Consumo di suolo in Lombardia, nel 2024 il 35% concentrato in soli 30 comuni

Nel contesto della Giornata Mondiale del Suolo 2025, i dati Ispra mostrano una crescita delle superfici artificiali legata a logistica, data center, residenze e infrastrutture per Milano-Cortina 2026, mentre Legambiente richiama la necessità di norme più efficaci, pianificazione territoriale e riuso delle aree dismesse per frenare un fenomeno sempre più concentrato nei piccoli comuni

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La ricorrenza della Giornata Mondiale del Suolo, promossa dalla Fao e dedicata al tema “Suoli sani per città sane”, coincide con la pubblicazione di un quadro regionale particolarmente significativo per la Lombardia. Secondo il rapporto Ispra 2025, il fenomeno del consumo di suolo continua a crescere e mostra una caratteristica ormai strutturale: il 35% delle nuove superfici artificiali registrate tra il 2023 e il 2024 riguarda soltanto trenta comuni, il 2% del totale regionale. A determinare questa concentrazione sono soprattutto gli interventi realizzati nei territori di piccole e medie dimensioni, dove gli iter autorizzativi risultano più rapidi e la pressione economica più incisiva.

Il rapporto evidenzia come i nuovi consumi siano riconducibili a una serie di trasformazioni che coinvolgono insediamenti logistici, data center, nuove aree residenziali, poli commerciali, infrastrutture viarie e i cantieri per Milano-Cortina 2026. In assenza di una cornice normativa chiara e prescrittiva, molti comuni si trovano a gestire operazioni che modificano in modo permanente la morfologia urbana e rurale.

Legambiente sottolinea l’urgenza di intervenire con strumenti più efficaci. Il responsabile scientifico regionale, Damiano Di Simine, osserva che la tutela del suolo libero non è più rinviabile e che, senza misure adeguate, il fenomeno proseguirà. L’associazione propone di rafforzare la riabilitazione delle aree dismesse, considerata essenziale per offrire alternative concrete allo sviluppo in aree agricole o naturali, e di consolidare gli strumenti di pianificazione che consentano agli enti locali di governare in modo coerente le trasformazioni.

L’analisi provinciale mostra dinamiche differenti ma accomunate da una forte pressione sul territorio. In Bergamo il consumo è legato ai cantieri della metrotranvia della Val Brembana e alle espansioni dell’aeroporto e dei poli logistici nella bassa pianura. Nel Bresciano incidono la nuova linea ad alta velocità e gli ampliamenti industriali, mentre in Cremona emerge il caso di Pessina Cremonese, interessato da interventi legati alla zootecnia intensiva. In Mantova prosegue l’espansione del distretto logistico lungo l’autostrada del Brennero.

In provincia di Milano si segnalano il grande data center in costruzione a Noviglio, il cantiere dell’Arena Santa Giulia e una serie di interventi residenziali e commerciali a Bollate, Cusago, Abbiategrasso e altri comuni della cintura urbana. In Pavia il fenomeno coinvolge logistica, cave e impianti fotovoltaici, mentre in Sondrio l’impatto è legato ai cantieri per le infrastrutture olimpiche e alla nuova viabilità in Valchiavenna. In Varese il consumo di suolo è connesso alle deforestazioni necessarie per la nuova bretella ferroviaria Gallarate-Malpensa e per la variante della SP341.

Le province di Como, Lecco e Lodi non mostrano interventi di grande scala, ma registrano comunque trasformazioni di piccola e media entità che contribuiscono all’impermeabilizzazione progressiva del territorio.

La presidente di Legambiente Lombardia, Barbara Meggetto, evidenzia come una parte delle trasformazioni sia influenzata da scelte infrastrutturali e dinamiche di mercato non governate da strumenti di pianificazione sufficientemente robusti. L’associazione ribadisce la necessità di una strategia regionale capace di rendere più efficaci i meccanismi di tutela e di rafforzare la partecipazione degli enti locali nella definizione delle priorità territoriali.

Tabella:

I 30 comuni lombardi ‘mangiasuolo’ nel 2024 (dati in ettari, Ha, variazione 2023-2024)

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