Cinghiali a Torino, gli attivisti bloccano gli abbattimenti sul Sangone

Si sono ritrovati in una quarantina circa al parco del Sangone all'imbrunire, per controllare che nessuno sparasse ai cinghiali. Gli attivisti torinesi che difendono gli animali dagli abbattimenti decisi dalla Città Metropolitana sono passati dalle parole ai fatti e mercoledì 3 settembre hanno effettuato una passeggiata di circa tre ore, dal ponte del “Boschetto” fino al parco Colonnetti, divisi per gruppi

Si sono ritrovati in una quarantina circa al parco del Sangone all’imbrunire, per controllare che nessuno sparasse ai cinghiali. Gli attivisti che difendono gli animali dagli abbattimenti decisi dalla Città Metropolitana di Torino sono passati dalle parole ai fatti e mercoledì 3 settembre hanno effettuato una passeggiata di circa tre ore, dal ponte del “Boschetto” fino al parco Colonnetti, divisi per gruppi.

Presenti attivisti di Uti (Unione tutela individui), Carrots Power e LIDA (Lega Italiana dei Diritti dell’Animale). “Nessuno ha sentito spari“, ci racconta Ylenia Verduzzo di Uti. Forse è stata vista qualche guardia forestale passare, ma non è certo. Di sicuro, per ora, gli abbattimenti dei cinghiali sono stati evitati. Ma non è finita qui, stasera ci sarà un nuovo presidio e si andrà avanti con l’idea di bloccare gli spari e convincere le istituzioni ad un’alternativa. “Non ci muoviamo di un passo” dicono gli attivisti.

La richiesta è quella di creare un tavolo tecnico che permetta alle associazioni protezionistiche di proporre soluzioni regionali anti-cruente e piani di sterilizzazione. Inoltre c’è bisogno di una migliore gestione rifiuti, spiegano gli animalisti, perché sono soprattutto gli abbandoni indiscriminati della spazzatura ad attirare i cinghiali sempre più vicino. “È necessario trovare soluzioni che rispettino la vita degli animali e garantiscano la sicurezza pubblica”.

Riportiamo il comunicato diffuso sui social:

UTI per tutti Unione Tutela Individui , CarrotsPower , attivisti uniti dichiarano: Non ci amo di un passo!
Le famiglie cinghiale da tempo attirate in aree urbane da comportamenti umani errati come l’abbandono incontrollato dei rifiuti non hanno commesso alcuna colpa.
Le avete attirate? La colpa non è loro! Manca educazione e metodi attuabili da subito già in parte concretizzati nel Comune di Nichelino.
Le normative consentono l’applicazione di metodi non cruenti come il dissuasore e il trasferimento.
In un’epoca questa di guerre, conflitti e oppressioni globali cresce la sensibilità delle cittadine e cittadini che dicono NO ALLE ARMI e SI alle ALTERNATIVE RISPETTOSE DELLA VITA.

Come la Consigliera Regionale Sarah Disabato e l’Assessore Verzola di Nichelino che aprono la collaborazione alle associazioni protezionistiche attuando le linee guida per una buona convivenza uomo animale e riduzione dei rischi.

Controllo e gestione dei rifiuti, sia abbandonati che in contenitori idonei anti rovescio, barriere, dissuasori, queste linee guida se applicate insieme a un piano di sterilizzazione pattuito attraverso un tavolo tecnico istituzionale associativo potrebbero certamente risolvere il tutto.

Uccidere non è mai la soluzione.

Inoltre circa la possibile diffusione di psa (che ricordiamo non essere una zoonosi) la Comunità Europea guardando all’Italia ha bocciato drasticamente la tecnica della caccia, perchè non solo non risolutiva ma dannosa.
L’agente patogeno possiede la particolarità di permanere nel sangue infetto a lungo, perciò è proprio la caccia e il cacciatore a poter rivelarsi massimo diffusore).

E come noto, uccidere la matriarca non farà altro che disorientare, uccidere le femmine non farà altro che massimizzare la riproduzione accorciando i cicli naturali. La caccia non serve a nulla neanche in questo caso. Pensiamo alla lotta al randagismo. È per caso previsto un piano di abbattimento selettivo? No per fortuna ma un piano di sterilizzazione si. Lo stesso è stato attuato su animali selvatici con ottime risposte come volpi, nutrie e proprio i cinghiali.

Abbiamo trasmesso PEC alla Città Metropolitana di Torino e al Comune di Torino, con cui abbiamo salvato boschi e centinaia di animali. Abbiamo parlato di soluzioni possibili per il controllo e la sopravvivenza dei cinghiali come dei piccioni.
Tanti attivisti al Parco Colonnetti di Torino e questo è solo l’inizio.
Mamme con cuccioli, piccole famiglie..
Noi con loro

NON CI MUOVIAMO DI UN PASSO

Grazie ai volontari e alle volontarie patrimonio assoluto

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