Inceneritore Roma: convocata la Conferenza dei Servizi

La procedura per l’inceneritore di Santa Palomba entra nella fase decisiva con la convocazione della Conferenza dei Servizi, chiamata a esprimersi sull’autorizzazione finale dell’impianto. Dopo mesi di richieste di integrazione, osservazioni dei cittadini e interventi degli enti, il Commissario ha fissato un tempo di 20 giorni per i pareri. Sul territorio, però, crescono le contestazioni: le associazioni denunciano omissioni nella convocazione e criticità non affrontate. Le prossime settimane si preannunciano cruciali, tra passaggi amministrativi, l'udienza al TAR per l'archiviazione della salvaguardia del Campo Pozzi Laurentino e nuove iniziative pubbliche

Inceneritore Roma: convocata la Conferenza dei Servizi

La procedura autorizzativa per il progetto dell’inceneritore di Santa Palomba entra nella fase più delicata. Con una comunicazione diffusa l’11 dicembre, il Commissario Straordinario di Governo per il Giubileo 2025 e sindaco di Roma Roberto Gualtieri, ha ufficialmente convocato la Conferenza dei Servizi decisoria, l’ultimo passaggio amministrativo prima del possibile rilascio dell’autorizzazione unica per la realizzazione e l’esercizio del nuovo polo impiantistico proposto da RenewRome S.r.l.

L’avvio della Conferenza arriva dopo pubblicazione degli elaborati progettuali nell’ambito della procedura Via-Paur, a cui sono sopraggiunte richieste di integrazioni da parte degli enti coinvolti, osservazioni del pubblico, controdeduzioni del proponente e ulteriore documentazione integrativa resa necessaria anche da errori di caricamento. Nelle scorse settimane – si legge sul documento – sono arrivate decine di contributi da comitati, associazioni e amministrazioni locali che hanno sollevato dubbi sul progetto, sui rischi sanitari e ambientali e sull’iter amministrativo.

Con l’atto di convocazione, il Commissario stabilisce che tutti gli enti destinatari devono ora esprimere assenso o dissenso motivato entro 20 giorni. In assenza di risposta, la legge considera il silenzio come un assenso senza condizioni. Se emergeranno dissensi o prescrizioni sostanziali, è prevista una riunione sincrona il 14 gennaio 2026, alla quale parteciperà anche la società proponente.

La chiusura della Conferenza, laddove favorevole, porterà all’adozione del Provvedimento Autorizzatorio Unico Commissariale, che comprederà la Valutazione di Impatto Ambientale e tutti i titoli necessari alla realizzazione del polo impiantistico.

Mobilitazione sul territorio: assemblee, ricorsi e iniziative

Mentre l’iter amministrativo procede verso la decisione finale, le associazioni della Rete Tutela Roma Sud, da sempre in prima linea contro la realizzazione dell’inceneritore, parlano di una convocazione “gravemente carente”. Secondo la Rete, il documento del Commissario non include enti che avevano fatto formale richiesta di partecipare e omette realtà ritenute decisive dai Comuni confinanti per una valutazione completa degli impatti, come l’Istituto Superiore di Sanità, l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale e il Consiglio per la Ricerca in Agricoltura. Anche le richieste di proroga presentate da diversi sindaci e la domanda di inchiesta pubblica avanzata dai Consigli comunali lo scorso agosto sarebbero state ignorate, senza spiegazioni nelle premesse della convocazione.

Le associazioni parlano apertamente di una procedura “in difetto” e si aspettano un fronte compatto di dissenso da parte dei sedici Comuni dei Castelli Romani e dei municipi del litorale, i territori più direttamente coinvolti nella vicenda. Parallelamente alle critiche sul piano istituzionale, la Rete rilancia una mobilitazione capillare per contrastare un impianto definito “inutile e insalubre”, denunciando anche il ricorso a una modalità asincrona che, a loro giudizio, limita il confronto pubblico e concentra la fase decisiva del procedimento nelle settimane delle festività natalizie.

Nei prossimi giorni il territorio vivrà tre appuntamenti che la Rete considera decisivi. Il primo sarà un’assemblea pubblica prevista a Castel Gandolfo sabato 13 dicembre, occasione in cui attivisti, cittadini e amministratori locali intendono denunciare le presunte violazioni dei diritti costituzionali alla salute e alla tutela dell’ambiente. Il secondo momento sarà l’udienza del 17 dicembre davanti al TAR, chiamato a valutare il ricorso contro l’archiviazione della salvaguardia del Campo Pozzi Laurentino, decisione che secondo i ricorrenti avrebbe aperto la strada alla realizzazione dell’impianto tra i Castelli Romani e il mare. Infine, la Rete ha organizzato per il 20 dicembre una cena di raccolta fondi, destinata a sostenere le spese legali dei ricorsi in corso e di quelli che saranno necessari nelle prossime settimane.

L’urgenza, spiegano le associazioni, sta nella necessità di impugnare la Valutazione di Impatto Ambientale entro la metà di gennaio per tentare di ottenere una sospensiva e impedire l’avvio dei cantieri. Da qui l’appello rivolato agli enti locali e alle associazioni perché convergano su un unico ricorso, ritenuto più solido sul piano giuridico e più sostenibile sul piano economico, dato il costo del contributo unificato previsto per i due gradi di giudizio.

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