Nel 2023 in Italia la produzione nazionale dei rifiuti urbani è stata pari a circa 29,3 milioni di tonnellate, un lieve aumento rispetto al 2022 pari allo 0,7%. Si conferma il trend di crescita della raccolta differenziata, che aumenta più di un punto percentuale rispetto al 2022, passando dal 65,2% al 66,6% (in termini quantitativi quasi 19,5 milioni di tonnellate di rifiuti differenziati). Sono i dati della Relazione annuale 2024 di Arera che confermano quanto già aveva rilevato l’Ispra a fine 2024.
La relazione dell’Autorità di regolazione per energia e ambiente, ancora in sintesi, fornisce i numeri dei servizi pubblici relativi a elettricità, gas, acqua, telecalore e appunto rifiuti. I numeri completi saranno pubblicati nei volumi della Relazione annuale dell’Autorità
A livello territoriale, le regioni del Nord-Est e del Nord-Ovest mantengono alti livelli di raccolta differenziata, confermando anche per il 2023 il superamento dell’obiettivo del 65% previsto per il 2012 dal decreto legislativo n. 152/06, con risultati pari rispettivamente al 76,7% e al 70,6% della produzione totale dei rifiuti urbani prodotti, mentre il Centro si attesta al 62,3% e il Sud e le Isole al 58,2%.
Nel corso del 2024 inoltre, sono proseguite le trasmissioni all’Autorità delle predisposizioni tariffarie relative all’aggiornamento biennale 2024-2025. Si registra un positivo incremento del numero di soggetti adempienti alla regolazione tariffaria: rispetto alle 6.202 proposte tariffarie rilevate nel 2023, risultano trasmesse 5.332 – di cui 5.306 comunali e 26 pluricomunali – relative a 5.696 Comuni (il 72% dei Comuni italiani), per un totale di 50 milioni di abitanti serviti pari all’84% della popolazione nazionale.
Dall’analisi dei Piani economico-finanziari a disposizione dell’Autorità, con particolare riferimento all’annualità 2024, si osserva un limite di crescita medio delle tariffe determinato dagli ETC pari al 6,5%,mentre la variazione effettiva delle entrate tariffarie risulta più contenuta e pari al 5,4%, in aumento rispetto al biennio precedente 2022-2023, dove i valori medi del limite di crescita e dell’incremento effettivo delle entrate tariffarie si sono attestati intorno al 3,7% e al 2,5%. Gli aumenti registrati nel 2024 derivano dalla forte spinta inflazionistica verificatasi nel corso del 2022 e proseguita nel 2023, che in termini tariffari ha esplicato i propri effetti nel biennio 2024-2025 secondo quanto disposto dal MTR-2.
La spesa media annua TARI stimata per un’utenza domestica tipo (composta da tre componenti il nucleo famigliare in un’abitazione di superficie 100 mq), risulta pari, nel 2023, a 311 euro a livello nazionale, evidenziando significative differenze tra le varie aree geografiche.
Per l’annualità 2024 complessivamente si è registrato un ammontare di costi ammissibili sottesi alle entrate tariffarie pari a circa 10,3 miliardi di euro, da cui deriva un totale entrate tariffarie validate pari a 9,7 miliardi di euro.