Cop26, il bollettino del 4/11 dell’Italian Climate Network: qualcosa comincia a muoversi

Pubblichiamo l'intro al bollettino dell'ong Italian Climate Network, partner tricolore di 350.org e membro del Climate Action Network Europe, presente alla Cop26 in corso a Glasgow. "Dentro le sale qualcosa comincia a muoversi, in particolare, sembra, sulla spinosa questione della durata temporale degli impegni nazionali". I link agli articoli di Margherita Barbieri, Giulia Persico e Alessandro Caprini

Nuovi aggiornamenti da Glasgow, da COP26.

Terminata la due giorni di Leader Summit nelle sale torna la calma, soprattutto torna la possibilità per la società civile di partecipare in presenza alle sedute. Per due giorni, infatti, per  migliaia di organizzazioni e associazioni come la nostra sono stati distribuiti solo quattro “biglietti” di accesso al giorno, con migliaia di osservatori costretti a seguire i negoziati dalla loro camera d’albergo o ostello dopo viaggi di centinaia o migliaia di chilometri. Ragioni di sicurezza, certo, ma anche una logistica da rivedere.

Tornati in sala abbiamo potuto assistere ad uno sviluppo su doppio binario: dentro le singole sessioni negoziali, i paesi discutono sui principali temi di questa COP (durata degli NDCs, trasparenza, finanza); fuori, gruppi di paesi lanciano iniziative in partenariato tramite annunci, conferenze stampa, side event dedicati. Questo è il caso degli accordi su deforestazione e metano, ma anche dell’adesione italiana di stamani al patto sulla fine degli investimenti in progetti climalteranti oltremare anche nei settori oil&gas. Parleremo in dettaglio dell’iniziativa nel prossimo bollettino, ma già adesso possiamo dire che è un bene che l’Italia dopo un’iniziale momento di titubanza abbia cambiato idea e sottoscritto questo impegno. Adesso auspichiamo un’analoga ambizione anche sul fronte interno: il nostro paese ha bisogno di reali investimenti in solare ed eolico, rimuovendo e semplificando vincoli burocratici e amministrativi che ne rallentano lo sviluppo, e di una pianificazione fattiva per il phase-out del carbone e degli impianti a gas più obsoleti.

Ma torniamo al negoziato.

Dentro le sale qualcosa comincia a muoversi, in particolare, sembra, sulla spinosa questione della durata temporale degli impegni nazionali.
Di questo e di altro ci parlano Margherita Barbieri, Giulia Persico e Alessandro Caprini.


DURATA DEGLI IMPEGNI NAZIONALI, RIPRENDE IL NEGOZIATO
Sulla durata degli NDC nove opzioni negoziali sul tavolo e una regola comune da stabilire entro dieci giorni, ma si vedono segnali di apertura.
 [Continua a leggere – articolo di Margherita Barbieri]

UN NODO IRRISOLTO: I MECCANISMI NON DI MERCATO
L’Articolo 6 dell’Accordo di Parigi parla di meccanismi non di mercato come strumento aggiuntivo nella cooperazione internazionale alla riduzione delle emissioni – ora però urge adottare una una definizione univoca.
 [Continua a leggere – articolo di Giulia Persico]

COP26, RIFLETTORI SUI SISTEMI ALIMENTARI
Mentre gruppi di paesi lanciano iniziative su foreste, metano e progetti energetici oltremare, le organizzazioni intergovernative riportano l’attenzione sui sistemi alimentari e sull’agricoltura.
 [Continua a leggere – articolo di Alessandro Caprini]

Non ultimo, GRAZIE a tutte e tutti voi che avete partecipato da remoto al nostro side event di ieri pomeriggio su giovani e giustizia climatica. Abbiamo avuto l’opportunità di ascoltare giovani brillanti attivisti dai paesi del Sud del mondo e di interagire con un auditorium sold-out in un modo abbastanza nuovo per un contesto così formale. Se ve lo siete perso, cliccando qui sotto potrete vedere la registrazione integrale, in inglese, su YouTube.
Per oggi da Glasgow è tutto.
Seguiteci e come sempre ICN vi racconterà tutti i negoziati sul clima da dentro le sale con aggiornamenti puntuali.

Grazie per ora!
Il team ICN da Glasgow