Il MiTE risponde a Repubblica: “Nessun ritardo nell’attuazione del Pnrr”

"Il Ministero della Transizione ecologica ha centrato a fine dicembre tutti e 7 gli obiettivi del Pnrr che aveva con l’Unione europea ed è perfettamente nei tempi per conseguire gli altri 11 previsti per fine giugno: 4 investimenti e 7 riforme. Risulta dunque inspiegabile l'articolo su presunti ritardi e difficoltà nell’attuazione delle voci del Pnrr di competenza del MiTE". Così il ministero in una nota

“Il Ministero della Transizione ecologica ha centrato a fine dicembre tutti e 7 gli obiettivi del Pnrr che aveva con l’Unione europea ed è perfettamente nei tempi per conseguire gli altri 11 previsti per fine giugno: 4 investimenti e 7 riforme. Risulta dunque inspiegabile il titolo del tutto fuorviante dell’articolo pubblicato da Repubblica ‘Ansia sui ritardi del Pnrr. Giovannini e Cingolani i ministri più in difficoltà’ su presunti ritardi e difficoltà nell’attuazione delle voci del Pnrr di competenza del MiTE”. Così il Ministero in una nota in cui risponde al quotidiano romano. “Si precisa inoltre – aggiunge il MiTe – che la cifra riportata nel testo di 77 miliardi di fondi Pnrr da spendere entro la fine dell’anno da parte del Ministero è sbagliata: la fetta di Piano di competenza del dicastero è 34,7 miliardi di euro in 5 anni, fino al 2026″. 

Scrive Emanuele Lauria nell’articolo contestato : Il clima non è ancora di allarme, ma Mario Draghi adesso attende dai suoi ministri uno sprint sul Pnrr. Finita la battaglia del Quirinale, il premier ha fatto nei giorni scorsi un check-up con gli esponenti del suo governo che ha certificato che il lavoro da fare è in salita. Ci sono 100 traguardi da centrare nel 2022 e dopo quasi 50 giorni siamo fermi solo a due. Entro giugno le scadenze sono 45. In ballo, per l’anno in corso, ci sono 45,9 miliardi: 24,1 miliardi nel primo semestre (cifra analoga a quella spesa nel 2021 su cui sono in corso le verifiche di Bruxelles), e 21,8 nel secondo. E nel gorgo del Piano nazionale di ripresa e resilienza, il più grande finanziamento europeo degli ultimi decenni, sono già finiti i ministri Roberto Cingolani ed Enrico Giovannini, alle prese con difficoltà legate all’ingente mole di risorse da impiegare loro assegnata e con strutture amministrative e burocratiche non adeguate allo sforzo, fatto quest’ultimo più volte denunciato dagli stessi interessati.

E ancora: Bisogna accelerare, e subito: a metà febbraio la Commissione Ue vuole avere un primo feedback sulle opere cantierabili e sul lavoro compiuto. Senza dimenticare che l’intera attuazione del Pnrr è legata all’approvazione di riforme delicate e divisive per i partiti tuffati fra le polemiche nell’ultimo anno prima delle elezioni. Su tutte quella, già avviata, della giustizia: Draghi negli ultimi giorni ha voluto incontrare più volte la ministra Marta Cartabia, altro bersaglio in questi mesi di pezzi della maggioranza, da M5S alla Lega, passando per Forza Italia.

Il Ministero rimanda gli allarmi al mittente e aggiunge: “Il quotidiano parla inoltre di termovalorizzatori da realizzare con i soldi del piano, ma questi impianti non sono previsti nel Pnrr. In compenso, i bandi già lanciati per impianti di trattamento dei rifiuti hanno ricevuto un’ottima risposta. Sono già stati lanciati bandi per 2,5 miliardi, che saranno assegnati nei prossimi mesi: impianti di gestione rifiuti e ammodernamento di impianti esistenti (1,5 miliardi), progetti “faro” di economia circolare (0,6 miliardi), isole verdi (0,2), interventi per la sostenibilità ambientale dei porti (0,27). Nel prossimo semestre saranno avviate procedure e bandi per altri 10 miliardi di euro: sviluppo agrivoltaico (1,1 miliardi), promozione rinnovabili per le comunità energetiche e l’auto-consumo (2,2), sviluppo del biometano (1,92), rafforzamento smart grid (3,61), interventi su resilienza climatica reti (0,5), sviluppo di sistemi di teleriscaldamento (0,2), tutela e valorizzazione del verde urbano ed extraurbano (0,33). La prima M&T (Milestone & Target) da conseguire a marzo, il Decreto ministeriale per la digitalizzazione dei parchi, è già pronto in bozza”.

Ancora: “Entro il 30 giugno 2022, dopo la digitalizzazione dei parchi, il Mite deve adottare la strategia nazionale per l’economia circolare e approvare il piano per il sostegno degli enti locali. Ci sono poi fondi per cultura e consapevolezza su temi e sfide ambientali e 160 milioni per ricerca e sviluppo sull’idrogeno. E’ prevista l’entrata in vigore di incentivi fiscali a sostegno della produzione e del consumo di idrogeno verde nel settore dei trasporti. Altre riforme sono la semplificazione e accelerazione delle procedure per gli interventi di efficientamento energetico e contro il dissesto idrogeologico e misure per facilitare la gestione dei servizi idrici integrati. E’ previsto al 30 giugno il varo del programma nazionale per la gestione dei rifiuti“.

Infine: “450 milioni sono destinati alla produzione di nuovi elettrolizzatori per l’idrogeno verde. A contribuire al raggiungimento degli obiettivi in termini di decarbonizzazione ci sono inoltre 3 gigawatt di nuova potenza da fonti rinnovabili da mettere a bando nei prossimi sei mesi (FER1), dopo l’aggiudicazione di 1,8 gigawatt a gennaio”.