Libro “Cinema di classe. Per una pedagogia dell’audiovisivo”: la crisi climatica in sei film

Dieci percorsi e una cassetta degli attrezzi per portare in classe i principali temi dell’attualità attraverso il cinema. È il libro “Cinema di classe. Per una pedagogia dell’audiovisivo”: una raccolta di dieci saggi appena pubblicata da Edizioni Ets, frutto dell’esperienza dell’Ennesimo Academy

Dieci percorsi e una cassetta degli attrezzi per portare in classe i principali temi dell’attualità attraverso il cinema. È il libro “Cinema di classe. Per una pedagogia dell’audiovisivo”: una raccolta di dieci saggi appena pubblicata da Edizioni Ets, frutto dell’esperienza dell’Ennesimo Academy. Il progetto di educazione all’immagine, che dal 2017 si svolge ogni anno nelle aule italiane (dalle scuole materne all’università), è ideato e realizzato dal team dell’Ennesimo Film Festival (EFF), la kermesse cinematografica di Fiorano Modenese giunta quest’anno alla sesta edizione.

Il volume è pensato come una raccolta di strumenti, riflessioni e indicazioni per gli insegnanti, per costruire lezioni e laboratori tematici che integrino l’uso dell’audiovisivo nella didattica tradizionale. L’obiettivo è aiutare i docenti ad affrontare la quotidianità e narrarla ai propri studenti attraverso la lente della macchina da presa. Proponendo opere cinematografiche capaci di approfondire e suggerire sguardi particolari e alternativi, il libro tratta rilevanti temi di attualità, quali la legalità, la crisi climatica, la memoria, i diritti umani, i movimenti e le manifestazioni di piazza, il terrorismo, il rapporto tra cinema e arte e cinema e scienza. I saggi, scritti da critici cinematografici, giornalisti, studiosi, sono stati raccolti dai direttori artistici dell’EFF, Federico Ferrari e Mirco Marmiroli.

Il libro nasce dall’esperienza dell’Ennesimo Academy, progetto di formazione che si svolge sotto l’alto patrocinio del Parlamento europeo, premiato dal Ministero dell’Istruzione come buona pratica nell’ambito della didattica e dell’applicazione del linguaggio cinematografico a scuola, all’interno del Piano nazionale Cinema per la scuola. In cinque anni di attività, l’Academy ha coinvolto 144 classi e 3.600 studenti, espandendosi sempre più al di fuori dell’area emiliana dove è nata. I direttori artistici del Festival sono inoltre parte del team degli Operatori di Educazione Visiva a Scuola, selezionati dal Ministero dell’Istruzione per formare docenti delle scuole secondarie e aiutarli a integrare il cinema e l’audiovisivo all’interno delle lezioni.

«Il cinema può fare scuola: non solo perché può offrire contenuti in grado di aiutare i ragazzi a capire temi complessi, ma anche e soprattutto perché fornisce gli strumenti per affrontare la sovraesposizione alle immagini in movimento, in cui i giovani oggi sono immersi. Con questo libro vogliamo mettere il cinema e la sua valenza educativa e pedagogica al servizio del mondo della scuola», affermano Federico Ferrari e Mirco Marmiroli, direttori artistici dell’EFF.

La crisi climatica in sei film

Scheda

Il cinema e le serie Tv, grazie alla sintesi della narrazione e il potere delle immagini, sono un valido strumento per aumentare la consapevolezza della crisi climatica, e più in generale dei temi ambientali. Il libro “Cinema di classe. Per una pedagogia dell’audiovisivo” (Edizioni Ets, 2021), raccolta di saggi per approfondire i temi di attualità attraverso il cinema, propone una serie di visioni interessanti. I film sono proposti nei saggi “Cinema dei movimenti e delle manifestazioni di piazza” di Letizia Cortini, ed “Ecologia, crisi, relazione e possibilità: il cinema e le serie Tv come strumento di azione climatica”, di Ferdinando Cotugno.

1) Una scomoda verità (D. Guggenheim, 2006): il film racconta l’opera di divulgazione sui cambiamenti climatici di Al Gore, ex vicepresidente degli Stati Uniti, con numeri, grafici e informazioni. Perché vederlo: è utile per comprendere il contesto e la strada fatta finora, con la grande difficoltà per la comunità mondiale ad accettare la «scomoda verità» del riscaldamento globale;

2) Mad Men (2008, seconda stagione, settimo episodio): New York, 1962. Don Draper, affermato pubblicitario, come segno del suo successo compra un’auto nuova. In una scena iconica, lo si vede con la sua famiglia mentre abbandona su un prato i rifiuti di un picnic. Perché vederlo: permette di riflettere sul fatto che la coscienza ambientale è in movimento. Del resto, quanto potranno sembrare assurdi nei prossimi decenni i nostri modi di vivere e consumare?

3) Io sono Greta (N. Grossmann, 2020): il documentario ripercorre la storia di Greta Thunberg, dal primo sciopero al famoso discorso alle Nazioni Unite a New York del settembre 2019 e al movimento dei Fridays For Future, la più importante esperienza politica giovanile degli ultimi anni. Perché vederlo: racconta una grande trasformazione generazionale e ricorda che il potere e il diritto di parola si possono conquistare.

4) Friday for future (P. Bertucci, 2019): il film documenta la manifestazione di Piazza del Popolo a Roma che ha visto la partecipazione di Greta Thunberg. Durante le riprese sono stati intervistati giovani, genitori, insegnanti, coppie di tutte le età, provenienti da tutta Italia e da paesi esteri. Perché vederlo: permette di riflettere sulla rappresentazione cinematografica di Greta. Lei stessa “è diventata un medium, una icona che incarna un messaggio importante, una immagine potente, cinematografica”, scrive Letizia Cortini in “Cinema di classe”.

5) The Year That Earth Changed (T. Beard, 2021): Narrato dal naturalista inglese David Attenborough, il documentario racconta come gli spazi naturali abbiano ripreso vita per la breve e temporanea assenza degli esseri umani durante i vari lockdown. Perché vederlo: è uno spunto interessante per collegare l’ecologia alla pandemia ed esplorare gli impatti sull’ambiente dell’azione umana, riconosciuta inequivocabilmente come principale causa dei cambiamenti climatici.

6) My Octopus Teacher (P. Ehrlich, J. Reed, 2020): è la storia dell’amicizia tra un sub in crisi esistenziale e il polpo che incontra quotidianamente immergendosi al largo della costa del Sudafrica. Perché vederlo: il film, scrive Ferdinando Cotugno in “Cinema di classe”, “riesce a raccontare l’innamoramento costante tra l’essere umano e l’ambiente. Probabilmente è solo da innamorati che possiamo prenderci la briga di cambiare noi stessi e salvare la nostra possibilità di vivere su questo pianeta in tutta la sua meraviglia”.