Tre delle quattro regioni del “bacino padano”, Piemonte, Lombardia e Veneto, hanno deciso di presentare ricorso alla Corte Costituzionale contro il Governo nazionale che a giugno ha approvato la legge che delega il governo al recepimento della nuova Direttiva Europea sulla qualità dell’aria.
In quella legge il Governo ha detto chiaramente che la responsabilità diretta del rispetto della normativa sulla qualità dell’aria è delle Regioni e che lo Stato interviene solo in modo complementare, nel caso in cui le Regioni non siano in grado di raggiungere i risultati previsti dai propri piani sulla qualità dell’aria, o sia necessario un coordinamento con gli organi dello Stato. In realtà questa è già la situazione prevista dalla legislazione vigente fin dal 2010, che le Regioni hanno sempre accettato, arrivando solo nel 2023, nel caso del Piemonte, a chiedere l’intervento dello Stato.
Al di là delle questioni di legittimità costituzionale, colpisce il passaggio centrale della delibera con la quale la Regione ha motivato il suo ricorso, dicendo che il Governo: “… omette di considerare la strutturale inadeguatezza, acclarata dall’esperienza degli ultimi quindici anni nella vigenza del sistema di tutela previsto dal d.lgs. n. 155 del 2010, dei livelli regionali e locali a garantire nel territorio del c.d. “bacino padano” il raggiungimento degli standard di qualità dell’aria imposti dall’Unione europea,…”.
In pratica la Regione Piemonte ammette dopo quindici anni di non essere in grado di gestire il problema dello smog, né da sola né tantomeno in collaborazione con le altre regioni del bacino padano e con gli enti locali.
“Come cittadine e cittadini attenti al tema dello smog e dei suoi effetti sulla salute ci eravamo accorti da parecchio tempo che le Regioni del nord Italia non erano in grado di gestire il problema, e l’abbiamo sostenuto con forza in tutte le sedi possibili. Colpisce il fatto che oggi la Regione Piemonte lo dica in modo così chiaro, dopo che il Presidente Cirio ha più volte declamato il successo dei piani e delle azioni regionali, che sono sempre state palesemente insufficienti”, così commenta Roberto Mezzalama, Presidente di Torino Respira, che aggiunge: “Trovo gravemente irresponsabile però che questa ammissione venga fatta dopo ben quindici anni dall’avere ricevuto la delega ad occuparsi del problema dello smog e dopo essere stati quindi indirettamente responsabili della morte prematura e del peggioramento dello stato di salute di migliaia di persone in tutta la Regione. Credo anche che questo debba aprire una riflessione più generale sulla foga con la quale le Regioni hanno per molto tempo chiesto più competenze e più autonomia, foga alla quale in genere non ha fatto seguito la volontà di pagare il prezzo politico delle scelte necessarie.”