Fondo sociale per il clima Ue, nuove linee guida per aiutare gli Stati membri 

La Commissione europea ha pubblicato delle nuove linee guida per aiutare gli Stati membri ad attuare efficacemente il Fondo sociale per il clima e completare i relativi Piani sociali. A partire dal 2026 e mobilitando oltre 86 miliardi di euro, il Fondo è stato creato per garantire che la transizione verso un'economia più verde sia equa e per sostenere famiglie vulnerabili e piccole imprese nei loro sforzi. Per farlo userà i ricavi del nuovo sistema di scambio di emissioni (ETS2)

La Commissione europea ha pubblicato delle nuove linee guida per aiutare gli Stati membri ad attuare efficacemente il Fondo sociale per il clima (SCF) e completare i relativi Piani sociali (SCP). A partire dal 2026 e mobilitando oltre 86 miliardi di euro, il Fondo è stato creato per garantire che la transizione verso un’economia più verde sia equa e per sostenere famiglie vulnerabili e piccole imprese nei loro sforzi. Per farlo userà i ricavi del nuovo sistema di scambio di emissioni (ETS2).

Per ricevere fondi nell’ambito del Fondo, gli Stati membri devono incorporare la nuova ETS2 nel diritto nazionale. Devono presentare i loro piani sociali per il clima alla Commissione per l’approvazione, stabilendo le loro misure nazionali e gli investimenti per sostenere i più vulnerabili. Una volta presentato formalmente un piano, la Commissione ha fino a cinque mesi per completare la sua valutazione. I piani adottati saranno annunciati dalla Commissione.

Le nuove linee guida per il Fondo si basano sulla precedente guida della Commissione e sull’assistenza tecnica agli Stati membri, stabilendo una serie di principi per l’attuazione del Fondo:

  • Prevedibilità: i piani sociali per il clima stabiliscono un valore di pagamento per ogni misura e investimento. I pagamenti verranno effettuati una volta raggiunti i traguardi e gli obiettivi.
  • Pagamenti basati sulle prestazioni: i fondi SCF saranno erogati solo quando le pietre miliari e gli obiettivi saranno pienamente raggiunti. Ciò garantisce che i pagamenti siano legati ai risultati effettivi.
  • Designazione semplificata delle autorità: gli Stati membri possono fare affidamento sulle strutture esistenti già utilizzate per i programmi di politica di coesione e l’impianto di recupero e resilienza (RRF), rendendo l’attuazione più rapida e semplice.
  • Governance inclusiva: gli Stati membri dovrebbero coinvolgere attivamente le parti interessate, comprese le autorità regionali e locali, le parti sociali e la società civile, per garantire che gli SCP riflettano le esigenze sul campo.
  • Trasparenza e responsabilità: gli Stati membri e la Commissione utilizzeranno un unico sistema digitale per tracciare e riferire su tutte le misure, gli investimenti e i beneficiari. Ciò fornisce trasparenza, chiarezza e fiducia nel modo in cui i fondi vengono utilizzati.
  • Protezione degli interessi finanziari dell’UE: gli Stati membri devono mettere in atto forti garanzie per prevenire, rilevare e affrontare frodi, corruzione, conflitti di interesse e doppi finanziamenti, proteggendo l’integrità delle risorse SCF.

Gli Stati membri potranno presentare la loro prima richiesta di pagamento alla Commissione a partire dal 31 luglio 2026, a condizione che abbiano attuato i piani approvati e che siano stati raggiunti traguardi e obiettivi concordati. Il Fondo Sociale per il clima è progettato per colmare l’attuale e il prossimo quadro finanziario pluriennale dell’Ue (MFP). Attinge alle lezioni apprese e alle migliori pratiche dai fondi RRF e Cohesion Policy.

Articolo precedentePalermo, avvio della differenziata a Montepellegrino slitta al 28 ottobre
Articolo successivoClean Industrial Deal, ok ad incentivi fiscali per industria e tecnologia pulite