Il 17 giugno l’Assemblea Nazionale francese ha approvato il disegno di legge sulla “Semplificazione della vita economica”, insieme alla controversa misura per abrogare le zone a basse emissioni. Controversa perché diversamente da quanto si potesse pensare ha messo insieme destra e sinistra. Il testo è stato approvato con 275 voti favorevoli e 252 contrari, dopo tre mesi di esame interrotti da molteplici rinvii.
Presenti in una quarantina di aree urbane della Francia, tra cui Parigi, Lione e Bordeaux solo per citare le maggiori, le ZFE sono state avviate nel 2019 per limitare le emissioni di polveri sottili, responsabili di malattie respiratorie e di 40.000 decessi all’anno (dati della Sanità Pubblica francese). Nella sola Parigi si calcola che l’inquinamento atmosferico provochi più di 8 mila morti premature ogni anno e non è un caso che la capitale sia la città che protesta con più forza contro l’abrogazione delle ZFE. “Eliminarle significa rinnegare anni di sforzi, indebolire le città coinvolte e inviare un segnale di arretratezza inaccettabile”, ha scritto il Comune in una nota.
“I deputati hanno votato contro la salute pubblica “, dice invece il vicesindaco parigino Dan Lert (Ecologistes), responsabile del clima e della transizione ecologica. Gli fa eco l’ambientalista Tony Renucci: “La politica di riduzione dell’uso dell’automobile a Parigi aveva permesso di dimezzare l’inquinamento in 20 anni. Questa abrogazione mette in discussione l’impatto sanitario dell’inquinamento atmosferico”.
Moltissimi dati confermano che le ZFE funzionano, specialmente nelle grandi città. A inizio aprile Airparif, un gruppo indipendente che monitora la qualità dell’aria nella regione di Parigi, ha detto che i livelli di particolato fine sono diminuiti del 55 per cento dal 2005 nell’area, mentre i livelli di diossido di azoto sono diminuiti del 50 per cento. Il gruppo ha attribuito questo risultato alle politiche pubbliche, tra cui le misure volte a limitare il traffico e a vietare i veicoli più inquinanti, ossia le ZFE.
Anche se la strade sembra segnata niente è ancora deciso. Sebbene il disegno di legge sia stato approvato il 17 giugno dall’Assemblea Nazionale, il provvedimento deve ora essere sottoposto a una commissione congiunta, dove sette deputati e sette senatori dovranno concordare una versione comune.
Il presidente del gruppo Horizons, Paul Christophe, ritiene che la misura sullo ZFE ha “buone probabilità” di essere respinta dal Consiglio Costituzionale in quanto “emendamento legislativo”, ovvero privo di sufficiente collegamento con il testo iniziale, un’argomentazione condivisa dal gruppo MoDem.