Indagine nazionale sui mobility manager di area. Il Comune di Bari non ha risposto, perchè?

L'indagine, che ha coinvolto 167 Comuni italiani su circa 7900, ha fotografato un settore in crescita, con un aumento del numero di Piani di Spostamento Casa-Lavoro di imprese e PA italiane tra il 2023 e il 2024 e delle attività di valutazione di tali Piani da parte dei mobility manager di area. Ma non mancano le ombre. Dal Rapporto è emersa un'Italia a due velocità: 1° della classe il nord-est, maglia nera al sud. Il Comune di Bari non ha risposto. Perché? 

Nel corso della recente conferenza nazionale sul mobility management e la mobilità sostenibile organizzata per il 25esimo anno dall’associazione Euromobility a Bologna, il 18 e il19 giugno scorsi, a cui hanno preso parte due pugliesi su 250 partecipanti, sono stati presentati i dati dell’indagine nazionale condotta recentemente dal Ministero dei Trasporti con la collaborazione con Euromobility. I dati sono raccolti nel 2° Rapporto sulle attività svolte negli ultimi due anni dai Mobility Manager di Area in Italia. 

L’indagine, che ha coinvolto 167 Comuni italiani su circa 7900, ha fotografato un settore in crescita, con un aumento del numero di Piani di Spostamento Casa-Lavoro di imprese e PA italiane tra il 2023 e il 2024 e delle attività di valutazione di tali Piani da parte dei mobility manager di area. Ma non mancano le ombre. Non tutte le città svolgono o svolgono bene i compiti assegnati loro dalle norme vigenti. Non sempre acquisiscono i dati necessari o utilizzano i dati di mobilità sistematica per programmare al meglio i servizi di trasporto. Anche la mobilità scolastica meriterebbe maggiore attenzione. Dal Rapporto è emersa un’Italia a due velocità: 1° della classe il nord-est, maglia nera al sud. Il Comune di Bari non ha risposto. Perché? 

Innanzitutto chiariamo: chi sono i mobility manager aziendali e cosa devono fare? Secondo la normativa pre-esistente (DM 27/03/1998), rivisitata dal Decreto Rilancio (art. 229, comma 4, del Decreto-legge n. 34 del 19/05/2020), convertito dalla Legge n. 77 del 17/07/2020, le imprese private e le pubbliche amministrazioni con singole unità locali con più di 100 dipendenti ubicate in un capoluogo di Regione, in una Città metropolitana, in un capoluogo di Provincia ovvero in un Comune con popolazione superiore a 50.000 abitanti, sono obbligate a nominare un mobility manager aziendale  incaricato di elaborare il Piano degli Spostamenti Casa-Lavoro del proprio personale dipendente con il fine di ridurre l’uso del mezzo di trasporto privato individuale e favorire l’attuazione di misure e soluzioni alternative con un minore impatto su ambiente, congestione, incidentalità. 

Chi sono i  mobility manager di area (MMA)? Il MMA viene nominato da un Comune capoluogo di regione, da un Comune capoluogo di provincia o sede di Città metropolitana, da un Comune con più di 50.000 abitanti e da un Comune con meno di 50.000 abitanti che si trovi all’interno di una Città metropolitana qualora ospiti sul suo territorio almeno un’azienda o un Ente con singole unità locali con piu di 100 dipendenti. Per i Comuni con popolazione inferiore a 50.000 abitanti sono possibili raggruppamenti fino al raggiungimento di una popolazione superiore o uguale a 50.000 abitanti o la delega al Comune capoluogo per la nomina del MMA e la trattazione delle tematiche ad esso ricondotte. I Piani Spostamento Casa-Lavoro, adottati  annualmente entro il 31/12 devono essere trasmessi entro i 15 gg successivi al MMA per una valutazione complessiva delle misure previste, una fase di confronto sulle soluzioni ipotizzate, l’armonizzazione delle diverse iniziative e la formulazione di proposte di finanziamento in relazione alle fonti disponibili, anche sulla base di iniziative integrate che coinvolgono diversi soggetti e competenze.

Cosa è stato quindi chiesto ai 167 comuni italiani?  Il numero di soggetti obbligati, nel comune di riferimento, alla redazione del piano spostamenti, distinti tra imprese, pubbliche amministrazioni e Università; il numero dei piani spostamento effettivamente trasmessi al mobility manager di area annualmente; se i piani spostamento delle Università hanno tenuto conto anche degli studenti; il n totale degli studenti universitari; se e quanti piani spostamenti sono stati presentati da soggetti non obbligati a farlo; quanti plessi scolastici esistono nel comune di riferimento, quanti hanno nominato il mobility manager scolastico e quanti piani spostamenti sono stati redatti e presentati; se e quale supporto il mobility manager di area ha fornito ai mobility manager scolastici e aziendali; se e quali valutazioni sono state date ai singoli piani spostamenti ricevuti dal mobility manager di area.

Il mobility management ha enormi potenzialità, evidentemente sottovalutate, se non snobbate, perchè consentono di conoscere per “poli attrattori” esattamente tutti i dati utili a pianificare e programmare concretamente i servizi di mobilità urbana e metropolitana. Fortunatamente il MIT nella sua attività di monitoraggio, ha ritracciato la strada per tutti i soggetti interessati e con il 2° Rapporto sui mobility manager di area ha acceso i riflettori su luci e ombre in Italia. Bisogna operare da un lato per sensibilizzare tutto il sud carente o inadempiente, dall’altro per far entrare a tutti i livelli di governo il mobility management negli strumenti di pianificazione e gestione della mobilità urbana, metropolitana e regionale. E Bari, capoluogo di regione e Città Metropolitana, deve cambiare passo.

Articolo precedenteContinua a crescere in Italia la raccolta di carta e cartone: nel 2024 +3,5% sul 2023
Articolo successivoClima in Italia: sempre più caldo e aumentano gli eventi estremi