Secondo la valutazione condotta dalla Commissione Europea, gli Stati membri dell’Unione hanno aggiornato i rispettivi Piani Nazionali per l’Energia e il Clima (NECP), registrando progressi concreti verso gli obiettivi ambientali ed energetici fissati al 2030 e molte delle modifiche recepiscono le raccomandazioni espresse dalla Commissione nel dicembre 2023, ma ci sono ancora dei problemi aperti.
Per quanto riguarda le osservazioni che l’Italia ha ricevuto sulla revisione del PNIEC presentata a luglio 2024, la Commissione mette in evidenza un miglioramento rispetto alla versione originaria ma segnala la permanenza di un serie di criticità e debolezze.
«La Commissione Europea sostanzialmente promuove molti degli obiettivi previsti all’interno del PNIEC italiano, ma di fatto ne boccia le modalità attuative, poiché ritiene che ci sia carenza di misure e strumenti finanziari indispensabili per il raggiungimento di questi target nei tempi previsti. Si tratta di un classico difetto italiano. Quello di darsi obiettivi sfidanti ma poi di non dotarsi degli strumenti concreti, efficaci ed efficienti per attuarli. – afferma il presidente del Coordinamento FREE, Attilio Piattelli – È necessario che l’Italia si doti rapidamente di questa “cassetta degli attrezzi” necessaria per la decarbonizzazione e lo sviluppo della nostra economia».
Il Coordinamento Free quindi condivide le osservazioni della Commissione al PNIEC sia perché si sottolinea ciò che abbiamo sempre sostenuto dal punto di vista del “metodo”, dato che nel Piano “come osserva giustamente Bruxelles” mancano adeguati strumenti attuativi, sia nel merito delle critiche puntali che di seguito sono sintetizzate.
La Commissione segnala che:
• il piano fornisce informazioni insufficienti su come l’Italia intenda raggiungere l’obiettivo Effort Sharing Regulation di -43,7% entro il 2030 rispetto al 2005. In particolare, la commissione ritiene non chiare le azioni messe in campo per aumentare la quota di trasporti legata alla mobilità elettrica e ai biocarburanti;
• è necessario diminuire la dipendenza dai combustibili fossili nei comparti dei trasporti e degli edifici. Affrontare le emissioni nel settore dei trasporti promuovendo un ambiente favorevole alla diffusione dei veicoli elettrici, in linea con gli obiettivi ambiziosi del piano, anche attraverso meccanismi fiscali stabili, come ad esempio imposte sulla proprietà o sui veicoli aziendali basate sulle emissioni di CO₂;
• nel settore LULUCF (Foreste e uso del suolo) , la Commissione raccomanda di implementare azioni aggiuntive per colmare il crescente divario rispetto agli obiettivi prefissati. Rafforzare il sistema di monitoraggio e l’adozione di pratiche di gestione forestale sostenibile e migliorare l’attuazione delle misure già in essere, come quelle previste dalla PAC, la rotazione delle colture e l’agroforestazione.
• per quanto riguarda l’adattamento ai cambiamenti climatici, è necessario effettuare una valutazione e una mappatura esaustive dei rischi climatici che interessano tutti gli ambiti legati all’utilizzo dell’acqua per evitare conflitti tra uso agricolo, energetico e potabile della risorsa;
• attualmente il PNIEC è sprovvisto di un piano dettagliato con misure concrete per l’eliminazione dei sussidi ai combustibili fossili e quindi la Commissione raccomanda di definire quanto prima tale piano;
• in materia di fonti rinnovabili, si raccomanda di puntare all’obiettivo più ambizioso del 40,5% di produzione lorda previsto nella bozza iniziale del piano e di ridurre la forte dipendenza da tecnologie e combustibili rinnovabili di importazione (biocombustibili), considerando l’instabilità dei mercati internazionali e la possibile competizione con la produzione alimentare;
• per quanto riguarda l’efficienza energetica, si raccomanda d’adottare provvedimenti aggiuntivi per aumentare il livello di ambizione al 2030, conformemente a quanto previsto dalla Energy Efficiency Directive. Rafforzare inoltre le misure per migliorare l’efficienza nei settori dei trasporti e dell’industria, in modo da ottenere i risparmi energetici necessari.
• chiarire meglio le intenzioni in merito allo sviluppo dell’energia nucleare, dato il suo potenziale impatto sulla transizione ecologica e sulle decisioni di investimento a lungo termine del settore industriale. La Commissione fa presente che tali valutazioni dovrebbero tenere meglio in considerazione tutti gli aspetti legati a costi, tempi di realizzazione e complessità politica;
• sostenere programmi che incentivino la flessibilità della domanda e il ricorso a sistemi di accumulo, consentendo ai consumatori di adattare i propri consumi in base ai segnali di prezzo;
• in ambito industriale, agevolare la decarbonizzazione attraverso l’uso di fonti rinnovabili e il recupero di calore di scarto, compresa l’adozione di soluzioni basate su pompe di calore e sistemi di accumulo termico;
• nel settore edilizio, velocizzare il processo di riqualificazione degli edifici residenziali soprattutto per quelli con prestazioni energetiche più basse e per quelli occupati da famiglie economicamente fragili. Promuovere ulteriormente la sostituzione dei sistemi di riscaldamento con soluzioni elettriche come le pompe di calore;
• fornire indicazioni più precise su come sarà sostenuto lo sviluppo di tecnologie e industrie innovative;
• predisporre un piano articolato con politiche e azioni mirate alla digitalizzazione del sistema energetico, con un’attenzione specifica all’ammodernamento delle infrastrutture di rete.
La Commissione stima che, qualora le misure previste a livello nazionale ed europeo siano pienamente attuate, l’UE sarà in grado di ridurre le emissioni nette di gas serra del 54% rispetto ai livelli del 1990, avvicinandosi così al traguardo del 55%, stabilito dalla Legge europea sul clima. Inoltre, la quota delle energie rinnovabili potrebbe raggiungere il 42,5% del consumo complessivo.
La valutazione sottolinea che il contesto geopolitico attuale sembra non aver ostacolato l’impegno dell’Unione nella transizione verde. Le politiche industriali e sociali continuano infatti a rappresentare pilastri centrali nel processo di decarbonizzazione e gli Stati membri stanno dimostrando una volontà politica condivisa nel ridurre la dipendenza dalle importazioni di combustibili fossili. Notevole anche l’impegno nel rafforzare la resilienza delle infrastrutture energetiche, accelerare l’integrazione del mercato interno e sostenere i cittadini più vulnerabili, attraverso investimenti mirati e programmi di formazione.
La relazione fornisce una base solida per definire le prossime tappe della transizione climatica dell’Unione Europea, con uno sguardo al 2040 e l’obiettivo finale della neutralità climatica entro il 2050. La fase successiva dovrà concentrarsi sull’attuazione effettiva dei piani, promuovendo stabilità e certezza per gli investimenti. Sarà fondamentale impiegare con precisione le risorse pubbliche, incentivare il capitale privato e rafforzare il coordinamento tra livello nazionale, regionale ed europeo. La Commissione ha inoltre confermato il proprio impegno a sostenere gli Stati membri attraverso attività di monitoraggio, assistenza tecnica e l’elaborazione di linee guida operative per l’attuazione delle misure.