Clima, Save the Children: oltre 11 milioni di bambini nati durante il mese più cado mai registrato

L'associazione sottolinea che questo record di luglio 2023 "è un triste promemoria di quante giovani vite rischiano di essere rovinate dalla crisi climatica, crescendo in un mondo con temperature in aumento e rischi ambientali senza precedenti. Anche le donne incinte sono più vulnerabili durante le ondate di calore: l'esposizione alle alte temperature, anche nelle prime fasi della gravidanza, è associata a parti prematuri e a mortalità perinatale"

Circa 11,2 milioni di bambini sono nati nel luglio 2023, che si stima essere il mese più caldo mai registrato sulla terra. In parallelo, la crisi climatica minaccia di annullare decenni di progressi nei diritti e nel benessere dei minori, compresa la lotta alla fame. Lo ha reso noto Save the Children, l’Organizzazione internazionale che da oltre 100 anni lotta per salvare le bambine e i bambini a rischio e garantire loro un futuro.

“Questo record è un triste promemoria di quante giovani vite rischiano di essere rovinate dalla crisi climatica – sottolinea l’organizzazione -, crescendo in un mondo con temperature in aumento e rischi ambientali senza precedenti. Anche le donne incinte sono più vulnerabili durante le ondate di calore: l’esposizione alle alte temperature, anche nelle prime fasi della gravidanza, è associata a parti prematuri e a mortalità perinatale”.

Save the Children esorta i leader mondiali ad agire immediatamente per fare tutto il possibile per contenere il riscaldamento delle temperature a 1,5°C rispetto ai livelli preindustriali. Una ricerca dell’organizzazione, pubblicata in collaborazione con la Vrije Universiteit Brussel, ha rilevato che i più piccoli dovranno affrontare, in media, un numero di ondate di calore sette volte superiore, un numero doppio di incendi selvaggi e un numero triplo di perdite di raccolti rispetto ai loro nonni, in base agli impegni iniziali di riduzione delle emissioni definiti nell’Accordo di Parigi.

I più colpiti sono i bambini dei Paesi a basso reddito e quelli già interessati da povertà e discriminazione. Ad esempio, i bambini in Afghanistan devono affrontare un numero di ondate di calore fino a 18 volte superiore a quello della generazione dei loro nonni, mentre in Mali potrebbero subire un numero di perdite di raccolto fino a 10 volte maggiore. Ma la ricerca sottolinea che se il riscaldamento si limita a 1,5°C, l’esposizione aggiuntiva dei neonati alle ondate di calore nel corso della vita diminuirà del 45%, del 39% per la siccità, del 38% per le inondazioni fluviali, del 28% per le perdite di raccolto e del 10% per gli incendi.

“Per i bambini che nascono nel mondo nel luglio del 2023, la vita appare nettamente diversa da quella a cui sono stati abituati i loro genitori e nonni. Un futuro che risponda ai loro diritti, alle loro esigenze, alla loro salute e alla loro sicurezza sembra sempre più irraggiungibile”, ha dichiarato Kelley Toole, Responsabile globale dei cambiamenti climatici di Save the Children. “Ma abbiamo ancora una piccola finestra di tempo. Con la giusta ambizione e decisione da parte dei leader per eliminare rapidamente l’uso e i sussidi ai ai combustibili fossili e frenare il riscaldamento delle temperature, possiamo agire per rendere il mondo più sicuro per i bambini e le bambine. Dobbiamo anche garantire che i diritti, i bisogni e le voci dei più piccoli siano posti al centro dei finanziamenti per il clima, e siano tenuti in considerazione nella definizione delle modalità di finanziamento per riparare le perdite e i danni causati dalla crisi climatica”.