PNRR, Decaro: “I Comuni stanno rispettando i tempi, sono altri che non li rispettano…”

Abbiamo incontrato il Sindaco di Bari e della Città Metropolitana, nonché presidente Anci, Antonio Decaro, arrivato a Terlizzi per raccontare, in una tavola rotonda insieme al Sindaco Michelangelo De Chirico, gli interventi che verranno realizzati nel comune del nord barese. Dall’alta capacità ferroviaria Bari Napoli fino alle diatribe con gli amministratori del Nord per la capacità di spendere i fondi, Decaro a Terlizzi ha toccato anche i principali nodi dell’attuazione del Pnrr nel Mezzogiorno e in Terra di Bari

Antonio Decaro a Terlizzi in una tavola rotonda sul Pnrr

“Una occasione che capita una sola volta nella vita” questo rappresenta per Antonio Decaro il Pnrr e per questo non bisogna lasciarsela sfuggire. In una calda serata pugliese (quella di martedì 27 giugno, ndr) abbiamo incontrato il Sindaco di Bari e della Città Metropolitana, nonché presidente Anci, Decaro, arrivato a Terlizzi per raccontare, in una tavola rotonda insieme al Sindaco Michelangelo De Chirico, gli interventi che verranno realizzati nel comune del nord barese.

Un momento per ascoltare le parole del Presidente dell’Anci e per provare a capire le nuove dinamiche che stanno coinvolgendo le amministrazioni alle prese con l’attuazione dei progetti. Dall’alta capacità ferroviaria Bari Napoli fino alle diatribe con gli amministratori del Nord per la capacità di spendere i fondi, Decaro ha toccato i principali nodi dell’attuazione del Pnrr nel Mezzogiorno.

Interessante è stato il passaggio relativo al consumo di suolo nel quale, parlando di Bari, ha detto: “La zona sud di Bari, da San Giorgio a Torre Quetta, è la zona del degrado fisico e sociale. Lì negli anni non avendo risorse a disposizione si è sempre pensato di fare accordi con gli imprenditori per costruire volumetrie e con quelle realizzare dei profitti che servivano per fare la riqualificazione. Adesso non mi servono più perché posso farla da solo con i soldi del Pnrr, permettendomi di pedonalizzare tutta quell’area del lungo mare e trasformarla in grande parco marino sul mare valorizzandola con tante piantumazioni, attrezzandola anche dal punto di vista balneare e turistico. Trasformando l’area da zona di degrado a zona per la socializzazione e fare comunità. Dal punto di vista urbanistico il Pnrr mi permetterà di prendere un pezzo del piano regolatore e dimezzare le volumetrie, altrimenti sarei stato costretto a far realizzare le volumetrie previste dal vecchio e obsoleto prg e in più altre volumetrie, inutili, perché dovevo permettere all’imprenditore di guadagnare di più così da permettere al comune di incassare di più e realizzare il parco. Con il Pnrr non ho più bisogno di questo, quindi non dovrò andare ad accrescere l’antropizzazione del territorio e il consumo suolo, anzi ridurrò l’impronta di quegli edifici sul suolo liberando spazio al verde e tutto quello che significa e genera in fatto di socialità e qualità della vita dei cittadini”.

Insomma una occasione quella dell’incontro a Terlizzi tra la cittadinanza e Decaro per conoscere concretamente come verranno spesi i fondi del Next Generation Ue sul territorio e sui territori per rispettare lo spirito del piano europeo: la rivoluzione verde e transizione ecologica.

Quali sono le azioni finanziate all’interno del Pnrr sul territorio della Città Metropolitana di Bari dal punto di vista ambientale?

Noi in questi anni siamo partiti da finanziamenti legati ai comuni dell’area metropolitana che ci hanno visto partecipare a bandi. Il primo finanziamento è stato di 40 milioni di euro, con il piano periferie e interventi per la socializzazione con aree verdi. Poi siamo passati al Patto per la Città Metropolitana che ci ha portato altri 200 milioni di euro. Parliamo di un totale di 1 miliardo e 200 milioni per realizzare interventi che racchiudono progetti di riforestazione urbana per il contrasto ai cambiamenti climatici, per l’abbattimento della produzione di CO2 e anche per la tenuta dell’assetto idrogeologico. Ricordo che la foresta più importante che abbiamo nella regione, la Foresta Mercadante, non è una foresta spontanea ma bensì il frutto di un intervento di tenuta dell’assetto idrogeologico pensato dalla Forestale alla fine degli anni Venti dello scorso secolo per proteggere il territorio dalle alluvioni. Quindi stiamo realizzando interventi di questo tipo per mettere ancora di più in sicurezza il territorio. Ritengo che se 41 comuni decidono di destinare 26 milioni di euro per questo tipo di interventi sia qualcosa di importante. Potevano essere spesi diversamente con azioni che avrebbero permesso ai sindaci di riscuotere consenso nel breve termine, ma abbiamo preferito pensare alle prossime generazioni e guardare al futuro di questa comunità.

Si parla molto della difficoltà di rispettare i tempi di realizzazione di questi interventi e non perdere i finanziamenti. A che punto siamo su questo fronte?

I comuni italiani hanno ottenuto 40 miliardi di euro che sono circa il 19% di tutto il Pnrr. Stranamente tutti dicono che i comuni non ce la faranno ma nessuno parla dell’altro 81%. E non sappiamo nemmeno dove sono andati a finire gli altri soldi. Nel senso che io lo so ma i cittadini non lo sanno e questo andrebbe comunicato. Di quei 40 miliardi noi ne abbiamo già ottenuti 35 e manca una parte di quelli che verranno utilizzati in campo ambientale. Su questi 35 miliardi i comuni hanno presentato 41 mila gare per un impegno di spesa pari al 60%. Quindi anche in fase di gara e realizzazione delle opere stiamo rispettando i tempi. Analogamente a quanto fatto in fase di presentazione dei progetti. Smentendo chi diceva che i comuni non riusciranno mai a presentare i progetti in tempo perché non hanno personale. I bandi erano per 40 miliardi di euro e i comuni hanno presentato progetti per 80 miliardi. È vero che non abbiamo il personale ma i comuni, con grandi sacrifici del loro personale, riescono a progettare, ottenere finanziamenti e spendere risorse.

Storicamente, e lo dicono le statistiche della Corte dei Conti e della Presidenza del consiglio dei Ministri, i comuni spendono il 25% di tutte le risorse nazionali destinate alle opere pubbliche rappresentando di fatto il più grande investitore del Paese. E questo lo facciamo da sempre anche negli anni dove vigeva il blocco del turn over per le assunzioni. Anni in cui abbiamo perso personale e oggi piano piano stiamo recuperando.

È qui a Terlizzi per spiegare insieme al Sindaco De Chirico gli interventi che incideranno sulla vita di 27 mila abitanti. Quindi, per far capire in concreto ai lettori non solo pugliesi cosa significa per un comune di queste dimensioni ricevere i fondi del Pnrr, quali interventi verranno realizzati?

In totale su Terlizzi verranno investiti risorse per 15 milioni di euro. Una cifra davvero importante per un comune di queste dimensioni. Sono occasioni che capitano una volta nella vita e non possiamo sprecarle.

In concreto la Città Metropolitana insieme ai dirigenti dei comuni, al Politecnico di Bari e all’Università ha coordinato gli interventi, supportato i comuni nella realizzazione delle proposte e allocato le risorse del Pnrr attraverso la programmazione. Penso al PUI (Piani urbani Integrati) ridistribuendo risorse in base alla popolazione, ovviamente con un occhio di riguardo verso i piccoli centri che rischiavano di non ottenere nulla. Parliamo anche del PINQUA (Programma Nazionale per la Qualità dell’Abitare) per la realizzazione di un sentiero verde che unisce la periferia al centro. E poi rigenerazioni di edifici di utilità pubblica come il teatro, il liceo classico, il campo sportivo (per il suo utilizzo sia per finalità sportive che culturali), un nuovo asilo nido, la realizzazione di un polo per l’infanzia, la realizzazione di una mensa scolastica e infine l’efficientamento energetico delle scuole. Questo è il Pnrr, una occasione che mette in campo risorse che mai avremmo in avuto in così poco tempo.

Siamo Terlizzi e quindi non possiamo ignorare l’acceso dibattito per la costruzione da parte di Sorgenia di un grande impianto per la generazione di biogas (alimentato con materiale di origine vegetale e zootecnico) dove amministrazione, cittadini e associazioni ambientaliste (e non) ne contestano l’ubicazione a ridosso della via Traiana e la capacità monstre dell’impianto. Da Sindaco della Città Metropolitana cosa ha capito di tutta questa vicenda?

Ho capito che può essere una grande opportunità perché si va a lavorare sugli scarti agricoli dell’intera area. Il problema è che sarà ubicata in una posizione dove c’è una valenza dal punto di vista storico e archeologico. Il Comune chiede di spostarlo e verificare con i proponenti la possibilità di un sito alternativo.

Quindi?

Intanto il Comune di Terlizzi ha fatto ricorso al Tar e vedremo cosa decideranno i giudici amministrativi.