Emilia Romagna, emergenza smog senza tregua

Non accenna a fermarsi l'emergenza smog in Emilia-Romagna, dove il bollino rosso è ormai in vigore senza interruzioni su tutta la Regione da oltre dieci giorni ed è stato prorogato fino a martedì 6 febbraio compreso. A Bologna si tratta del 19esimo giorno di sforamento del limite delle polveri sottili, ancora più grave la situazione nell'area emiliana - nelle città di Piacenza, Parma, Reggio, Modena e Ferrara - dove i giorni di emergenza sono stati addirittura 24

Non accenna a fermarsi l’emergenza smog in Emilia-Romagna, dove il bollino rosso è ormai in vigore senza interruzioni su tutta la Regione da oltre dieci giorni ed è stato prorogato fino a martedì 6 febbraio compreso. A Bologna si tratta del 19esimo giorno di sforamento del limite delle polveri sottili, ancora più grave la situazione nell’area emiliana – nelle città di Piacenza, Parma, Reggio, Modena e Ferrara – dove i giorni di emergenza sono stati addirittura 24.

Oltre allo stop per i diesel euro 5, dalle 8.30 alle 18.30, nei comuni con più di 30mila abitanti, è previsto l’abbassamento delle temperature medie nelle abitazioni fino a 19 gradi e negli spazi commerciali e ricreativi fino a 17 gradi. Il provvedimento rientra tra quelli previsti a livello regionale, in base alle misure adottate dalla Regione Emilia-Romagna e collegate al Pair.

La situazione da bollino rosso non è destinata a risolversi nell’immediato, perchè il meteo non aiuta. “Nei prossimi giorni le condizioni saranno simili, ancora di criticità, almeno finché non cambia la situazione meteo ad ampia scala, ancora pilotata in tutto il Mediterraneo centrale da temperature elevate”. Lo dice all’Ansa Vanes Poluzzi, responsabile del Centro tematico regionale di Qualità dell’aria di Arpae, l’Agenzia regionale per l’ambiente. “Da Sud Ovest arrivano correnti d’aria molto calde mentre sarebbe benvenuta non solo la pioggia ma la neve, oppure un cambio d’aria”. Cambiamenti che però “non ci aspettiamo nei prossimi due-tre giorni”. Un “segnale di miglioramento – aggiunge – che però andrà verificato perché troppo a lungo termine, è per il prossimo weekend”, quando il meteo potrebbe mutare. 

La situazione è abbastanza critica, ma non uniforme: i valori più elevati di particolato (pm10) sono principalmente in pianura e non in Appennino. “Potrebbe sembrare scontato e invece non lo è – spiega Poluzzi – E questo ci fa capire un’altra cosa importante”, ovvero che l’atmosfera è al momento “disaccoppiata”: tutto ciò che viene emesso nei bassi strati non riesce ad andare su più di tanto. Così si crea una sorta di circolo vizioso per cui più “è ingabbiato” nella parte bassa dell’atmosfera, più l’inquinamento peggiora e perdura. Con conseguenze negative per la salute dell’uomo per due motivi: “Uno perché gli inquinanti tendono ad accumularsi sempre di più; secondo perché aumentando la concentrazione aumenta anche la probabilità di reazioni a catena nei composti chimici” con l’aumento del cosiddetto “inquinamento secondario”. Dunque le misure restrittive adottate – come lo stop ai Diesel Euro 5 – “vanno nella direzione giusta. Se siano sufficienti – risponde l’esperto – ahimé dipende anche dalle condizioni meteo”.