Contrastare lo spreco alimentare e raccordare queste pratiche con le politiche alimentari che pian piano le città cominciano ad adottare non è una questione semplice, infatti le città in Italia che stanno affrontando con serietà e programmazione questa importante tematica si possono contare sul palmo di una mano.
Come molto spesso accade a fare da apripista è stata Milano che, fin dal 2014 anno prima dell’Expo dallo slogan “Nutrire il pianeta, energia per la vita”, ha creduto fortemente e realizzato all’interno della macchina comunale una sua Area Food Policy con l’obiettivo di garantire cibo sano per tutti, promuovere la sostenibilità del sistema alimentare, educare al cibo, contrastare lo spreco alimentare, sostenere e promuovere la ricerca in campo agroalimentare.
Non contenti, a fine 2015, con una delibera la città di Milano ha “approvato anche la nascita del Milan Urban Food Policy Pact, il patto internazionale sottoscritto da oltre 280 città di tutto il mondo che impegnai sindaci a lavorare per rendere più sostenibili i sistemi alimentari, garantire cibo sano e accessibile a tutti, preservare la biodiversità, lottare contro lo spreco” alimentare.
Insomma Milano può vantare un primato mondiale: quello di aver messo al centro della macchina amministrativa il diritto a un cibo sano e accessibile a tutti. E in questi 10 anni di attività, nonostante lo tzunami del Covid, la città ha messo in campo progetti e attività (anche sperimentali e pilota) di grande efficacia e impatto per raggiungere gli obiettivi che si era prefissata nel 2015.
Sul fronte del contrasto allo spreco alimentare in favore della popolazione in povertà alimentare un ulteriore e importante booster alle attività messe in campo dalla FoodPolicy è arrivato dall’Earthshot Prize. Denari, un milione di sterline messe a disposizione dalla corona inglese, che hanno permesso di dotare la città di 8 hub di aiuto alimentare: rafforzando i 5 già esistenti realizzati dal Banco Alimentare, Terre des Hommes e IBVA; creandone di nuovi (Selinunte, Cuccagna e quello diffuso di Loreto); più un nono sperimentale nato nel 2025 in Gratosoglio all’interno della Casa del Quartiere di via Saponaro. Agli hub si aggiungono i presidi in 19 mercati all’aperto (realizzati da Recup, Comunità Nuova ed Eco dalle Città) che garantiscono per un giorno a settimana (e in alcuni casi anche due) la possibilità di distribuire gratuitamente, a chi si trova in difficoltà, le eccedenze della giornata per un aiuto concreto e immediato. Senza dimenticare l’importante Hub Foody Zero Sprechi presente all’interno dell’Ortomercato che da solo in un anno (grazie al lavoro del Banco Alimentare della Lombardia, Caritas Ambrosiana, Eco dalle Città, Recup e IBVA) intercetta e ridistribuisce circa 500 tonnellate di ortofrutta alle organizzazioni cittadine che si occupano di contrastare la povertà alimentare.
Insomma il Comune di Milano, o meglio l’instancabile lavoro dell’Area Food Policy, ha di fatto creato un servizio pubblico di aiuto alimentare reale e capillare sul territorio cittadino che rischia di scomparire o di essere fortemente depotenziato. Parliamo di un sistema che in un solo anno distribuisce 795,3 tonnellate di cibo che garantiscono un sostegno alimentare a 14.973 nuclei familiari per un totale di oltre 126 mila persone e 3.867 minori (dati relativi al 2024 ed elaborati dalla School of Management del Politecnico di Milano).
Numeri decisamente importanti e in continua crescita (come dimostrano i recenti report di Caritas Ambrosiana e ActionAid sul capoluogo lombardo). Parliamo del 9,5% della popolazione milanese che, dal prossimo anno, rischia di non poter più contare su un sostegno concreto perché il milione di pound vinto dal Comune di Milano con l’Earthshot Prize si è esaurito e gli enti del terzo settore che si sono spesi in questi anni non hanno al momento nessuna garanzia di poter continuare le attività, con importanti ricadute anche sui propri operatori.
Per questo, in una lettera inviata al Consiglio Comunale in vista dell’approvazione del bilancio 2026, il Terzo Settore milanese chiede che siano garantiti ai cittadini in povertà alimentare gli stessi servizi attraverso una importante e incisiva pianificazione delle risorse finanziare disponibili.
Alcune delle organizzazioni del Terzo settore si troveranno in un incontro aperto mercoledì 3 dicembre (dalle ore 18 presso la sede di Caritas in via San Bernardino 4 a Milano) per discutere degli impatti e scenari futuri del sistema di aiuto alimentare cittadino.












