La Future Parade attraversa Torino nel Salone dell’Auto: “Le città non sono parco giochi per ricchi”

È partito dai Giardini Reali, attraversando piazza Castello, per toccare poi tutti i punti simbolo della Torino città dell'auto, dal Lingotto a Mirafiori. Un corteo colorato e festoso di biciclette, cargo bike, monopattini e roller blade si è snodato lungo il percorso al suono della musica e degli slogan che hanno risuonato anche ieri, domenica 28 settembre, tra gli stand del Salone dell'Auto, durante la manifestazione di Extinction Rebellion, Fridays for Future ed altre realtà ecologiste cittadine. "Le città non sono parco giochi per ricchi", "Lusso per pochi, smog per tutti", "Dai SUV ai carri armati: blocchiamo tutto"

Future Parade Torino Salone Auto

È partito dai Giardini Reali, attraversando piazza Castello, per toccare poi tutti i punti simbolo della Torino città dell’auto, dal Lingotto a Mirafiori. Un corteo colorato e festoso di biciclette, cargo bike, monopattini e roller blade si è snodato lungo il percorso al suono della musica e degli slogan che hanno risuonato anche ieri, domenica 28 settembre, tra gli stand del Salone dell’Auto, durante la manifestazione di Extinction Rebellion, Fridays for Future ed altre realtà ecologiste cittadine. “Le città non sono parco giochi per ricchi”, “Lusso per pochi, smog per tutti”, “Dai SUV ai carri armati: blocchiamo tutto”

Entrati in piazza Castello i partecipanti sono scesi dalle biciclette, conducendole a mano. La Questura ha infatti imposto questa prescrizione per “motivi di ordine pubblico”. Tuttavia le proteste pacifiche dei giorni scorsi, dalla rappresentazione delle Red Rebels che ha disturbato la cerimonia di inaugurazione, al presidio convocato in piazza Castello che ha spinto il Prefetto a chiedere l’annullamento della sfilata delle Super Car per timore delle contestazioni, hanno permesso di dare voce  a una critica puntuale a un modello di sviluppo industriale definito “vecchio e ideologico” e a una diversa visione di città. Temi già portati nei talk e dibattiti che hanno punteggiato la settimana, come quello in piazza Carignano tra rappresentanti dei sindacati del trasporto pubblico e dell’automotive e associazioni come Torino Respira e Bike Pride. Tutti concordi nell’immaginare  una città non autocentrica ma capace di incontrare i bisogni di mobilità e utilizzo degli spazi delle persone.

“Questo Salone era stato annunciato come una grande occasione per Torino, che avrebbe dovuto addirittura attrarre 500mila visitatori – dichiara Viola di Fridays for Future, scendendo dalla bicicletta – Un’occasione di rilancio per il settore dell’auto, di una favoleggiata Vehicle Valley che scimmiotta la Motor Valley emiliana. Un’illusione ancorata a miti dello scorso secolo, scollegata dalla realtà, in una città abbandonata ai licenziamenti e alla cassa integrazione”. Il riferimento è alle dichiarazioni dell’assessore regionale Tronzano: “Il Piemonte si conferma la Vehicle Valley italiana: protagonista sulla scena nazionale e internazionale quale simbolo dell’automotive”.

Il settore della automotive nazionale, di cui Torino è la città natale, è invece ormai in declino da diversi anni, fanno notare gli ambientalisti. Proprio in questo settembre è stata rinnovata la cassa integrazione per altri 2.300 dipendenti Stellantis e ne sono stati licenziati 600. Contemporaneamente l’azienda sta chiedendo ai propri dipendenti italiani di trasferirsi in Serbia, presso lo stabilimento di Kragujevac, dove viene costruita la Grande Panda. Ma Torino è anche una delle città più inquinate d’Europa e una grossa percentuale è dovuta al traffico veicolare. Contemporaneamente, il trasporto pubblico locale è prossimo al collasso, mancando all’appello 23 milioni di euro per coprire le esigenze del settore, e le persone continuano a essere costrette a spostarsi in auto. 

“Viviamo in un mondo sempre più caldo, devastato da siccità, ondate di calore, alluvioni. Le emissioni del settore dei trasporti continuano ad aumentare, come certifica l’Agenzia Internazionale per l’Energia” commenta ancora Matilde di Extinction Rebellion. “Il Governo e la Regione Piemonte devono cambiare rotta investendo in una reale transizione ecologica che sia equa, giusta e radicale”.


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