sono i quartieri più periferici e a basso reddito, esposti alla cooling poverty, la povertà energetica che impedisce di mantenere ambienti freschi e vivibili, sia in casa per mancanza di accesso a impianti di climatizzazione, che negli spazi pubblici per assenza di infrastrutture, spazi verdi e servizi adeguati”.
“Che caldo fa” a Napoli
Al termine del flash mob, Legambiente fa sapere di aver presentato i risultati delle 34 termografie, realizzate tra il 1° e il 2 luglio, nelle ore più calde della giornata, nei quartieri Vomero e Secondigliano, analizzando servizi, aree verdi, spazi d’ombra, trasporti e infrastrutture blu e grigie su circa 1 km². Nel caso del Vomero – quartiere collinare residenziale a nord ovest con un reddito medio superiore a 41.000 euro annui – la temperatura media dell’aria registrata in 9 punti monitorati è di 36,6°C, con un picco al suolo di 76,2°C nei pressi di una fontanella di Piazza Medaglie d’Oro. Il Parco Mascagna emerge come un’oasi urbana più fresca, con temperature al suolo e dell’aria di 27°C e 32,4°C rispettivamente, grazie a una progettazione verde efficace. Zone come via Luca Giordano e Villa Floridiana risultano ben ombreggiate e vivibili, mentre l’ingresso del Pronto Soccorso Santo Bono è tra le aree più critiche, con asfalto a oltre 60°C e aria a 42,9°C. Nel quartiere Secondigliano – uno dei quartieri a più alta densità della periferia nord di Napoli e tra i più fragili economicamente, con un reddito medio di circa 17.000 euro annui – la temperatura media dell’aria rilevata in 6 punti è più alta: 39,7°C. Così come il valore massimo al suolo che si è toccato è nel Parco San Gaetano Errico, con 81,2°C nell’area giochi esposta al sole. Nonostante il recente rinnovo, la scarsa ombreggiatura e irrigazione del parco ne compromettono la vivibilità durante le ore più calde.
In sintesi, dalla fotografia scattata da Legambiente, emerge che, se è vero che nessun quartiere è immune alle ondate di calore, le condizioni per affrontarle sono molto diverse in termini di infrastrutture verdi, blu, grigie e sul fronte mobilità. Infatti, mentre il Vomero conta 99 aree verdi, una piscina, 4 fontane, 3 portici e un sistema di trasporto pubblico ben sviluppato (3 fermate metro, 3 funicolari, 22 fermate bus), Secondigliano conta solo 6 aree verdi, nessuna fontanella o piscina, né portici o coperture artificiali e solo 12 fermate bus.
Le proposte del Cigno Verde
Alla luce di questo il Cigno Verde indirizza alle amministrazioni 6 proposte per contrastare la cooling poverty nei quartieri più vulnerabili: 1) Una governance climatica integrata, con una Strategia e un Piano di Adattamento e un Ufficio Clima dedicato, per coordinare le politiche urbane e attuare azioni efficaci contro il caldo estremo, a partire dai quartieri più fragili; 2) Affiancare al nuovo Piano Urbanistico Comunale (PUC) un Regolamento Edilizio sostenibile, che imponga superfici permeabili, risparmio idrico, recupero delle acque meteoriche e materiali urbani e colorazioni adeguati, promuovendo infrastrutture verdi e blu per favorire l’adattamento climatico in tutte le nuove costruzioni e ristrutturazioni; 3) Integrare il PUC con il Piano del Verde Urbano, puntando su forestazione urbana, infrastrutture verdi e blu e connessione ecologica tra città e aree rurali, dando priorità alle periferie carenti di verde e garantendo al contempo manutenzione agli spazi esistenti con metodi innovativi e sostenibili; 4) Promuovere e coordinare interventi con enti e aziende, come quelle dei trasporti, per aumentare l’ombreggiatura delle fermate e dei parcheggi pubblici tramite piante, tende e tettoie fotovoltaiche. Con l’ABC (Acqua Bene Comune, servizi idrici comunali), mettere a punto il potenziamento di fontanelle pubbliche e l’attivazione di sistemi di nebulizzazione nelle piazze più esposte al sole; 5) La creazione di centri di raffrescamento naturali e artificiali in ogni quartiere, arrivando a una loro mappatura e valorizzazione con attività culturali e servizi di prossimità, accompagnando questo percorso da campagne di comunicazione per informare e tutelare le persone più a rischio durante le ondate di calore; 6) L’adozione di un approccio integrato per le politiche di adattamento climatico, per identificare e sostenere le aree urbane più vulnerabili, evitando di ampliare le disuguaglianze sociali.
Come spiega Legambiente, secondo i dati ISTAT, la temperatura media nel capoluogo campano ha raggiunto i 17,7°C nel 2022, (+1,8°C rispetto al periodo 1971-2000), superiore all’aumento medio nazionale (+1,48°C). In aumento anche le notti tropicali (ossia quando la temperatura minima non scende sotto i 20°C), passate da 55 a 72 all’anno nel confronto con il periodo 2006-2015. Dal 2015 al 2024 si sono registrati 20 eventi meteo estremi, con danni e vittime. L’effetto isola di calore urbana è particolarmente marcato, con differenze fino a 5,7°C tra zone verdi e aree densamente edificate. Nell’estate 2024, il livello massimo di allerta (3) per le ondate di calore è stato raggiunto per 6 giorni, con 2 ondate prolungate e un bilancio di 72 decessi in eccesso tra gli over 65 per il solo mese di agosto. Inoltre, dal 2015 al 2024 si sono registrati 20 eventi meteo estremi, con danni e vittime.
I luoghi del monitoraggio
I luoghi dei monitoraggi. 9 luoghi al Vomero per un totale di 20 termofoto: piazza Medaglie d’Oro, Ospedale Santo Bono, Mercato di Antignano, Parco Mascagna, via Giovanni Battista Ruoppolo, Piazza degli Artisti, via Luca Giordano, via Scarlatti e Villa Floridiana. 6 luoghi a Secondigliano per un totale di 14 termofoto: fermata dell’autobus su Corso Secondigliano, via Dante, mercatino rionale, punto Poste Italiane su Corso Secondigliano, Parco San Gaetano Errico e l’ingresso dell’Istituto statale di Istruzione Superiore Vittorio Veneto.
Dopo la tappa di Roma (24 giugno) e Napoli (8 luglio), la campagna “Che caldo che fa! Contro la cooling poverty: città + fresche, città + giuste” proseguirà il suo viaggio a Bologna (15 luglio), Milano (23 luglio) e Palermo (30 luglio).