“Il rapido finanziamento e una sistematica e coordinata attuazione degli interventi per la mitigazione del rischio idrogeologico rappresenta una priorità nazionale per la sicurezza di territori e cittadini, oltre che per lo sviluppo del Paese”. Lo ha detto il Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto, intervenuto in Commissione parlamentare d’inchiesta sul dissesto idrogeologico e sismico del territorio italiano.
“L’Italia – ha spiegato il Ministro – è un Paese strutturalmente molto fragile, per le sue caratteristiche morfologiche, litologiche e idrografiche”. Citando il rapporto Ispra secondo il quale “circa il 94% del totale dei comuni italiani sono esposti al rischio idrogeologico per frane, alluvioni ed erosione costiera”, Pichetto ha ricordato che su questi eventi incide “anche una progressiva perdita di resilienza dei territori, fenomeno dovuto allo svilupparsi di attività antropiche, ma accentuato dai significativi cambiamenti climatici cui stiamo assistendo”.
“Gli strumenti adottati nel periodo 2010-2024, attraverso i vari accordi di programma, piani operativi e piani stralcio, hanno consentito – ha spiegato Pichetto – la programmazione di 3.763 interventi, per un importo complessivamente messo a disposizione dal Mase, tra fondi di bilancio e FSC, di circa 4,7 miliardi di euro”.
Sulle attività di contrasto al dissesto, il Ministro ha riferito alla Commissione che “per l’annualità 2025 sono state messe a disposizione di Regioni e Province ulteriori risorse finanziarie per oltre trecento milioni di euro, le cui procedure di allocazione sono attualmente in corso”. Secondo gli ultimi dati disponibili, al 31 dicembre 2023, gli interventi finanziati contro il dissesto risultano “per il 65,7% ultimati, per il 17,3 in fase di attuazione, per il 14,6 in progettazione, per il restante 2,4 in avvio”.
“Sono emerse chiaramente – ha aggiunto Pichetto – criticità nell’attuale sistema di programmazione, finanziamento e attuazione degli interventi”, perché “l’attuale politica di mitigazione del dissesto appare ancorata alle sole misure di breve periodo”. Va superata, per il Ministro “la logica dei programmi settoriali come strumento per prendere decisioni riguardanti le politiche infrastrutturali e di lungo periodo”, mentre “risulta necessario un sistema che ordinariamente semplifichi le molteplici linee di finanziamento che concorrono alla prevenzione, velocizzi la fase di programmazione e realizzazione, coordini tutti gli interventi come una politica di gestione del territorio nazionale”.
Pichetto ha in proposito menzionato la presenza di un “Gruppo di lavoro, appositamente costituito dal Governo, per effettuare un’analisi dell’attuale assetto istituzionale di governo della politica di difesa del suolo, e per proporre al contempo misure urgenti di semplificazione normativa e amministrativa”.
Tra i temi rilevanti che incidono sull’innalzamento generale dei costi, Pichetto cita “l’aumento di prezzi di materie prime”, quale “conseguenza del conflitto russo-ucraino e della crisi pandemica, che ha prodotto sensibili impatti e ritardi”. “Il Mase, per quanto possibile – ha concluso Pichetto – ha garantito la supplementare copertura finanziaria di interventi già programmati e interessati dal ‘caro materiali’ mediante la riprogrammazione di economie emerse o attraverso l’attribuzione di specifiche integrazioni”.