Sono stati compiuti progressi significativi nella riduzione delle emissioni di gas serra e dell’inquinamento atmosferico, ma lo stato generale dell’ambiente europeo non è buono. In particolare la sua natura, che continua ad affrontare una situazioni di degrado, sfruttamento eccessivo e perdita di biodiversità. Anche gli impatti dell’accelerazione del cambiamento climatico sono una sfida urgente.
Sono questi i punti salienti dell’ultimo rapporto della European Environment Agency (EEA) sullo “stato dell’ambiente”, pubblicato il 29 settembre. Si tratta dell’analisi più completa sullo stato attuale e sulle prospettive per l’ambiente, il clima e la sostenibilità del continente, basata sui dati provenienti da 38 paesi ed è la settima di questo tipo pubblicata dal 1995. Offre solide intuizioni basate sulla scienza su come dobbiamo rispondere alle enormi e complesse sfide che affrontiamo, come il cambiamento climatico, la perdita di biodiversità e l’inquinamento dell’aria e dell’acqua.
“Le prospettive per la maggior parte dei parametri sono preoccupanti – spiega l’EEA – “e rappresentano gravi rischi per la prosperità economica, la sicurezza e la qualità della vita dell’Europa”.
Il rapporto sottolinea che “il cambiamento climatico e il degrado ambientale rappresentano una minaccia diretta per la competitività dell’Europa” e che “la neutralità climatica entro il 2050 dipende anche da una gestione migliore e responsabile della terra, dell’acqua e di altre risorse”. Esorta quindi “a intensificare l’attuazione delle politiche e delle azioni di sostenibilità a lungo termine già concordate nell’ambito del Green Deal europeo, che si allineano tra l’altro con le priorità della Competitività della Commissione Ue in materia di innovazione, decarbonizzazione e sicurezza”.
Il rapporto sostiene tuttavia che l’Unione europea è “leader mondiale negli sforzi climatici, riducendo le emissioni di gas serra e l’uso di combustibili fossili, raddoppiando la quota di energie rinnovabili dal 2005. Sono stati compiuti buoni progressi anche nel miglioramento della qualità dell’aria e nell’aumento del riciclo dei rifiuti e dell’efficienza delle risorse negli ultimi 10-15 anni. Anche i progressi su una serie di fattori che consentono il passaggio alla sostenibilità, come l’innovazione, l’occupazione verde e la finanza sostenibile, danno motivo di speranza”.
Sfide complesse: natura e clima
Le maggiori sfide secondo l’EEA riguardano la perdita di biodiversità e il cambiamento climatico. La biodiversità è in declino negli ecosistemi terrestri, d’acqua dolce e marini europei a causa delle pressioni persistenti, guidate da modelli di produzione e consumo insostenibili, dimostrate in particolare nel sistema alimentare. Guardando al futuro, questo deterioramento degli ecosistemi dovrebbe continuare e gli obiettivi concordati al 2030 difficilmente saranno soddisfatti.
Per quanto riguarda il cambiamento climatico, l’Europa è il continente che si riscalda più velocemente di tutti. “Il clima sta cambiando ad un ritmo allarmante, minacciando la sicurezza, la salute pubblica, gli ecosistemi, le infrastrutture e l’economia. La crescente frequenza e l’entità dei disastri legati, nonché la consapevolezza che il clima continuerà a cambiare anche con gli ambiziosi sforzi di mitigazione dell’Ue, sottolineano l’urgente necessità di adattare la società e l’economia europee, garantendo allo stesso tempo che nessuno venga lasciato indietro”.
“Queste sfide principali impongono la necessità di ripensare i legami tra la nostra economia e l’ambiente naturale, la terra, l’acqua e le risorse naturali – afferma il rapporto – Solo ripristinando l’ambiente naturale in Europa sarà possibile mantenere un’economia competitiva e un’alta qualità della vita per i cittadini europei”.
Urgente un cambiamento nei sistemi di produzione e consumo
Secondo l’EEA è necessario urgentemente “un cambiamento trasformativo nei sistemi di produzione e consumo: decarbonizzare l’economia, spostarsi verso la circolarità, ridurre l’inquinamento ed esercitare una gestione responsabile delle risorse naturali. Il rapporto indica specificamente gli sforzi per ripristinare gli habitat attraverso soluzioni basate sulla natura, che costruiranno la resilienza e aiuteranno anche gli sforzi di mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici.
Sottolinea inoltre la necessità di decarbonizzare i settori economici chiave, in particolare i trasporti, e di affrontare le emissioni dell’agricoltura. La crescente circolarità ha il potenziale per ridurre la dipendenza dell’Europa dalle importazioni di energia e materie prime critiche. Inoltre, investendo nella transizione digitale e verde dell’industria europea, l’Europa può migliorare la produttività e diventare un leader globale nell’innovazione verde, sviluppando tecnologie per decarbonizzare industrie difficili da abbattere come l’acciaio e il cemento.