Fiab Torino Bike Pride: “Sig. Sindaco, quale città vuole? Non possiamo più accettare che si muoia sulle strade”

“Come collettività possiamo accettare che delle persone, dei ragazzi, delle donne, degli uomini, dei bambini, possano morire in strada mentre si spostano nella propria quotidianità come è successo ieri sera in corso Regina Margherita?". Se lo chiede Fiab Torino Bike Pride, attraverso la sua presidente Elisa Gallo, consigliera nazionale Fiab, che aggiunge: "Come società, Amministrazione e Istituzioni non possiamo permettere che sulla strada continui ad esistere violenza da parte di chi guida mezzi più potenti e pesanti, incurante del fatto di poter causare molto più danno, molto più dolore, molta più morte?”

“Come collettività possiamo accettare che delle persone, dei ragazzi, delle donne, degli uomini, dei bambini, possano morire in strada mentre vanno al lavoro, a scuola, a fare spesa, a incontrare amici o andare a giocare con altri bambini al parco o mentre si spostano nella propria quotidianità come è successo ieri sera in corso Regina Margherita?“. Se lo chiede Fiab Torino Bike Pride, attraverso la sua presidente Elisa Gallo, consigliera nazionale Fiab, che aggiunge: “Come società, Amministrazione e Istituzioni non possiamo permettere che sulla strada continui ad esistere violenza da parte di chi guida mezzi più potenti e pesanti, incurante del fatto di poter causare molto più danno, molto più dolore, molta più morte?”

Bike Pride sottolinea che secondo le fonti ufficiali le dinamiche della collisione che ha ucciso il ragazzo sono ancora da accertare, “ma è certo è che il ragazzo stava attraversando un viale su un attraversamento ciclopedonale, che prevede la precedenza di chi lo percorre in bicicletta. L’associazione non vuole giustificazioni o attenuanti. Serve un ribaltamento delle responsabilità sulle nostre strade: chi è al volante di un’auto o di un veicolo più pesante dev’essere investito di maggior responsabilità rispetto a chi è su mezzi a due ruote o a piedi, perché una sua infrazione può causare un danno letale. E questo cambiamento deve essere imposto e voluto dalle Amministrazioni e dalle Istituzioni, per poterci riappropriare degli spazi di incontro di vita”. 

“Nell’ultimo mese altre persone sono state vittime di incidenti sulle strade, senza parlare di quegli incidenti ‘mancati’ che tutte e tutti noi che camminiamo e pedaliamo per le strade viviamo ogni giorno. L’obiettivo da raggiungere è ridurre la mortalità delle collisioni stradali e migliorare al contempo la sicurezza dei cittadini e la vivibilità dei quartieri, con un beneficio per tutte le persone, i veri abitanti della città”. 

Interviene anche la Consulta della mobilità ciclistica e moderazione del traffico, attraverso il suo presidente Diego Vezza: “Nel 30% dei casi, le collisioni stradali sono causate dall’eccesso di velocità. La Consulta chiede quindi alla Città di abbassare a 30 km/h la velocità massima dei mezzi a motore su tutte le vie del territorio comunale, ad eccezione dei grandi assi di scorrimento”.

Conclude Elisa Gallo: “E nel rivolgere alla famiglia e agli amici le nostre condoglianze, non possiamo che immedesimarci in quel ragazzo, rimasto sulla strada senza vita. Potevamo essere noi, io, il nostro amico, nostra figlia o nostra sorella. La nostra mamma. Questo non è più accettabile, non lo possiamo più accettare come società. Perché non si può morire per il semplice motivo di aver scelto un mezzo di trasporto più “leggero” e sostenibile. La domanda quindi al nostro Sindaco: quale città vuole per i suoi cittadini e le sue cittadine? Una intasata di auto, soffocata dall’inquinamento, di ingorghi, o una in cui camminare e pedalare non continui ad essere l’attività più rischiosa da fare nelle nostre strade?”.