Europa sotto smog, calano i morti ma il bilancio resta pesante: oltre 300mila nel 2019. Italia ancora maglia nera

L'inquinamento atmosferico continua a causare un onere significativo di morti premature e malattie. L'ultima analisi dell'Agenzia europea dell'ambiente (EEA), pubblicata il 15 novembre, mostra che il miglioramento della qualità dell'aria ai livelli recentemente raccomandati dall'Organizzazione mondiale della sanità (OMS) potrebbe prevenire più della metà dei decessi

smog pianura padana

Il documento dell’Agenzia Europea dell’Ambiente (EEA) dal titolo “Impatti sulla salute dell’inquinamento atmosferico in Europa” presenta le stime aggiornate su come i tre principali inquinanti (particolato fine, biossido di azoto e ozono troposferico) hanno influito sulla salute degli europei nel 2019. Il documento valuta anche i potenziali benefici del miglioramento della qualità dell’aria verso i nuovi livelli guida raccomandati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). Inoltre, le misure informative progrediscono verso l’obiettivo dell’EU Zero Pollution Action Plan’s, il piano d’azione messo appunto dall’Unione europea per ridurre non meno del 55% il numero di morti premature dovute all’esposizione al particolato fine entro il 2030.

Secondo le ultime stime dell’EEA, nel 2019 nell’Unione 307.000 persone sono morte prematuramente a causa dell’esposizione all’inquinamento da particolato fine PM 2.5. Almeno il 58% (circa 178.000) di questi decessi si sarebbe potuto evitare se tutti gli Stati membri dell’UE avessero raggiunto il nuovo livello di 5 µg/m3 indicato nelle linee guida per la qualità dell’aria dell’OMS.
La qualità dell’aria in Europa è stata migliore nel 2019 rispetto al 2018 determinando un minor impatto negativo sulla salute. Il calo dell’inquinamento segue una tendenza di lungo termine, guidata da politiche volte a ridurre le emissioni e migliorare la qualità dell’aria.
Nell’ambito del Green Deal europeo, il piano d’azione EU Zero Pollution Action Plan’s fissa l’obiettivo di ridurre il numero di morti premature dovute all’esposizione al particolato fine di oltre il 55% entro il 2030, rispetto al 2005. Secondo l’analisi dell’EEA, il L’UE è attualmente sulla buona strada per raggiungere l’obiettivo in virtù del fatto che il numero di questi decessi è diminuito di circa un terzo dal 2005 al 2019.
“Investire in un riscaldamento più pulito, mobilità, agricoltura e industria – ha detto Hans Bruyninckx, direttore esecutivo dell’EEA – migliorano la salute, la produttività e la qualità della vita per tutti gli europei e soprattutto per i più vulnerabili. Questi investimenti salvano vite e aiutano anche ad accelerare i progressi verso la neutralità del carbonio e una forte biodiversità”.


“Respirare aria pulita dovrebbe essere un diritto umano fondamentale. È una condizione necessaria per società sane e produttive. Anche con i miglioramenti della qualità dell’aria negli ultimi anni nella nostra regione, abbiamo ancora molta strada da fare per raggiungere i livelli delle nuove linee guida globali sulla qualità dell’aria dell’OMS”, ha affermato il direttore regionale dell’OMS per l’Europa, il dott. Hans Henri P. Kluge. “All’OMS, accogliamo con favore il lavoro svolto dall’EEA, che ci mostra tutte le vite che potrebbero essere salvate se i nuovi livelli di qualità dell’aria fossero raggiunti, fornendo ai responsabili politici solide prove sull’urgente necessità di affrontare questo onere sanitario”.