Inceneritore di Venezia: no della Regione, esultano i comitati

La procedura autorizzativa per l’impianto proposto da Eni Rewind si conclude con un parere negativo espresso dalla Commissione VIA regionale e confermato dalla conferenza dei servizi. Tra le motivazioni: le criticità ambientali e sanitarie segnalate dall’Istituto Superiore di Sanità. Contrari i comitati locali, che rivendicano il risultato come una svolta per la gestione dei rifiuti in Veneto

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Niente da fare per il progetto di un inceneritore di fanghi da depurazione a Porto Marghera, Venezia, avanzata da Eni Rewind. La Commissione VIA regionale ha espresso un parere negativo sull’impatto ambientale dell’opera, determinando lo stop immediato dell’iter autorizzativo, come comunicato ufficialmente dalla conferenza dei servizi convocata per l’approvazione del progetto.

L’impianto, destinato a trattare 190 mila tonnellate annue di fanghi civili e industriali provenienti dal Veneto e da altre regioni, era stato presentato come una soluzione per lo smaltimento di rifiuti derivanti da depurazione.

La decisione si basa sulle considerazioni del Comitato Tecnico Regionale VIA, che ha rilevato insufficienze nelle garanzie relative agli impatti ambientali e sanitari. Nella documentazione pubblicata dalla Regione si citano le osservazioni dell’Istituto Superiore di Sanità e di altre autorità locali, che hanno messo in evidenza la delicatezza del contesto ambientale di Porto Marghera, già sottoposto a pressioni industriali di lungo corso.

Tra i punti critici indicati figura anche il trattamento dei Pfas, le cosiddette “sostanze perfluoroalchiliche”, che secondo gli esperti non sarebbero distrutte in modo efficace alle temperature previste per l’incenerimento, con il rischio di rilascio di inquinanti nell’ambiente.

Le reazioni della Regione e la pianificazione futura dell’area

Dalla giunta regionale arrivano dichiarazioni che ribadiscono l’autonomia delle scelte tecniche della commissione, ma anche l’impegno dell’amministrazione a monitorare le ricadute ambientali e sanitarie di ogni progetto industriale.

L’assessore all’Ambiente Gianpaolo Bottacin ha sottolineato la centralità del tema salute pubblica. L’assessore allo Sviluppo economico Roberto Marcato ha richiamato il piano per la riconversione dell’area industriale di Marghera, legato alla Zona Logistica Semplificata del Porto di Venezia, che dovrebbe favorire l’arrivo di imprese orientate verso bonifiche, tecnologie sostenibili e nuova occupazione.

Il ruolo dei comitati territoriali e la mobilitazione cittadina

Il progetto era stato contestato da diversi comitati locali, che negli ultimi tre anni avevano organizzato iniziative pubbliche, campagne di informazione e atti formali di diffida rivolti agli enti decisionali. Il Coordinamento No Inceneritori di Porto Marghera ha accolto con entusiasmo l’esito della Commisisone Via, vedendolo come il risultato di un’azione collettiva fondata sulla partecipazione e sulla richiesta di trasparenza.

Nel comunicato diffuso dopo la decisione, il coordinamento ribadisce che il problema della gestione dei fanghi e dei Pfas è concreto, ma non può essere affrontato attraverso soluzioni che presentano nuovi rischi per l’ambiente. La richiesta è quella di investire in ricerca, di coinvolgere la comunità scientifica e di orientare la transizione verso modelli di gestione più sicuri.

Il comitato ha inoltre chiesto il blocco immediato della seconda linea dell’impianto Veritas, nonché l’attivazione di studi indipendenti su aria, suolo, acque e alimenti, in collaborazione con CNR, Ispra e Arpav.

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