Fotovoltaico: battuta d’arresto per il residenziale nei primi 9 mesi dell’anno in Italia

Il fotovoltaico continua a consolidare il proprio ruolo nel sistema elettrico nazionale, nonostante il calo rispetto al 2024. Nei primi nove mesi del 2025 sono stati connessi alla rete 161.962 nuovi impianti fotovoltaici, per una potenza complessiva di 4.078 MW, in calo rispettivamente del 29% e del 17% rispetto allo stesso periodo del 2024. Sono i dati elaborati da Italia Solare, associazione che promuove le rinnovabili, su base Gaudì (Terna)

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Il fotovoltaico continua a consolidare il proprio ruolo nel sistema elettrico nazionale, nonostante il calo rispetto al 2024. Nei primi nove mesi del 2025 sono stati connessi alla rete 161.962 nuovi impianti fotovoltaici, per una potenza complessiva di 4.078 MW, in calo rispettivamente del 29% e del 17% rispetto allo stesso periodo del 2024, quando erano stati registrati 227.633 impianti per 4.862 MW.

Sono i dati elaborati da Italia Solare, associazione che promuove le rinnovabili, su base Gaudì (Terna). Al 30 settembre 2025 risultano complessivamente connessi in Italia 2.040.850 impianti fotovoltaici, per una potenza cumulata di 41.154 MW. Rispetto ai dati cumulati registrati alla fine del 2024, la crescita è pari a +9% in numero di impianti e +11% in potenza, valori che segnano un rallentamento rispetto al biennio precedente.

“I dati confermano che il fotovoltaico è ormai una realtà strutturale nel nostro Paese, ma anche che siamo in una fase di rallentamento rispetto al picco del biennio precedente, anche se ci aspettiamo una nuova crescita nei prossimi anni grazie al FERX per il settore Utility Scale. Accogliamo con parere favorevole il prolungamento della detrazione del 50% per il fotovoltaico inserito nella bozza della finanziaria anche per il 2026, ma sarebbe necessario diventasse una misura strutturale”, commenta Paolo Rocco Viscontini, presidente di Italia Solare.

Andamento per segmenti: residenziale in calo, tengono C&I e utility scale

La fascia residenziale (P < 20 kW) nei primi nove mesi del 2025 ha visto connessi 151.483 impianti, per una potenza complessiva di 974 MW, contro i 1.328 del 2024. La potenza media si conferma stabile, attorno ai 6,4 kW. È la fascia che ha registrato la maggior battuta rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente con un calo del 27% per la potenza connessa e del 30% per il numero di impianti.
Il segmento commerciale e industriale (20 kW ≤ P < 1 MW) e si mantiene abbastanza stabile rispetto allo scorso anno, a fine terzo trimestre sono stati connessi 10.002 MW, per un totale di 1.228 impianti. Il contributo principale arriva dalla fascia 200–1000 kW, con 674 MW.
Il comparto utility scale (>1 MW) ha visto la connessione di 477 impianti, per una potenza cumulata di 1.875 MW. Il contributo rilevante in termini di potenza (46% del totale), conferma il trend pressoché costante nell’ingresso in esercizio dei grandi impianti autorizzati.

Distribuzione regionale: guida il Lazio, seguita da Lombardia e Veneto

Nel periodo gennaio–settembre 2025, le regioni con il maggior numero di nuove connessioni in termini di potenza sono: Lombardia (532 MW), Lazio (510 MW), Piemonte (365 MW), Veneto (363 MW) ed Emilia-Romagna (348 MW).
In termini di numerosità di impianti, la Lombardia guida con oltre 23.000 nuove connessioni, seguita da Veneto, Emilia-Romagna e Sicilia.
Le cinque regioni coprono insieme oltre il 50% della potenza connessa in Italia nei primi nove mesi del 2025, evidenziando la tendenza alla concentrazione delle installazioni nelle aree più industrializzate o con maggiore densità abitativa.

Italia Solare: servono misure strutturali per agevolare la transizione energetica

La transizione energetica passa sempre più dal fotovoltaico e dalla sua capacità di integrarsi con accumuli, digitalizzazione e comunità energetiche. In tale contesto, ITALIA SOLARE sottolinea la necessità urgente di: garantire la conferma della detrazione fiscale 50% per il residenziale anche nel 2026, sbloccare le misure di sostegno agli accumuli per imprese e famiglie, semplificare le regole di accesso per le comunità energetiche, rivedere il correttivo del TU Fer, e accelerare l’approvazione delle aree idonee regionali e delle aree di accelerazione previste dalla direttiva REDIII.

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