Direttiva IED sulle emissioni industriali: ecco la proposta del Parlamento Europeo

Con 396 voti favorevoli, 102 contrari e 131 astenuti il Parlamento Europeo ha adottato la propria posizione sulla direttiva sulle emissioni industriali (IED), che adesso sarà oggetto dei negoziati col Consiglio. Strasburgo propone tra le altre cose obblighi estesi per la prima volta a miniere e fabbriche di batterie di grandi dimensioni. "Le nuove regole porteranno significativi benefici alla salute dei cittadini e all'ambiente", assicura l'assemblea, "e i cittadini avranno maggiore accesso alle informazioni sulle attività inquinanti presenti nella loro area"

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Con 396 voti favorevoli, 102 contrari e 131 astenuti il Parlamento Europeo ha adottato la propria posizione sulla direttiva sulle emissioni industriali (IED) e sulla direttiva sulle discariche di rifiuti. La Direttiva IED è il principale strumento dell’Unione europea che regola le emissioni inquinanti degli impianti industriali. I circa 52.000 impianti elencati nell’allegato I della norma devono operare in base ad un’autorizzazione, rilasciata dalle autorità degli Stati membri, che dovrebbe tenere conto dell’intera prestazione ambientale della struttura. E che quindi copre le emissioni nell’atmosfera, nell’acqua e nel suolo, la produzione di rifiuti, l’uso di materie prime, l’efficienza energetica, il rumore, la prevenzione degli incidenti e il ripristino del sito alla chiusura.

Dopo la proposta del Parlamento la palla passa ora al Consiglio Europeo.

“I deputati – riporta una nota di Strasburgo – hanno sostenuto la proposta della Commissione di estendere la Direttiva agli impianti dell’industria estrattiva (miniere) e alle installazioni di grandi dimensioni che fabbricano batterie (ad eccezione di quelli che assemblano esclusivamente moduli e pacchi di batterie)”.

Per quanto riguarda invece le emissioni degli allevamenti il Parlamento ha votato “per mantenere le norme in vigore che coprono gli allevamenti di suini con più di 2000 posti per la produzione di suini (oltre 30 kg), o con più di 750 posti per scrofe, e quelli di pollame con più di 4000 posti, nonché le aziende agricole con almeno 750 unità di bestiame (UBA)“.

Non ha invece approvato la proposta della Commissione di estendere questi regimi anche agli allevamenti di bovini. Questa chiedeva “una soglia di 150 UBA per tutto il bestiame”. E questo è stato duramente criticato da associazioni ambientaliste e ong.

Un’altra parte approvata dal Parlamento riguarda invece il tema della trasparenza e della partecipazione pubblica. Per questo: “il Registro europeo delle emissioni e dei trasferimenti di sostanze inquinanti (E-PRTR) sarà trasformato nel Portale europeo delle emissioni industriali, dove i cittadini potranno accedere ai dati su tutte le autorizzazioni europee e sulle attività inquinanti presenti nella loro area”.

Dopo il voto, il relatore Radan Kanev (PPE, Bulgaria) ha dichiarato: “Una migliore protezione dell’ambiente non deve necessariamente portare a più burocrazia. L’innovazione è la chiave per arrivare a un inquinamento pari a zero e per questo abbiamo bisogno di un settore industriale europeo più competitivo. La politica dell’UE deve essere realistica, economicamente fattibile e non deve minare la competitività”. 

Il Parlamento: “è pronto ad avviare i negoziati con il Consiglio sul testo definitivo della legge”.