L’industria europea del fotovoltaico contro l’iperammortamento del Governo Meloni

Le aziende Ue protestano contro il Governo italiano per aver di fatto escluso i produttori di moduli continentali dall’iperammortamento, favorendo solamente il mercato interno. “Questa impostazione determina un’evidente restrizione del mercato finendo per favorire un’unica realtà industriale, 3Sun, controllata da Enel e di natura para-statale. Ciò significa riduzione della possibilità di installazione, aumento dei costi per i clienti finali e rallentamento complessivo"

L’industria europea del fotovoltaico protesta contro il Governo italiano per aver di fatto escluso i produttori di moduli continentali dall’iperammortamento, favorendo solamente il mercato interno.

Il recente maxi emendamento del Governo Meloni esclude, in particolare, tutti i prodotti iscritti al registro Enea alla lettera a), che sono la maggioranza. I principali produttori Ue – Bisol Group, Eurener, FuturaSun, FlySolartech, Omnia Solar, SonnenKraft, SoliTek, Soluxtec, Solvis, Sunerg e Torri Solare – contestano quindi la decisione in una nota molto chiara.

“Questa impostazione determina un’evidente restrizione del mercato – si legge – finendo per favorire un’unica realtà industriale, 3Sun, controllata da Enel e di natura para-statale. Limitare il mercato ad un solo produttore comporta una riduzione della possibilità di installazione, un aumento dei costi per i clienti finali e un rallentamento complessivo dello sviluppo del mercato fotovoltaico tradizionale.

Come produttori italiani e europei di moduli fotovoltaici, chiediamo quindi una immediata correzione normativa che consenta nuovamente l’utilizzo dei moduli iscritti alla lettera a) del registro Enea ripristinando il testo originario del comma 3 dell’art. 94. I produttori europei stanno dimostrando concretamente di essere in grado di produrre, sviluppare, migliorare i processi industriali e innovare le tecnologie dei moduli fotovoltaici, contribuendo in modo sostanziale alla creazione di valore, occupazione e competenze sul territorio europeo.

Riteniamo inoltre necessario che il registro Enea venga aggiornato per garantire una reale neutralità tecnologica, evitando uno sbilanciamento verso una sola tecnologia, come l’eterogiunzione, e assicurando condizioni di concorrenza eque tra le diverse soluzioni industriali disponibili. L’attuale decisione appare in aperto contrasto con l’urgenza di ricostruire un ecosistema europeo del fotovoltaico coerente con gli obiettivi di indipendenza, sicurezza energetica degli approvvigionamenti e rafforzamento della base industriale europea nello spirito del Net Zero Industrial Act”.

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