A pochi giorni dalla chiusura della consultazione pubblica della Commissione europea sul futuro bilancio dell’Unione, una mobilitazione di ampia portata, e al di là di ogni schieramento politico, ha attraversato l’Europa per chiedere il mantenimento del Programma LIFE, lo storico strumento finanziario dedicato alle politiche ambientali, naturali e climatiche dell’Unione europea.
L’azione, guidata da Regione Liguria, si è concretizzata nella sottoscrizione e nell’invio alla Presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen,alla Presidente del Parlamento europeo, agli europarlamentari e alla Presidente del Comitato europeo delle Regioni, di una lettera congiunta in cui enti pubblici, istituzioni, università, imprese e organizzazioni, inclusa la società civile, di tutta Europa chiedono di salvaguardare l’integrità del Programma.
“Una vera mobilitazione bi-partisan e di tutti i componenti sia delle istituzioni regionali e locali che dell’economia e della società civile” commentano Legambiente, Lipu e WWF Italia. “Questo deve mettere fine all’attacco strumentale fatto al programma Life negli scorsi mesi.”
L’appello, diffuso nelle scorse settimane attraverso reti regionali, nazionali ed europee, ha, infatti, raccolto un numero crescente di adesioni, diventando in pochi giorni un’azione corale,che unisce territori e settori diversi, indipendentemente dal colore politico, in difesa di uno degli strumenti più efficaci delle politiche ambientali dell’Unione.
A livello europeo, la lettera è stata sottoscritta da un totale di 820 tra autorità regionali e locali, città, imprese e relative associazioni di categoria, università e istituti di ricerca e 496 altre organizzazioni in tutta Europa. In Italia, hanno aderito 11 regioni (Abruzzo, Campania, Friuli-Venezia Giulia, Emilia-Romagna, Liguria, Lombardia, Piemonte, Puglia, Provincia autonoma di Bolzano, Umbria, Valle d’Aosta), 67 comuni e reti di comuni italiani, 37 Università e centri di ricerca e un largo numero di imprese, aree protette, Parchi nazionali e associazioni.
In oltre 30 anni, Il programma LIFE ha cofinanziato in Italia 1.077 progetti per il clima, la biodiversità e l’economia circolare, pari a circa il 18% del totale dei progetti sostenuti complessivamente nell’Unione europea e nei Paesi terzi associati al Programma. Tali interventi hanno mobilitato 2,1 miliardi di euro di investimenti complessivi, a fronte di un contributo LIFE pari a 1,1 miliardi di euro, equivalente a quasi il 14% dell’ammontare totale delle sovvenzioni erogate dal Programma nei Paesi partecipanti nel periodo 1992-2023.
Nel documento, gli 820 firmatari chiedono che LIFE rimanga un programma autonomo, dotato di una propria base giuridica, governance e bilancio dedicato nel prossimo Quadro finanziario pluriennale 2028–2034. Sottolineano inoltre la necessità di rafforzarne le risorse, in linea con la portata delle sfide ambientali e climatiche che l’Europa si trova ad affrontare, e di preservarne l’approccio partecipativo e bottom-up, che consente di coinvolgere autorità pubbliche, enti di ricerca, imprese, ONG e comunità locali. La lettera sollecita anche di valorizzare e ampliare i risultati dei progetti LIFE, integrandoli maggiormente nelle politiche europee per massimizzarne l’impatto.
I promotori evidenziano che la proposta di frammentare il Programma LIFE all’interno di strumenti come i National and Regional Partnership Plans (NRPPs), la EU Facility e l’European Competitiveness Fund (ECF) solleva preoccupazioni per la coerenza delle politiche ambientali dell’UE. LIFE, con la sua governance autonoma e un bilancio dedicato, ha sempre affrontato in modo mirato le sfide ambientali, climatiche e di biodiversità. L’integrazione in strumenti generali, più ampi e orientati ad altri obiettivi economici potrebbe distrarre dalle priorità ambientali e ridurre l’attenzione sulle emergenze ecologiche. Inoltre, questa frammentazione rischia di minare la stabilità dei finanziamenti, con risorse meno certe e discontinue, impedendo la pianificazione a lungo termine necessaria per interventi complessi. Infine, subordinare LIFE a logiche economiche potrebbe indebolire gli obiettivi di sostenibilità a favore di interessi economici a breve termine.
“Smantellare il Programma LIFE sarebbe un grave passo indietro proprio nel momento in cui gli effetti del cambiamento climatico e della perdita di biodiversità sono sempre più evidenti-ribadiscono le associazioni che riprendono l’appello sottoscritto nella lettera – Mantenere LIFE come programma autonomo significa preservare la capacità dell’Europa di tradurre in azioni concrete gli obiettivi del Green Deal e le priorità ambientali condivise dai cittadini europei”.
Durante il Consiglio Ambiente del 21 ottobre, diversi Stati membri, inclusa l’Italia, hanno espresso preoccupazioni e riserve riguardo all’assenza di uno strumento dedicato alla biodiversità — come il Programma LIFE — nella proposta della Commissione europea per il prossimo bilancio dell’UE. Ciò rappresenta un chiaro segnale del fatto che il Programma LIFE continua a essere una pietra angolare per le azioni concrete a favore del clima e della biodiversità in molti Stati membri dell’UE.
“È ora fondamentale che i prossimi negoziati tra la Commissione, il Parlamento e il Consiglio tengano conto della necessità di mantenere il LIFE come strumento autonomo, dotato di un bilancio dedicato, garantendo al contempo che resti accessibile a tutti gli attuali beneficiari.” concludono i firmatari.
Tutti i firmatari nel Link alla lettera.











