Consumo energetico Ue, Eurostat: nel 2023 è sceso del 5,6% rispetto al 2022

Nel 2023 il consumo energetico delle famiglie dell’UE è diminuito del 5,6% rispetto all’anno precedente, confermando un trend in calo. Il settore residenziale ha rappresentato oltre un quarto del consumo finale di energia. Gas naturale, elettricità e fonti rinnovabili le principali fonti utilizzate. Il riscaldamento resta la voce predominante nei consumi domestici

Consumo energetico nell'Ue. Secondo Eurostat nel 2023 è sceso del 5,6% rispetto al 2022
Contatori di energia elettrica in un palazzo, Genova 14 marzo 2018 ANSA/LUCA ZENNARO

Nel 2023, le famiglie dell’UE hanno consumato 9,6 milioni di terajoule di energia. Rispetto al 2022, si è registrato un calo del 5,6% rispetto ai 10,1 milioni di terajoule registrati. Si tratta del secondo calo consecutivo, dopo il picco storico registrato nel 2021: 11,0 milioni di terajoule. A dirlo è un’analisi dell’Eurostat.

Nel 2023 – spiega -, le famiglie, ovvero il settore residenziale, rappresentavano il 26,2% del consumo finale di energia nell’UE. La maggior parte del consumo finale di energia delle famiglie nell’UE era coperto da gas naturale (29,5%), elettricità (25,9%) e fonti rinnovabili e biocarburanti (23,5%). 

Consumo energetico nelle famiglie dell'UE, 2023 (% del consumo energetico totale). Grafico a torta. Link al set di dati completo qui sotto.

Set di dati di origine: nrg_d_hhq

Il principale utilizzo di energia da parte delle famiglie dell’UE – continua l’istituto statistico – è stato il riscaldamento delle abitazioni (62,5% del consumo energetico finale nel settore residenziale), seguito dal riscaldamento dell’acqua (15,1%). Il riscaldamento di ambienti e acqua ha quindi rappresentato il 77,6% dell’energia finale consumata dalle famiglie nel 2023.

L’illuminazione e gli elettrodomestici – conclude la nota Eurostat – hanno rappresentato il 14,5% (questo esclude l’uso dell’elettricità per alimentare i principali sistemi di riscaldamento, raffreddamento o cottura), mentre la cottura il 6,5%. Le quote più basse sono state registrate negli altri usi finali (0,8%) e nel raffreddamento degli ambienti (0,6%).  

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